La Quercia: il cuore ardente di Walt Whitman rivive in una raccolta inedita|Recensione
La Quercia è il capolavoro nascosto di Walt Whitman. Un passionale insieme di poesie che ci mostrano i tumultuosi sentimenti del poeta, che attraverso il tema dell'amore omosessuale dipinge un ritratto dell'Amore universale
Alla soglia dei quarant’anni, Walt Whitman abbozzò dodici poesie su un taccuino rilegato a mano che intitolò Live Oak, with Moss. Si tratta delle riflessioni intense e personali di Whitman sull’attrazione e sui sentimenti che provava per altri uomini e al contempo delle sue esplorazioni più avventurose sul tema dell’amore omosessuale. Questo insieme di poesie rivoluzionarie, bellissime e appassionate non fu mai pubblicato dall’autore ed è quindi rimasto sostanzialmente sconosciuto al grande pubblico – fino ad ora. (Postfazione a La Quercia, Karen Karbiener)
Poesie cancellate, smembrate, ricostruite e nascoste in altri contesti. Taccuini che “bruciano”, pagine proibite da celare come un peccato capitale. Live Oak, with Mossè stato per molto tempo la verità inconfessabile di uno dei più grandi poeti della storia.
Walt Whitman amava molto e ardentemente. Godeva e soffriva del sentimento con tutto se stesso covando in seno, allo stesso tempo, la paura di essere “scoperto” dalla chiusa società dell’epoca. Un eterno nascondersi ai più, un eterno donarsi all’altro, il prescelto amante. Un tumulto del cuore e dell’anima che ha ispirato e torturato la mente del poeta. Il risultato è un insieme di poesie che scolpiscono l’Amore nel marmo della letteratura. Su carta sono poste molte delle incomunicabilità che tale sentimento porta con sé, Whitman, a prescindere dai gusti meramente sessuali, dipinge i tormenti e le gioie del cuore cantando di tutti: uomini, donne e di qualsiasi essere umano che abbia provato in vita passione e ardimento. L’amore omosessuale è lo spunto, le conclusioni sono trasversali, e chiamano in causa l’umanità in toto.
La Quercia, tra illustrazioni e versi
La Quercia gioca con gli occhi e la mente del lettore. Pone il senso della vista come sostegno alle parole che vediamo scorrere sulle pagine di questa splendida e curata edizione di Tunué. Mentre procediamo nella lettura veniamo accompagnati dalle illustrazioni di un ispiratissimo Brian Selznick, talentuoso padre creativo di Hugo Cabrete sensibilissimo artista dal tratto morbido ed evocativo. Con un approccio semplice e con tecniche miste — forse poco riuscite la commistione tra foto e disegno in alcune immagini — Selznick riesce a a donare ai componimenti un linearità visiva che contribuisce all’immedesimazione del lettore.
Le illustrazioni e le immagini sono una lente di ingrandimento, proprio come le poesie sono un focus del cuore infiammato di Whitman, nascosto come il fuoco della quercia che apre l’opera. Da un paesaggio in bianco e nero, Selznick, attraverso una cinematografica zoomata, ci porta verso i rami dell’antico albero per scorgere la vena di vita che pulsa nella corteccia fino a farci approdare in un cielo azzurro pronti ad affrontare un’altra storia, un’altra avventura d’amore; la matita cede al colore, tinte accese accompagnano le tavole.
Il fuoco all’interno dell’albero è simbolo dell’anima fiammeggiante di Whitman, l’esplosione calda di colore riempie la silhouette del poeta che nei collage di immagini che alternano le illustrazioni ci accompagna in un valzer di città fatto di palazzi e scorci urbani. Il progredire, pagina dopo pagina, delle illustrazioni ci pone in un climax che ritrova nella corsa, l’uno verso l’altro, di Fuoco e Uomo, lo “scontro” che porterà all’accettazione di sé, ad un esplosione di colori che apre innumerevoli possibilità a chi si “piega” alla passione vivendola pienamente. All’amore appagante e libero il poeta si immola.
In questi versi vive tutto del sentimento che i biologi riducono alla chimica e i poeti in canto, l’amore in tutti suoi passi e balzi. L’innamoramento, la tempesta dell’essere insieme in un tutt’uno, la malinconia dell’addio forzato, le macerie di un affetto esaurito. Le immagini e le illustrazioni di Selznick, che aprono alla raccolta, preparano il lettore ai componimenti. Prima si visualizza, poi si acquisisce leggendo. La bellezza dell’operazione è soprattutto in questo aspetto, vale a dire presentare la complessità del pensiero di Whitman attraverso canali diversi che trovano in una ispirata comunione un legame indissolubile, che esalta le parole del poeta e, viceversa, le immagini trovano nei versi la miglior didascalia possibile. Dimostrazione tangibile del vecchio adagio “la poesia è costruzione di immagini”.
Sin dalla propria nascita passando per il ritrovamento di un fortunato e attento bibliotecario, La Quercia si rivela immediatamente un classico della poesia con tema l’Amore. Il lettore si troverà a percorrere un breve viaggio — nonostante sia presente il dibattito sulla presunta linearità della suite — al fianco di un uomo che fatica ad esprimere ciò che sente e che trova nei versi il mezzo adatto a dar voce a sentimenti altrimenti incomunicabili.
Nono ho il coraggio di dirtelo a parole – neppure qui
Live Oak, with Moss, una banda di fratelli
Ciò che prova Whitman è complesso, astratto, caotico, acuto; e in questo il lettore si riconosce.
Credits: Selznick/Tunué
Adesso mentre siedo da solo, desideroso e assorto,
mi sembra che ci siano altri uomini, in altre
terre, desiderosi e assorti come me.
Mi sembra perfino di poterli vedere e osservare,
in Germania, Francia, Spagna —O più
distanti in Cina, oppure in Russia-che
parlano altre lingue,
E mi sembra che se avessi l’occasione di poterli
conoscere meglio, saprei di certo amarli,
come amo gli uomini della mia terra,
Mi sembrano anche loro avveduti, attraenti,
concilianti come gli uomini della mia terra
E sa bene che sapranno essere fratelli —So bene
che insieme sapremmo essere felici.
Nonostante Whitman sia la voce del suo Paese e della propria gente, gli Stati Uniti d’America, riesce a infondere nelle proprie poesie un senso ecumenico confortante. Ed è qui che ritroviamo la grandezza de La Quercia: tutti si leggono nei versi come in uno specchio d’acqua, con l’occasione, forse, di poter riflettere sui propri imponderabili sentimenti grazie al confronto con chi a questi sentimenti è riuscito a dar voce nonostante le difficoltà dell’incomunicabilità. Opera sentimentalmente educativa. Un classico.
Credits: Selznick/Tunué
Selznick/Tunué
Selznick/Tunué
Sebbene chieda di essere ricordato per
‘quell’oceano infinito d’amore che si portava dentro’