Freud: Recensione della discutibile serie Netflix

Freud è il nome delle serie pubblicata, a marzo 2020, dall’emittente radiotelevisiva austriaca ORF. Approdata su Netflix, abbiamo deciso di recensire questa ambigua prima stagione.

Robert Finster in Freud
Robert Finster è Freud nell'omonima serie
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Freud è una serie Netflix di genere giallo/thriller che ha esordito a marzo 2020 con una prima stagione composta da 8 episodi.

Trama

Vienna 1886, il giovane medico Sigmund Freud si ritrova ad indagare su una serie di efferati omicidi. Il giovane neurologo, fervente sostenitore di nuove ed eccentriche terapie, capirà ben presto di trovarsi dinanzi ad una misteriosa cospirazione.

Cast

  • Robert Finster : Sigmund Freud
  • Ella Rumpf : Fleur Salomé
  • Georg Friedrich : Alfred Kiss
  • Brigitte Kren : Lenore
  • Christoph Krutzler : Franz Poschacher
  • Anja Kling : contessa Sophia von Szápáry
  • Philipp Hochmair : Conte Viktor di Szápáry

Produzione

La produzione ha coinvolto ben tre paesi: Germania, Repubblica Ceca e Austria.

Accuratezza storica

Per le numerose libertà prese nella ricostruzione storica, Freud non può essere considerata un’opera biografica. Tante le inesattezze: dal rapporto con Arthur Schnitzler fino all’invenzione del libro The Power of Hypnosis (mai scritto dallo psicanalista) passando per gli errori temporali che minano la precisione degli eventi storici raccontati.

Trailer

Recensione

Prima di iniziare a recensirvi questa serie, dobbiamo fare chiarezza su una questione: la serie Freud non parla di Freud. Lo sappiamo, è sconvolgente. O meglio, sicuramente Sigmund Freud ne è il protagonista. Ma non è un Freud come lo immaginiamo noi, il grandissimo padre della psicanalisi, che ha rivoluzionato per sempre le logiche della psiche umana. No no, questo Freud è totalmente diverso. Ricorda più uno Sherlock Holmes dei poveri, che, nei primi anni di carriera accademica, si ritrova invischiato in una serie di ambigui omicidi, naturalmente presidiati da riti satanici e orge di sangue. Non proprio come ce lo ricordavamo dai libri di storia, no?

Sicuramente tante cose si possono dire di questa prima stagione, forse non tutte particolarmente lusinghiere. Se, da una parte, ambientazioni e costumi risultano semplicemente straordinari, dall’altra, la surrealtà della storia e i continui artifici narrativi (tendenzialmente volti all’occulto), hanno fatto storcere il naso a molti. Chiariamoci: se volete vedere una serie in stile American Horror Story, ma di ambientazione viennese e con scabrosi riti magici di ascendenza ungherese, certamente Freud vi piacerà. Ma se, come i più, speravate semplicemente di vedere un bel racconto sulla psicanalisi, con tanto di excursus, magari, sui casi più famosi trattati dal neurologo, forse questa storia vi lascerà delusi.

Una scena di Freud (2020)
Sigmund Freud, interpretato da Robert Finster nella serie Netflix

Freud: dentro la trama

Ma andiamo con ordine. La serie inizia in maniera promettente, mostrando i primi tentativi dello psicanalista nel mondo della mente umana (con tanto di prime difficoltà nel far riconoscere i propri, brillanti, studi sull’inconscio). Freud, reduce da un viaggio in Francia, ha scoperto la tecnica dell’ipnosi e cerca di impararla, così da poterla applicare alle terapie dei propri pazienti. Già dopo pochi minuti, tuttavia, veniamo a conoscenza del primo raccapricciante omicidio (non temete, ce ne saranno ancora a iosa), nel quale Freud, in quanto medico, viene coinvolto. È così che farà la conoscenza di Alfred Kiss e Franz Poschacher, ispettori della polizia, che lo accompagneranno poi nelle varie indagini alla scoperta dell’assassino.

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Ma l’attenzione del giovane medico è ben presto attirata da tutt’altra parte. Ad una festa della famiglia von Szápáry, conti di origine ungherese, incontra una strana fanciulla: Fleur Salomé. La ragazza si rivela una veggente, che intrattiene gli ospiti con i propri poteri soprannaturali. E lì, ovviamente, le cose si complicano ulteriormente. Stranamente, metà degli ospiti presenti alla seduta spiritica presieduta dalla bella giovinotta, iniziano, nei giorni seguenti, a comportarsi in maniera un po’ strana. Del tipo? Mah, squartamenti di vario genere e violenze di ogni tipo. E ovviamente chi si ritrova ad indagare? Il nostro povero Freud, scisso tra il tentativo di trovare una risposta razionale alla situazione e  l’apparente natura trascendentale dei suddetti eventi.

