Il Principe e la Sarta, recensione del capolavoro edito Bao Publishing

Edito da Bao Publishing, Il Principe e La Sarta è un delizioso e commovente racconto d'amicizia e riscatto e un prezioso sguardo sulla questione di genere

il principe e la sarta, copertina
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Edito da Bao Publishing, Il Principe e La Sarta è il graphic novel firmato da Jen Wang che racconta una storia dolce e attuale senza far ricorso a sciocchi manierismi o esercizi di stile che avrebbero potuto annullare una delle qualità maggiori dell’opera: la naturalezza.

Il Principe e La Sarta, infatti, tratta un tema molto delicato, che nella nostra situazione sociale viene aggredito da alcuni esponenti della politica e della cultura come qualcosa che non esiste, qualcosa da dover odiare, qualcosa che viene detta solo per portare caos: la questione di genere.

Tuttavia l’autrice ha scelto di non voler salire in cattedra ed enunciare perché sono importanti i gender studies, perché sia vergognoso che nel 2020 ci siano ancora persone con un certo seguito che ridicolizzino una situazione naturale e perché ci sia bisogno di dar voce all’umanità nella sua interezza. Jen Wang non fa niente di tutto questo: si limita, invece, a raccontare una storia. Nel modo più naturale possibile, e già questo non è cosa da poco.

Il Principe e La Sarta, la trama

Il graphic novel si apre in una Parigi di inizio secolo scorso, coi suoi palazzi in ardesia e le strade piene dei variopinti colori della moda che faranno della capitale francese il nucleo pulsante di una delle industrie più importanti della nostra epoca.

La protagonista è Frances, una ragazza che lavora come sarta in una boutique e che si vede costretta a confezionare un abito in una sola notte per una ragazza che dovrà partecipare al ballo indetto dai reali belga per cercare una consorte al loro figlio. Solo che la richiesta che la nobildonna fa a Frances stona incredibilmente con quelli che erano gli stilemi del tempo: la ragazza, infatti, chiede un abito che la faccia sembrare la figlia del demonio. E Frances, che ha fantasia e talento, segue le direttive della sua cliente, realizzando un abito particolare e unico.

Mentre il suo capo, però, le dice che il vero cliente non è chi richiede l’abito ma chi invece lo paga, rimproverandola per la sua sfrontatezza, Frances riceve un’inaspettata proposta di lavoro: essere la sarta del principe. Proposta che la ragazza accetta seduta stante. Quello che ancora non sa è che il Principe Sebastian ha idee precise sugli abiti che vuole e che, di certo, quelli che Frances dovrà confezionare in gran segreto non sono i vestiti che un principe dovrebbe mostrare in pubblico.

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Un mondo di colori e accettazione

Il Principe e La Sarta cattura immediatamente lo sguardo del lettore per la tecnica eccellente con cui si mostra. I colori accesi, dalle ombreggiature perfette e le tonalità che alternano i toni pastelli a quelli più coraggiosi che quasi tendono al fluo, sono il contorno perfetto per una storia che rappresenta un piacere per lo sguardo già dalle prime tavole.

Lo stile della Wang, inoltre, è caratterizzato da linee estremamente morbide e tendenti alla curva, che accompagnato ai grandi occhi dei personaggi e alle loro espressioni pieni di sorpresa e coraggio aiutano a trasmettere immediatamente un senso di purezza e delicatezza, che sono le caratteristiche principali di questa fiaba che ha richiami a Cenerentola e a L’Incantesimo del Lago e che in parte sembra richiamare il tipo di amicizia vista in Paradise Kiss di Ai Yazawa, tra Joji e Isabella.

Il tratto delicato e favolistico è dunque lo strumento perfetto per mettere in scena una storia che parla di accettazione, pur senza farlo. Perché Jen Wang non sente il bisogno di sensibilizzare il suo pubblico, o di mostrare come bisogni fare per accettare qualcuno diverso da noi.

La diversità, nella storia de Il Principe e la Sarta, semplicemente non è contemplata. Almeno non nel senso in cui la può avvertire un lettore: è una constatazione di fatti e di intenti, semplicemente. Come notare che qualcuno ha gli occhi blu e un altro li ha marroni. Tutto qui.

Il Principe e la Sarta, storia di un’amicizia

E dal momento che non c’è alcun intento di educare, spiegare o mostrarsi superiori e/o comprensivi, il cuore di questo meraviglioso graphic novel passa attraverso la costruzione di un’amicizia e di una complicità che riscaldano davvero il cuore.

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Al centro de Il Principe e la Sarta ci sono due adolescenti che, per un motivo o per un altro, devono trovare il proprio posto nel mondo. Meglio, devono trovare un posto nel mondo che li accetti per quello che sono, con le proprie debolezze e i propri sogni che sembrano irrealizzabili.

Sebastian è gravato a terra dal peso di una corona che non pensa di meritare e dall’affetto verso due genitori che non vuol deludere. Frances invece sogna di volare in alto, con il cucito come unica àncora a dare senso ad una vita che potrebbe essere priva di scopo.

Due anime alla deriva, due anime in divenire che si prendono per mano e accettano di camminare insieme lungo la perigliosa avventura di nome Vita.

Graphic Novel che si può leggere tutto d’un fiato e che vi lascerà addosso un sorriso tenero difficile da cancellare, Il Principe e La Sarta è una fiaba che, pur ambientata all’inizio del Novecento, è più che mai attuale. E, per questo, imperdibile.

Sembra addirittura che questa storia sarà trasportata a Hollywood con un film musical, con musiche scritte da Kirsten e Bobby Lopez, che avevano già firmato la colonna sonora di Frozen.

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