La tecnologia 8D in realtà non è una novità e il suo meccanismo è tutt’altro che magico.
Sui gruppi whatsapp e nelle bacheche social stanno comparendo dozzine di fantomatiche canzoni in 8D. Il consiglio che viene dato all’ascoltatore è quello di utilizzare un paio di cuffie per immergersi in un suono “che non passa dagli orecchi ma direttamente dal cervello”. Detta così potrebbe sembrare una formula magica oppure una nuovissima e innovatissima tecnologia di registrazione, ma purtroppo non è così.
Partiamo dal presupposto che la dicitura 8D non ha gran senso, serve semplicemente per dare un senso di ultra-spazialità all’opera. Così come i cinema 4D o altre diciture simili. Lo spazio percepito dai sensi umani è disposto in 3 dimensioni e così il suono si sposta in esse e viene recepito dalle nostre orecchie. Tramite le vibrazioni il nostro apparato uditivo invia un segnale elettrico al cervello che elabora la modulazione rendendoci noto cosa stiamo ascoltando.
Cosa funziona quindi questo effetto a 360 gradi?
In realtà parlare di 360 grandi non è, neanche in questo caso, del tutto giusto. Alla base di tutto c’è una modulazione sonora sulla direzione del suono, sul pan. In pratica, con un semplice effetto di auto-pan, si portano tutti i suoni da destra a sinistra (e viceversa). Cosa dà allora la sensazione che il suono circoli? Anche qui ci viene in aiuto la fisica e la nostra percezione del suono. Il nostro cervello tende a considerare i suoni acuti più in alto mentre quelli più gravi in basso. Con una giusta modulazione e un’equalizzazione del suono si ha la possibilità di enfatizzare certe frequenze nel momento in cui arrivano agli estremi di lato oppure quando sembrano passare di fronte all’ascoltatore. Le frequenze acute e gravi hanno anche il compito di far percepire il suono più vicino e più distante in modo identico a come descritto prima.
Perché allora non è considerabile un vero suono a 360 gradi?
Per quanto le canzoni in 8D cerchino di sfruttare la percezione sonora umana per dare un senso di circolarità al suono, in realtà esso si sposterà semplicemente da un lato all’altro. Vien da sé che un semplice ascolto in stereo (cioè due canali sonori distinti) può avere una dimensionalità di sole due variabili.
Con l’avvento del DVD, ormai venti anni fa, la musica si trovò di fronte a una vera e propria rivoluzione mancata. Alcuni tentarono la via del DVD musicale, formato che comprendeva la possibilità di registrare e modulare i suoni in un sistema Dolby Surround. In quel caso la spazialità del suono variava in base al numero di segnali disposti nell’ambiente (di solito 5 o 7). In quel caso l’idea di suono a 360 gradi era decisamente più appropriata, pur non del tutto veritiera. Purtroppo la crisi del disco di quegli anni, e la necessità di un impianto di ascolto dedicato, fecero naufragare la tecnologia e le sue evoluzioni.
Perché la musica 8D è diventata virale?
Questo tipo di modulazione esiste già da anni ma è tornata alla ribalta in questo momento, proprio come le classiche catene di messaggi, probabilmente grazie alla quarantena dovuta al Covid-19. Probabilmente lo stare in casa ha aiutato il diffondersi dell’ascolto in cuffia e, di conseguenza, di questa nuova tipologia di fruizione. Con le dovute accortezze in fase di mixing citate sopra, ogni canzone al mondo potrebbe essere trasformata in 8D. Se l’interesse su questo genere di mixaggio prenderà piede non è escludibile che alcuni produttori si dedichino a tracce strutturate intorno a questa metodologia di ascolto ottimizzando quindi la circolarità del suono. Sotto un esempio di ascolto in 8D.