Era il 2012 quando Daniel Katz decise di chiamare la sua casa di distribuzione e produzione con lo stesso nome di un’autostrada italiana. Quella che collega Roma a L’Aquila, capoluogo abruzzese, la A24. Non sappiamo cosa stesse facendo Katz in quel del centro Italia, ma poco importa. Probabilmente, non sapeva che avrebbe cambiato gran parte della storia del cinema indipendente.
Moltissimi i film prodotti o comunque distribuiti dalla A24 che hanno donato qualcosa di importante al cinema tutto, non solo indipendente. Film di genere che passeranno sicuramente alla storia, basti pensare al caso Moonlight, un vero esordio col botto. Primo film prodotto ed è stato subito premio Oscar.
Stilare una classifica oggettiva sui migliori film prodotti dalla A24 è molto difficile. Fortunatamente, l’asticella qualitativa dei “suoi” film è molto alta. E, con il cuore in mano, escludiamo quei film meno belli rispetto ad altri, ma comunque molto belli e degni di almeno una visione. Per non fare ulteriori torti, i film elencati sono in ordine sparso e non per gradimento. In attesa di The Lighthouse.
The VVitch, Robert Eggers, 2015
Se ne è parlato tanto di questo The VVitch. Una perla dell’horror che ha segnato l’esordio dietro la macchina da presa di Robert Eggers. Un folk horror con una giovanissima Anya Taylor-Joy, altra grande attrice lanciata proprio da questo film. Non aspettatevi saltuari jumpscare ma una costate inquietudine che non accenna mai a finire.
Tra i migliori film del 2019, Midsommar riscrive le regole dell’horror. Dopo Hereditary (altro grande film targato A24), Aster ci trascina in una commistione di generi e sottogeneri, dando alla luce un film sensazionale ma soprattutto rivoluzionario. Un horror alla luce del giorno, in una comunità pagana svedese dove le regole sociali sono ben diverse dalle nostre. Insieme ad Eggers, Ari Aster rappresenta una speranze non di poco conto per gli amanti dell’orrore.
Il cinema della costa ovest unito a quello della costa est degli Stati Uniti. Una vera e propria sintesi brillantemente diretta dai fratelli Safdie e con un Adam Sandler al suo secondo ruolo drammatico e ingiustamente escluso dalla corsa agli Oscar. Nel caso in cui non l’abbiate visto, fatelo. Qui la nostra recensione.