3° Ed Wood, Tim Burton, 1994
Edward D. Wood Jr., meglio conosciuto come Ed Wood, fu un regista attivo nel mondo della settima arte tra gli anni ’50 e ’70. Il suo nome è passato alla storia per essere quello del “peggior regista di tutti i tempi”. I suoi film, infatti, offrivano sempre trame approssimative, quasi mai sviluppate, a cui si affiancava una realizzazione quasi domestica.
In mancanza di mezzi e fondi, Ed Wood cercava di ottenere il massimo con il poco che aveva, con risultati decisamente discutibili. Allo stesso tempo, però, era un uomo con una forte passione per il cinema, che continuava a realizzare i suoi film, sebbene proprio la sua passione avrebbe finito con il portarlo alla depressione e, successivamente, alla morte. Una figura strana, fuori dagli schemi, quella di Ed Wood, che non poteva non affascinare un altro “strambo” come Tim Burton, che volle proprio Johnny Depp come protagonista, in quella che sancì la seconda collaborazione tra i due.
Ed Wood racconta dunque la figura di questo regista appassionato ma sfortunato e, soprattutto, racconta lo sforzo di realizzare un film capace di vincere ogni problema, con tanto di chiamata in causa di Bela Lugosi (che nel film è interpretato da Martin Landau). Ed Wood è un film sui sognatori, su chi sognava ma non ce l’ha fatta. Un omaggio al fallimento sincero e pieno di sentimenti, girato in bianco e nero, in cui Johnny Depp riesce a trasformarsi davvero in Ed Wood, scomparendo del tutto dietro i lineamenti di un regista visionario che amava indossare golfini d’angora.
A cura di Erika Pomella
2° Pirati dei Caraibi (Saga), 2003-2017
Nonostante Johnny Depp abbia preso parte a decine e decine di film, il suo volto è e sarà sempre quello del Capitan Jack Sparrow, bucaniere incallito protagonista della saga Disney dei Pirati dei Caraibi. I 5 film che narrano le avventure di Jack & Co. attraversano la maggior parte della carriera del Nostro. Partendo dal 2003 nel quale Johnny Depp era sulla cresta dell’onda, fino ad arrivare al 2017, uno dei momenti più bassi dell’attore, assediato da problemi familiari e pessime performance recitative.
Jack Sparrow è la sua isola felice, un personaggio creato con tale zelo e dedizione da rendere epica ogni battuta, anche la più semplice. Risulta infatti difficilissimo trovare qualcuno che non conosca almeno una frase del pirata. Il suo modo di muoversi, ricalcato dal grande musicista Ketih Richards (che vedremo anche lui recitare nel terzo film della saga nei panni del padre del prode Jack) è divenuto iconico, vero punto di riferimento per tutti coloro i quali debbano interpretare in maniera fisica un personaggio chiassoso e incontenibile. Tuttavia Jack è sì sopra le righe, ma mai fino in fondo. Balla sempre nel confine labile che va tra il ridicolo e il geniale; è una mente sopraffina, un combattente capace, un eroe senza macchia nascosto dietro la maschera del codardo pirata arraffone.
Jack Sparrow si muove da una contraddizione all’altra, celando ogni emozione dietro al velo di un’ironia graffiante che mai lo abbandona ma che rende tuttavia, visibile seppur in controluce, il vero nobile spirito del Pirata. Un personaggio che ha fatto scuola e che è divenuto icona di intere generazioni, cosa che nessun pessimo film potrà mai levargli, perché lui è Capitan Jack Sparrow, comprendi?
1° Edward mani di forbice, Tim Burton, 1990
A voler considerare la carriera di Johnny Depp, è pressoché scontato iniziare la scalata da Edward Mani Di Forbice, primo ruolo da protagonista indiscusso, dopo Platoon e il primo capitolo di Nightmare on Elm Street. Film del 1990 e prima collaborazione tra Johnny Depp e Tim Burton, Edward Scissorhands rappresenta un retelling dell’archetipo de La Bella e La Bestia, in cui un essere mostruoso a causa di una diversità fisica si trova gettato nei sobborghi della periferia californiana, tra case dai colori pastello e un’umanità che fa del kitsch il proprio marchio di fabbrica.
Edward, dunque, con le sue forbici e la sua sensibilità quasi infantile, si staglia come una nota di colore, proprio lui che è ammantato solo dei colori più basici: il bianco e il nero. Come è bianco e nero il mondo che Tim Burton gli ha costruito intorno, fatto di persone che la pensano allo stesso modo, si comportano allo stesso modo, e finiscono con l’essere quelle pecore da cui Edward prende le distanze durante una scena iconica della pellicola. L’interpretazione di Johnny Depp in questa pellicola rimane forse la più convincente e struggente della sua carriera.
Con un copione che non arrivava alle duecento parole da pronunciare, Johnny Depp recita con gli occhi e si trasforma in un essere fatto di sguardi curiosi ed espressioni che rappresentano tutto lo sconfinato mondo interiore di questa strana creatura portatrice di neve, strappato dal suo castello in cima alla collina da una venditrice Avon, visto da tutti come un essere da mettere in mostra e dal cuore rapito dalla bella e angelica Kim (Winona Ryder).
A cura di Erika Pomella
Menzione speciale: Animali fantastici – I crimini di Grindelwald, 2018
Se in moltissimi hanno avuto dubbi sulla qualità di questo film ambientato nell’universo magico creato da J.K. Rowling, quasi nessuno ha avuto da ridire sulla performance di Johnny Depp, tornato in auge quasi all’improvviso con questa magistrale interpretazione del mago criminale Gellert Grindelwald. Il look che gli viene donato è perfetto e lui è sontuoso. Ogni momento che appare in scena, gli occhi e le orecchie degli spettatori sono tutti magneticamente attirati da lui. Grindelwald è spietato, furbo e capace ma è anche una persona estremamente sensibile, decisa e con in dote un grande segreto.
Gli occhi duri di Depp ci portano nella crudeltà del mago oscuro ma ci mostrano anche il suo lato umano e fragile, cosa che ci impedisce di odiarlo e ci porta a empatizzare con lui, nonostante tutto. Il suo legame con Albus Silente è cosi forte e dolce che quasi riusciamo a provare dispiacere per un amore che appare così intenso, messo in scena magistralmente dal Nostro e dal collega, l’ottimo Jude Law.
Animali fantastici – I crimini di Grindelwald è il classico di esempio di un film con evidenti problemi ma tenuto a galla da un attore in stato di grazia che rende sopportabili tutte le mancanze. Gellert Grindelwald è infatti un compendio di tutto ciò che Johnny Depp ci ha mostrato nella sua carriera: la fragilità di Edward, la furbizia di Jack Sparrow, la mente criminale di John Dillinger e la spietatezza mista a pura tristezza e malinconia di Boston George.
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