“Prima sogno i miei dipinti, poi dipingo i miei sogni”
Era il 30 marzo del 1853 quando venne al mondo uno dei grandi artisti destinati a cambiare per sempre, ancora una volta, le logiche dell’arte. Vincent Willem van Gogh, primo di cinque figli, nacque a Zundert (Olanda) da Theodorus van Gogh e Anna Cornelia Carbentus. Fin da ragazzo ebbe l’occasione di lavorare a contatto con l’arte, essendo impiegato, a soli sedici anni, in un’azienda che si occupava di stampe e litografie. Tuttavia, i primi disegni, risalgono a qualche anno più tardi, quando per lavoro iniziò a viaggiare tra Londra e Parigi. Una passione che coltivò nel tempo, intraprendendo quella scalata al successo che, oggi, ci permette di ricordarlo come una delle grandi anime artistiche del XIX secolo.
Nel corso della sua carriera, van Gogh completò oltre novecento dipinti, tramite cui esorcizzò alcuni tratti della sua anima tormentata. Il pittore soffrì infatti, a lungo, di disturbi psichici, quali schizofrenia e bipolarismo – celebre è l’episodio in cui si tagliò il lobo dell’orecchio sinistro a causa di una serie di allucinazioni, causate da un furioso scontro con il collega Gauguin, che ammirava profondamente. Dipinti unici, straordinari, quelli di van Gogh, che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte. Influenzando, tuttavia, anche altri settori, come il cinema. In molti film troviamo infatti dei riferimenti alle sue opere. Per non parlare delle molteplici pellicole costruite intorno alla storia della sua vita. Siete curiosi di saperne di più?
Van Gogh: i dipinti nei film
Arancia Meccanica e La ronda dei carcerati
Il primo esempio che ci viene in mente, se pensiamo all’influenza di van Gogh sul mondo del cinema, è sicuramente una scena del film Arancia Meccanica (1971), del regista Stanley Kubrick. Quando vediamo i prigionieri del carcere che passeggiano per l’ora d’aria, non possiamo fare a meno di notare il loro andamento circolare (marcato dalla presenza stessa di un cerchio sul pavimento). Questa scena sembra richiamare perfettamente il dipinto La ronda dei carcerati (1890) di van Gogh, che ripropone fedelmente. Una nota artistica che ha contribuito a rendere Arancia Meccanica un cult dei nostri tempi.
Brama di vivere: Il caffè di notte
Ma Kubrick non è stato il solo regista a scegliere di riprodurre sul grande schermo una tela di van Gogh. Già prima di lui, nel 1956, Vincente Minnelli scelse per il film Brama di vincere (basato, per l’appunto, sulla vita del pittore) di riprodurre fedelmente le ambientazioni presenti in alcuni suoi quadri. È questo il caso de Il caffè di notte, quadro del 1888 che abbiamo l’occasione di vedere “dal vivo” nel film di Minnelli. Una scelta registica che ci ha permesso di vedere, per alcuni istanti, attraverso gli occhi dell’artista olandese.
Sogni di Akira Kurosawa
O ancora, in Sogni, film del 1990 diretto da Akira Kurosawa, abbiamo l’occasione di addentrarci in una serie di suoi dipinti. In uno degli episodi chiave del racconto (che ripercorrono, anche se non esplicitamente, la vita del regista stesso) osserviamo Akira Terao, l’interprete dell’Io, entrare nell’opera Campo di grano con volo di corvi (1890). Un percorso onirico e surreale al termine del quale il personaggio incontra lo stesso autore, reduce dallo scontro con Gauguin e con l’orecchio da poco reciso.
Big Fish e il campo di fiori gialli
Ma spesso, l’amore per i dipinti di van Gogh si è mostrato in maniera sottile, influenzando esteticamente le scelte cinematografiche di alcuni produttori. Pensiamo, ad esempio, al film Big Fish (2003) di Tim Burton. Memorabile è la scena in cui Edward rivela a Sandra di volerla sposare, nonostante si conoscano appena. E, per farlo, la stupisce portando migliaia di fiori gialli sotto alla sua finestra, ricreando un vero e proprio campo di giunchiglie. Questo fotogramma sembra richiamare il quadro Campo di fiori gialli, del 1889. La natura e i fiori erano, d’altronde, un tema caro al pittore, che li riprodusse innumerevoli volte. Come i famosi girasoli, sua firma indiscussa.
Coraline e la porta magica: sogno di una Notte stellata
E l’influenza di van Gogh la ritroviamo anche nel film d’animazione Coraline e la porta magica (2009), di Henry Selick. Dopo essere riuscita a liberare le anime dei bambini uccisi dalla megera, infatti, Coraline vede in sogno un loro avvertimento, capendo di non essere ancora al sicuro. E, dietro alle figure di questi bambini, possiamo osservare un meraviglioso cielo stellato. Un’immagine che richiama perfettamente il dipinto Notte stellata (1889), forse il più grande capolavoro di Vincent van Gogh.
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