La Ragazza nella Torre è il secondo volume della saga La Notte dell’Inverno a firma di Katherine Arden edita da Fanucci Editore e iniziata con il primo capitolo, L’Orso e L’Usignolo (qui la recensione).
Capitolo di transito in una trilogia che dovrebbe concludersi il prossimo Maggio, La Ragazza Nella Torre è un romanzo di circa 335 pagine in cui l’azione delle vicende si sposta dalla tundra russa alle meraviglie della città di Mosca.
La Ragazza nella Torre, la trama
Naturalmente, trattandosi di un secondo volume di una trilogia, non possiamo arrischiare di addentrarci troppo nella trama, altrimenti rischieremmo di fare spoiler. Naturalmente è consigliabile aver letto L’Orso e l’Usignolo prima di procedere con la lettura.
La Ragazza Nella Torre inizia a Mosca: la campagna abitata da vecchi spiriti e dèi pagani è messa un momento in pausa, in favore di una Mosca fatta di regole e principi, di apparenze e superstizioni sussurrate sul calare della notte.
All’inizio del libro la protagonista è Olga, sorella maggiore di Vasja, che aveva lasciato la casa paterna per sposarsi e contrarre un ottimo matrimonio, che l’aveva resa una principessa. E con lei c’è anche Sasa, fratello diventato monaco con il nome di Aleksander. Tuttavia l’incontro tra i due fratelli non è destinato a durare a lungo perché Sasa deve partire insieme allo zar, suo cugino Dimitrj, per indagare su una serie di crimini che si stanno avvicendando lungo il fiume, in villaggi che vengono rasi al suolo dalle fiamme e da cui vengono rapite le bambine.
Ed è proprio per salvare delle bambine che le strade di Sasa e di Vasja, fuggita dal suo villaggio per paura di essere bruciata con l’accusa di strega, si riuniscono. A causa dell’apparizione inaspettata della sorella e del suo aspetto, Sasa è costretto a mentire al suo sovrano, mentre Vasja accetta di buon grando la libertà che l’essere scambiata per un uomo le concede. Ma, a vegliare su di lei, c’è sempre l’ombra gelida di Morozko.
La Ragazza nella Torre, un romanzo corale
Se con L’Orso e l’Usignolo eravamo davanti a un romanzo che aveva eletto la sua protagonista Vasja come centro nevralgico dell’esperienza di lettura, con La Ragazza nella Torre ci troviamo davanti ad un romanzo che è molto più corale, abbracciando le vite così come le motivazioni di numerosi personaggi.
Elemento, questo, che è facilmente intuibile dalla scelta di Katherine Arden di iniziare il romanzo non dal punto di vista di Vasja, ma da quello della vita a Mosca, con le sue regole puntigliose, il suo galateo che appare straniante ad un lettore dei giorni nostri, e con personaggi che avevamo solo intravisto di sfuggita nel primo capitolo di questa bella saga ambientata in una Russia magica e misteriosa, dove vivono insieme richiami sia al capolavoro di Tolstoj, Guerra e Pace, sia soprattutto al mondo incantato descritto da S. Jae Jones nella saga di Wintersong, il re-telling di Labyrinth, film con David Bowie e una giovanissima Jennifer Connelly.
Tutto, in questo romanzo, parla di magia, di creature che si nascondono nell’ombra, di minacce celate nei sorrisi dei personaggi più insospettabili e nelle manovre di un male che lavora dietro le quinte, aspettando il momento per intervenire. Viene un po’ meno la sensazione di fiaba, avvertita ferocemente durante la lettura del primo capitolo: qui a farla da padrone è invece il lato più politico, quello degli intrighi e dei tornei, delle alleanze e dei giochi, delle menzogne e delle strategie. Il che rende La Ragazza nella Torre una lettura piena di ritmo, che gioca sapientemente con le aspettative del pubblico.
Il dio dell’inverno
Un ruolo principe, in questo secondo volume, è dedicato a Morozko, il dio dell’inverno che avevamo intravisto alla fine de L’Orso e l’Usignolo e che qui ritroviamo con un ruolo quasi fondamentale. Meglio, con una serie di ruoli che ne sanciscono la definitiva importanza all’interno della saga. Mentore, alleato, amico e, naturalmente, interesse sentimentale, è Morozko il personaggio che in questo libro è costretto a imparare a conoscere se stesso, a mutare e a trasformarsi.
Il percorso che Vasja aveva fatto ne L’Orso e L’Usignolo, in questo secondo capitolo viene riproposto da Morozko, che deve imparare a conoscere un’altra parte di sé stesso, una parte tenuta sotto catene dal Tempo e che viene in qualche modo liberato dalla vicinanza con Vasja.
Naturalmente le interazioni tra i due sono l’anima e lo scheletro di questo racconto russo: la storia d’amore tra i due personaggi, intuibile sin dall’inizio, in questo secondo capitolo mette le radici, disperdendo indizi che il lettore sarà più che felice di andare a cercare, mentre si dibatte tra cavalli infuocati e spettri pieno di rammarico.
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