Corea, ma non solo: piccola mappa del cinema asiatico contemporaneo

Dopo il successo clamoroso agli Oscar si parla sempre più della Corea e del suo cinema. Ma cosa sta succedendo negli altri paesi asiatici?

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Guida al cinema asiatico contemporaneo

Taiwan e Hong Kong: la vecchia scuola rallenta il passo

cinema asiatico, A Simple Life, di Ann Hui
A Simple Life, di Ann Hui

Abbiamo messo insieme Taiwan ed Hong Kong perché vivono, al momento, una situazione piuttosto simile. Per entrambi sembra finito il periodo più fertile, segnato a Taiwan da tre grandi autori come Hou Hsiao-hsien, Edward Yang e Tsai Ming-liang e dal cinema d’azione ad Hong Kong.

Hong Kong, in particolare, ha cominciato una parabola discendente notevole dagli anni ’90 da cui non si è ancora rialzata. Dopo Tsui Hark, Johnnie To e John Woo non sono riusciti a riemergere casi neanche minimamente paragonabili a quelli dei precedenti. I motivi sono molto probabilmente legati al ritorno della città sotto l’egida della Cina del 1997, di cui già il cinema aveva risentito negli anni precedenti. Resiste un autore come Wong Kar-wai, il cui ultimo film, The Grandmaster, risale però ormai al 2013. Una voce fuori dal coro sembra invece quella di Ann Hui, acqua fresca in un’industria che sembra stagnare ormai da tempo, nonostante i suoi ormai 72 anni.

Taiwan è rimasta invece sempre troppo legata ad un certo tipo di cinema autoriale piuttosto autoreferenziale. Qualche tentativo di apertura sembra arrivare dai più giovani, come l’Anthony Chen di Wet Season. Resta però un cinema ormai marginale in un panorama cannibalizzato dalle grandi potenze che lavorano attorno.