Space Jam: la magia nel connubio tra Musica, Looney Tunes e Basket

Space Jam è un film cult entrato nel nostro immaginario anche grazie al grandissimo lavoro sulla colonna sonora

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Il secondo tempo. Are you ready for this?

Space Jam, Pulp Fiction

I minuti iniziali del secondo tempo del match di Space Jam regalano le scene al più alto contenuto di gag, tipiche dei Looney Tunes. I cartoni cadono nella trappola di Bugs, credono di aver bevuto la bevanda segreta di Micheal Jordan e si scatenano. La musica è quella che potremmo sentire in una giostra, nella quale però non mancano i riferimenti sonori alle classiche canzoni risuonate nei palazzetti NBA. Un concentrato di vitalità e divertimento, che accompagna perfettamente le immagini, nelle quali vediamo il concatenarsi di spassose gag, dove neanche Jordan può esimersi dal sorridere. Il titolo del brano scelto, Are you ready for this? è totalmente esplicativo. Sembra quasi una domanda fatta ai Monstars, Siete pronti? Ora vi facciamo vedere chi siamo. I tre minuti più divertenti del film nei quali Bugs e soci tirano fuori tutto il loro repertorio, viaggiando dalla classica dinamite di Willy il Coyote, passando per citazioni, come quella a Pulp Fiction, dove risuonano alcune note di Misirlou, celebre brano della soundtrack del capolavoro di Quentin Tarantino, fino ad arrivare al time out finale, dove i nostri devono decidere come giocarsi l’ultimo possesso.

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Il finale: diamo la palla a Michael

Film sportivi

Nell’ultimo time out arriva sul campo da gioco Bill Murray che crea la struttura narrativa che ci permette di goderci il finale. Prepara lo schema col quale la palla arriverà a Jordan, che dovrà trovare il modo di segnare i due punti della vittoria. Per questo momento, musicalmente, si torna da James Newton Howard, con la parte finale del brano che vi abbiamo presentato prima, dal titolo The winning shot. La musica rende l’idea di quei secondi concitati: prima la meraviglia per quello che Jordan sta facendo col pallone, poi il ritmo accelera, mentre i violini rimarcano il tempo che sta per scadere, fino all’esplosione finale di gioia, fatta da trombe a festa. Michael ha segnato citando sé stesso. Perché allungandosi in maniera cartoonesca, Jordan ricorda agli amanti del basket ciò che fece nella gara delle schiacciate del 1988, quando letteralmente prese il volo. Perché questa è un’opera di fantasia, ma Michael Jordan, sul parquet, volava per davvero.

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