The Outsider | Recensione dell’inquietante romanzo di Stephen King
The Outsider è uno degli ultimi romanzi del leggendario Stephen King. Un libro avvincente che ha ispirato una delle migliori trasposizioni del Re dell'orrore
The Outsider è uno degli ultimi romanzi di Stephen King. Edito nel 2018, il libro è stato pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer suscitando reazioni entusiaste sia in patria che all’estero.
Trama
In una tipica e placida cittadina della periferia americana irrompe l’orrore più terrificante: un bambino è stato stuprato e brutalmente ucciso. Gli indizi portano a Terry Maitland, stimato e rispettato cittadino di Flint City, e il suo arresto farà precipitare il detective Ralph Anderson in una spirale di sensi di colpa e incredulità. Difatti, l’insospettabile indagato riuscirà a dimostrare di avere un alibi solidissimo suscitando una domanda terrificante da cui pare non si possa venire a capo: come può un uomo trovarsi in due posti contemporaneamente?
Adattamento televisivo
The Outsider ha immediatamente attirato l’attenzione di numerose case di produzione televisive e cinematografiche. A spuntarla è stata HBO, che nel gennaio 2020 ha fatto esordire il proprio adattamento: una miniserie da 10 puntate. Possiamo affermare, senza temere, che siamo dinanzi ad una delle migliori trasposizioni dei romanzi di King e che vi invitiamo caldamente a recuperare. In Italia la serie è stata distribuita da Sky. Per approfondire vi rimandiamo alla nostra recensione.
The Outsider: Recensione
The Outsider è un invito a credere. A credere ai mostri sotto al letto, al male, al bene, alla lotta per l’equilibrio del mondo, che si svolge non solo sul campo della natura e degli uomini ma anche, e sopratutto, in arene che fuggono dalla nostra comprensione. L’ostinata razionalità cede dinanzi all’inspiegabile e anche il più stoico degli Orazio, alla fine del viaggio, dovrà piegarsi dinanzi a una legge ineluttabile: l’universo non conosce confini.
Al sicuro nel mondo di Stephen King
In The Outsider troviamo molti dei tòpoi cari al Re del brivido: la periferia americana; l’ipocrisia e il perbenismo di questi luoghi; la violenza sui puri per eccellenza, vale a dire i bambini; l’irruzione del fantastico e del soprannaturale nella grigia routine; l’ambigua e opaca natura umana.
L’abilità di King la ritroviamo proprio nella mescolanza e la riproposizione di elementi ormai familiari al pubblico dello scrittore e nonostante la storia non spicchi per originalità, attingendo profondamente dalla secolare letteratura sui doppelgänger, l’autore riesce con la propria abilità stilistica a coinvolgere il lettore con un lento ed efficace climax. I primi passi che si compiono all’interno di The Outsider sono caratterizzati dall’ultimo King ovvero quello che si diletta nel genere crime, ove le indagini e le deduzioni la fanno da padrone e dove ogni parola pare una mollica di pane che ci guida verso il percorso immaginato dallo scrittore.
Nell’esatto momento in cui il lettore si abitua a un percorso “rassicurante” di ordinaria follia umana ecco irrompere ferocemente il soprannaturale. Chi legge viene preparato a credere. Il lettore, almeno quello più coinvolto, subisce lo stesso percorso dei protagonisti. Le convinzioni razionali vengono pian piano smantellate dal processo di costruzione e decostruzione portato avanti da King. Prima innalza un impianto in cui il nostro bisogno di controllo sulla realtà è appagato, per poi smantellarlo fino a ridurlo a un disorientamento che si traduce perfettamente nella psicologia e nelle azioni dei personaggi coinvolti.
Stile
Lo stile dell’autore poi non fa altro che valorizzare questo arazzo attraverso una scrittura estremamente coinvolgente, che mantiene un ritmo tale da poter creare nella mente del lettore un montaggio di stile cinematografico che lo aiuta ad immedesimarsi nella dinamicità della storia. Basti pensare alla notevole scena dell’attentato dinanzi al tribunale, dove King dà sfoggio della propria bravura attraverso gli usi dei tempi e dei dettagli, in cui anche il rallenty descritto prende forma nella nostra mente in termini di immagini. E allora si sente la confusione della folla, i movimenti dei personaggi, la rapidità e, allo stesso tempo, la lentezza delle azioni, gli spari, il sole che scotta, il dolore fisico, il disgusto. Leggendo King, soprattutto nei suoi romanzi più riusciti, non risulta difficile capire come il cinema e la televisione abbiano attinto abbondantemente dalle sue opere. Spesso, la sua scrittura pare un ponte sulle due arti, la letteratura e la rappresentazione vengono collegate da un ibrido artistico, ormai marchio di fabbrica del celebre e geniale autore.
Holly Gibney si conferma anche in questo romanzo uno dei personaggi più riusciti di Stephen King, perfetto rappresentante della concetto di forza. Minuta, fragile, autistica, depressa, insicura eppure contenitore di una potenza sovrumana. Amiamo Holly, perché Holly siamo noi nel peggio e ciò a cui aspiriamo nel meglio. La geniale investigatrice è madre, sorella, guida e vero e proprio fulcro della storia, la lanterna che illumina la via oscura del male, l’intelligenza pronta sempre a credere e mai a negare, pronta alla ponderazione e mai all’esclusione a priori.
Un personaggio talmente importante da riuscire a cambiare ogni singolo personaggio di The Outsider e che si spera possa avere un futuro ancora più radioso nell’immensa cosmologia dello scrittore di Portland. Un personaggio maltrattato dalla trasposizione televisiva per motivi ai più sconosciuti, utilizzo che ha l’odore marcio del sessismo e che ci spieghiamo solo per la volontà degli autori di porre il “maschio” nel ruolo dell’eroe. Fatichiamo a comprendere come King possa aver accettato un maltrattamento del genere nei confronti di un personaggio che ama profondamente, ma ci consoliamo sapendo che sia i lettori che i protagonisti del libro riconoscano Holly come il faro che guida l’azione, gli intenti e la filosofia dell’intero romanzo. La televisione l’avrà oscurata, ma la letteratura ha incoronato Holly come un personaggio eccezionale.
Conclusioni
In conclusione, possiamo affermare con assoluta certezza che The Outsider conferma ancora una volta l’immenso talento di King nonché la sua prolificità. L’opera risulta un ottimo connubio tra il King del passato e quello più recente donando al lettore un’esperienza di alto profilo che abbraccia il genere e, allo stesso tempo, esula da esso. Un piacevole ritrovarsi per i lettori di vecchia data, un ottimo punto di inizio per i neofiti.
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