E così veniamo catapultati in un mondo fatto di occulto, sacrifici e manipolazioni spirituali, fino a che, sorpresona delle sorprese, tutto si risolve con un’apparente spiegazione logica! Geniale no? Si, forse, se non fosse per Fleur, che rimarrebbe comunque mezza veggente e mezza Taltos: una sorta di sciamano presente nella mitologia ungherese, che avrebbe scatenato tutto il fattaccio.

La pericolosa seduta spiritica in Freud
La seduta spiritica presieduta da Fleur Salomé

Freud: scissi anche noi tra le due nature di questa serie

Ma, ribadiamolo: se uno cerca una cosa del genere, un racconto romanzato e, in parte, surreale, sul più grande psicanalista della storia, questa serie di certo gli piacerà. Sicuramente Freud ha contribuito ad offrirci una visione totalmente diversa dell’uomo Sigmund, raccontandoci qualcosa di più anche a livello biografico. I rapporti con il padre, con la madre, con la promessa sposa e le lotte per far conoscere le proprie teorie (seppure, tutte queste, comunque rielaborate). Ma, di certo, ha anche aggiunto molta altra carne sul fuoco, forse troppa, inserendo utopie infondate e inventando ex novo un capitolo degli studi freudiani. Nonostante Freud si sia interessato, infatti, almeno in un primo periodo, alle tecniche dell’ipnoterapia, si è poi dedicato ben presto ad altre pratiche, come l’analisi dei sogni.

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L’idea di trasportare tutto questo su un piano quasi fantascientifico, facendolo diventare il leitmotiv dell’intera vicenda, può risultare anche carina, ma forse senza aggiungere tutto il sangue, le orgie e i fattori di natura spiritica che tendono a far perdere credibilità alla storia. Una nota positiva, in tutto questo, rimane però la sigla introduttiva: apparentemente ripetitiva (mostrando sempre una scultura del viso di Freud) questa subisce, invece, ogni volta, qualche piccola modifica, trasponendo sul volto del protagonista elementi legati al titolo del capitolo e alla narrazione stessa dell’episodio.

opening di Freud
La sigla della serie nell’episodio 5: Desiderio

Tra finzione e realtà

Ovviamente, per permettere tutto questo, non pochi sono stati i ritocchi alla realtà che i produttori hanno dovuto mettere in atto, per permettere la narrazione. Partendo, d’altronde, proprio dallo stesso Freud. Oltre ad aver inventato di sana pianta gran parte degli eventi, lo hanno descritto anche in maniera un po’ controversa, presentandolo, ad esempio, come un cocainomane. In realtà, all’epoca, gli effetti controversi della cocaina non erano ancora stati scoperti e la sostanza veniva usata come un comunissimo farmaco. O ancora, gran parte della serie è incentrata sui conflitti politici tra l’Impero austriaco e l’Ungheria, travisando, tuttavia, attentati realmente accaduti con i riti apparentemente spiritici che ci vengono mostrati nella serie.

Anche altri personaggi hanno però subito forti cambiamenti rispetto ai libri di storia. Prima fra tutte, la protagonista femminile della vicenda: Fleur Salomé. La ragazza sembra, infatti, ricalcare, in parte, una celebre figura del tempo: Lou von Salomé (apparente musa ispiratrice del Così parlò Zarathustra di Nietzsche), con cui Freud ebbe contatti epistolari. O ancora la madre del principe ereditario Rodolfo che, nella serie, appare ormai morta. In realtà Elisabetta di Baviera, meglio conosciuta come la beneamata Sissi, sopravviverà più di nove anni alla prematura morte di Rodolfo, morto suicida insieme all’amante. Artifici narrativi che, ancora una volta, hanno contribuito a rendere la serie Freud eccessivamente surreale e ben poco credibile, incrinando un’idea che aveva davvero molto potenziale.

Una fotografia di Lou von Salomé a confronto con Fleur (interpretata da Ella Rumpf) in Freud
Una fotografia di Lou von Salomé a confronto con Fleur (interpretata da Ella Rumpf)

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