Quarantena, ovvero: il periodo migliore per (ri)scoprirsi cinefili. 8 film fondamentali
Anni ’90: American Beauty la fine del sogno americano
Non è un caso se questo è il terzo film che rappresenta il suo decennio al volgere dello stesso. Sono film che raccolgono la sapienza di tante stagioni passate, e si spingono più avanti. Con American Beauty non finisce però solo una decade. Finisce un secolo, un millennio, un’intera epoca, trascinata nel duemila da questo film. L’istantanea consacrazione di Sam Mendes è un folgorante affresco dell’uomo post-moderno e della crisi dei suoi valori, ma non si ferma qui. American Beauty tenta di ridefinire l’eroe di una contemporaneità ormai troppo lontana dalla bellezza.
Il sofferto melologo di Lester Burham è quindi una regressione ad un mondo fanciullesco e perduto fatto di contemplazione ed incanto. L’incontro con la splendida Angela sarà il punto di non ritorno per Lester, che rinuncerà progressivamente al suo lavoro, alla sua famiglia, alla sua identità di uomo americano, per riscoprire la pura essenza della bellezza. Il mosaico di personaggi che gravita intorno alla migliore performance di Kevin Spacey intesserà quindi un dramma corale: il racconto della fine del sogno americano e l’illusione mitologica di una bellezza che esiste al di là dei dogmi della modernità.