Die Antwoord – HOUSE OF ZEF [RECENSIONE]

Un ultimo disco spento e ripetitivo per i Die Antwoord

Antwoord
Die Antwoord. Credits: J.RISTANIEMI/Flickr
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L’electro/rap anarchico dei Die Antwoord suona ormai stanco e ripetitivo

Quando i Die Antwoord sono esplosi sulla scena musicale mondiale, sembrava quasi che dovessero cambiare per sempre la storia del rap. Forse non tanto in là, ma comunque il loro stile musicale era talmente fresco, innovativo, intemperante, schizofrenico, parossistico, che non li si poteva ascoltare se non con ammirazione ed entusiasmo. Oggi, passati dieci anni e trascorso un decennio di musica incredibile, quello stesso stile appare provato da un’evoluzione ormai spenta, che si trascina dietro tutta la fatica del dover reggere un’immagine, quella di gruppo “rivoluzionario”, che infine fagocita sé stessa.

La forza dell’alchimia sonora e canora della band, l’impatto provocatorio della coppia Ninja/Yolandi, la velocità e l’efferatezza con la quale le barre rap vanno a colpire l’ascoltatore. Tutti questi elementi si ritrovano ancora in HOUSE OF ZEF, quello che (in teoria) dovrebbe essere l’ultimo album del gruppo sudafricano. Ma vi si ritrovano come attenuati, proposti controvoglia, con poca energia. Anche la componente più ironica della musica dei Die Antwoord, che emerge tra le strofe e nelle deviazioni di canto più intenzionalmente “freak”, poco può fare per rinnovare una formula ormai iper-collaudata. Altra cosa che non aiuta è l’inclusione di featuring poco interessanti, di artisti certo validi ma il cui contributo passa, di fatto, praticamente inosservato.

Un buon disco? Anche sì. Un testamento degno? Anche no

Canzoni valide ce ne sono: LAMBO LIFE, BANG ON EM e FUTURE BABY, quest’ultima un interessante esperimento di techno/rap, sono pezzi che riportano tutti quanti le caratteristiche migliori dello stile del gruppo. Ma peccato che l’album termini proprio quando comincia a migliorare. L’ultima canzone (l’unica non in caps lock), No 1, è una riflessione pacata sulla fama e sul successo, che lascia da parte per un attimo ogni bisogno di trasgressione, per affrontare un argomento con serietà e, strano dirlo per i Die Antwoord, maturità. Nella canzone il gruppo si trasforma quasi nei Pet Shop Boys (il che, per inciso, è un bene). E facendo ciò lascia intravedere un lato della propria musica di ispirazione ben diversa rispetto a quanto ci hanno abituati.

Un rap conscio, intelligente, per certi versi raffinato, che però viene quasi sempre soffocato, nel resto dell’album, da pugnalate elettroniche e ritmi forsennati un po’ fini a sé stessi. Un “cosa sarebbe potuto essere” che non troverà mai attuazione, insomma. In sostanza: un buon disco? Anche sì. Un testamento degno? Anche no. Non può finire così. Speriamo che i Die Antwoord se ne rendano conto, e si rimettano al lavoro per darci magari, la prossima volta, un disco onesto, sincero e impegnativo: cosa di cui sappiamo che sono più che capaci.

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Die Antwoord – House of Zef / Anno di pubblicazione: 2020 / Genere: Electro Rap