Spider-Man: Tutti i film dal peggiore al migliore |Classifica
I film dedicati a Spider-Man si sono moltiplicati negli ultimi anni. Così abbiamo deciso di stilare una classifica per dirvi quale secondo noi è il migliore
I tormentati rapporti tra Sony e Dinsey/Marvel hanno reso la vita cinematografica di Spider-Man una vera epopea. Dopo tanti scontri e riappacificazioni, l’eroe più amato de La Casa delle Idee ha ritrovato vita sul grande schermo attraverso un reboot marcatamente contemporaneo.
Watts prende a piene mani dalla ristrutturazione del personaggio portata avanti agli inizi degli anni duemila da Brian Michael Bandis e Mark Bagley (Ultimate Spider-Man) e confeziona un Peter Parker adolescente dei nostri tempi. Un film dal carattere marcatamente puberale, Homecoming si rivela un ottimo capitolo di origini coadiuvato anche dalla libertà di non dover pedissequamente rinarrare gli albori del supereroe, visto il suo esordio nella avventura corale Captain America: Civil War.
Ad arricchire il film ci pensa un villain ben strutturato e ben collegato ai titoli precedenti dell’MCU: L’Avvoltoio di Michael Keaton. L’attore, in un gioco di scatole cinesi, si fa beffe della propria carriera indossando nuovamente le ali alla Birdman all’interno di un cinecomic, rendendo il personaggio un qualcosa di a sé stante all’interno dell’opera, la cui sottotrama dona maggiori sfumature ad un film altrimenti estremamente teen.
Spider-Man: Homecoming è quindi un esordio degno di questo nome, che pone le fondamenta per il futuro dell’MCU e delinea le caratteristiche principali del suo supereroe di punta. La scelta, poi, di presentare uno Spidey adolescente e alle prime armi dimostra che il viaggio è ancora lungo e che Tom Holland diverrà la pietra angolare su cui costruire le fasi future.
A cura di Luca Varriale
5. Spider-Man: No Way Home, Jon Watts 2021
A cura di Nicolò Mazzoni
Dopo anni di attesa, gli spettatori hanno avuto perfettamente ciò che desideravano: il ritorno sul grande schermo di tutte le altre versioni live action di Spider-Man ovvero quella amatissima di Tobey Maguire e quella estremamente rivalutata nell’ultimo periodo di Andrew Garfield. Il film, avendo puntato molto su questi due ritorni, è di conseguenza principalmente fan service dal primo all’ultimo minuto, reso ancora più emozionante anche dal ritorno di alcuni villain storici come il Doc Oc di Alfred Molina, il Goblin di Willem Dafoe e l’Electro di Jamie Foxx.
Se andiamo a guardare la trama, questa, purtroppo, non raggiunge il livello di altri film sull’uomo ragno, ma è comunque ben riuscita se si pensa alla maturazione e allo sviluppo dello Spider-Man di Tom Holland, che appare decisamente più cresciuto e che, come le sue precedenti versioni, dovrà anche affrontare la perdita di un carissimo parente. Tutti hanno scoperto la vera identità di Spider-Man e allora quest’ultimo, forte della rinnovata amicizia con Doctor Strange, chiede allo stregone di far dimenticare a tutti della sua esistenza. L’incantesimo va male causando gravi problemi al Multiverso e provocando l’inaspettato arrivo di molti tra gli antagonisti storici di Spider-Man.
Il film diventa quindi una costante ricerca da parte del protagonista, aiutato poi dall’arrivo delle altre due sue versioni, di rispedire i villain a casa prima che questi possano causare danni seri, tutto con un forte focus sul concetto di Multiverso, divenuto ormai centrale nei prodotti dell’MCU. Stiamo parlando di una pellicola divertente, estremamente scorrevole nonostante la sua lunga durata e che, per il modo in cui è stata pensata e messa sullo schermo, è sicuramente capace di emozionare gli spettatori di generazioni differenti.
4. Spider-Man, Sam Raimi, 2002
A inizio secolo Sam Raimi affila i ferri del mestiere e decide di riportare in auge la figura dell’Uomo Ragno, quasi scomparsa dai radar cinematografici. Il film è esattamente quello che un cinecomic basato sulle origini di un supereroe dovrebbe essere: è brillante, rapido, frizzante. Ci immergiamo totalmente nella vita di Peter Parker, ci affezioniamo a zia May, ci innamoriamo della bellissima Mary Jane Watson. Il passaggio da ragazzo a superuomo del protagonista raccontato in maniera ottimale, senza lungaggini inutili o spiegazioni non necessarie. Quando finalmente Peter controlla i poteri del ragno, le coreografie realizzate tra i palazzi di New York sono una delizia, Raimi si diverte e ce lo dimostra in ogni frame.
Il villain scelto per questo film poi è azzeccatissimo. Non il personaggio del Green Goblin in sé per sé, quanto la scelta dell’attore che deve interpretarlo. Willem Dafoe nella parte di Norman Osborn si mostra in stato di grazia. Il suo sguardo folle riesce a trasmettere in ogni istante la malvagità del mega miliardario. Stesso discorso per i personaggi secondari, J.K. Simmons nei panni di James Jonah Jameson è eccellente; lui insieme a James Franco che interpreta Harry Osborn e Kirsten Dunst nei panni di MJ completano un cast di interpreti che tengono lo spettatore incollato allo schermo, per un film che procede in maniera fluida ed elegante, viaggiando sul dolce filo della ragnatela, sulla quale Spider-Man vola tra i palazzi di New York. Un film che funziona in ogni suo frangente e che non ha carenze evidenti. La grande fortuna dei cinecomic che da lì in poi avrebbero invaso il mercato globale arriva da questo piccolo gioiello di Raimi, superato solo dal suo stesso seguito.