13 curiosità su L’Uomo Bicentenario che (forse) non conoscevi

Diretto da Chris Columbus, L'uomo bicentenario è un classico della fantascienza. Eccovi alcune curiosità sul film con protagonista Robin Williams

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“La gente invecchia con il tempo. Ma effettivamente per te il tempo è un concetto completamente diverso. Per te, il tempo è infinito.”

Uscito nelle sale statunitensi nel 1999, L’uomo bicentenario (stasera alle 21:30 su Tv 8) è un film di fantascienza diretto da Chris Columbus e scritto da Nicholas Kazan.

La pellicola racconta la storia di Andrew Martin, un robot positronico che nell’anno 2005 (quanto può essere strano che sia ambientato ben 15 anni fa?) viene acquistato dalla famiglia Martin in qualità di domestico e tuttofare. Il robot però, interpretato magnificamente da un mai dimenticato Robin Williams, si rivela ben presto unico nel suo genere. E’ curioso e creativo e nel corso della sua lunghissima esistenza intraprenderà un percorso per cercare di trasformarsi in un vero essere umano.

Scopriamo dunque insieme alcune curiosità su questa emozionante pellicola che ha ricevuto soltanto una candidatura agli Oscar per il miglior trucco.

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Robin Williams e la piccola Hallie Kate Eisenberg ne L’uomo bicentenario (1999)

1) L’uomo bicentenario di Isaac Asimov

Il film con protagonista Robin Williams è tratto dal racconto omonimo di Isaac Asimov L’uomo bicentenario (The Bicentennial Man), tradotto anche come L’uomo del bicentenario.

L’opera, scritta nel 1976, in occasione del bicentenario degli Stati Uniti D’America, fu insignita del premio Hugo e del Premio Nebula come miglior racconto dello stesso anno. Fa parte inoltre di un’antologia, intitolata proprio Antologia del Bicentenario, che contiene 11 storie scritte fra il 1966 e il 1976.

Da questo racconto è stato tratto anche il romanzo su cui è basata la storia del film e che amplia le vicende del libro di Asimov. Il testo, intitolato Robot NDR 113 (The Positronic Man) è scritto dallo stesso Asimov assieme a Robert Silverberg ed è uscito lo stesso anno in cui morì lo scrittore di origine russe.

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2) Il mancato successo

Nonostante sia considerato oggi uno dei film cult, L’uomo bicentenario non fu un grande successo commerciale all’epoca in cui uscì nelle sale. La pellicola, infatti, non riuscì neanche a coprire il budget iniziale di 100 milioni di dollari spesi per la sua realizzazione. L’uomo bicentenario incassò solo 58 milioni di dollari negli USA e 29 milioni nel resto del mondo per un totale di 87,5 milioni. Il film uscì in Italia il 4 febbraio del 2000 e anche nel nostro paese non ebbe il successo che meritava piazzandosi tra gli ultimi posti della classifica.

3) La prima grande produzione da un libro di Asimov

Isaac Asimov, nato Isaak Judovič Azimov, è stato un celebre scrittore statunitense, oltre che un validissimo scienziato biochimico. Le sue opere letterarie, più di 500 volumi, sono considerate in tutto il mondo un punto di riferimento soprattutto nel campo della fantascienza.

Nonostante i suoi romanzi siano famosi e apprezzati in tutto il mondo, è risultato molto difficile adattare i suoi lavori nel campo cinematografico. Sono pochissime, infatti, le sue opere divenute lungometraggi, come appunto L’uomo bicentenario e Io, Robot, con protagonista Will Smith. Il film con Robin Williams è considerato la prima vera grande produzione tratta da una sua opera e per questo è così importante per gli amanti del genere.

Tra poco però, coronavirus permettendo, dovrebbero continuare le riprese della nuova serie Foundation, tratta da Il Ciclo delle Fondazioni, un gruppo di sette romanzi scritti da Asimov a partire dal 1951.

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4) Le tre leggi della robotica vengono rispettate?

Tutte le opere di Asimov si basano sul concetto che tutti i robot devono assolutamente rispettare le tre leggi della robotica, ideate dallo stesso scrittore. Anche nel film, il protagonista Andrew le declama all’inizio della pellicola per spiegare il proprio funzionamento:

  1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno;
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge;
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
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Il robot Andrew, interpretato da Robin Williams, espone alla famiglia Martin le tre leggi della robotica

Sorge però spontanea la domanda: nella pellicola vengono realmente rispettate queste leggi? Uno dei primi dubbi riguarda la scena in cui il robot positronico Andrew si butta dalla finestra per obbedire alla sua insopportabile padroncina.

In questo modo il robot vìola la Terza Legge perché è in conflitto con la Seconda; in realtà però infrange anche la Prima, visto che con la sua azione ha recato danni ai suoi padroni umani, destando l’ira del padrone Richard ai danni della figlia e danneggiando se stesso, un bene familiare.

Inoltre, nel finale del film, anche Galatea, il robot infermiera interpretata da Kiersten Warren, sembra contravvenire alla Prima legge della robotica. Infatti Galatea stacca letteralmente la spina all’umana Portia, lasciandola morire. In questo caso, però, si può pensare che il robot dalle fattezze femminili abbia agito in questo modo perché si rende conto di non recare danno a Portia. Il dubbio però rimane.