Ozzy Osbourne: i migliori dischi del padrino dell’heavy metal

La nostra classifica dei migliori album di una delle personalità più importanti nel panorama musicale: Ozzy Osbourne.

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I migliori dischi di Ozzy Osbourne: il podio ed un ovvio ex-aequo

3) Ozzmosis, 1995

Un album divisivo e polarizzante, detratto e amato da schiere opposte di fan. Dietro un’opera che scinde le opinioni in maniera così estrema spesso si nasconde il genio, e già il titolo Ozzmosis parla da solo. Certo, il disco aveva l’ingrato compito di uscire dopo il successo strabordante di No more tears, e per molti la piega pop rock di Ozzmosis era il prodromo del fallimento di Down to Earth.

Un ascolto più attento e meno fanatista riscoprirà dietro un sound che si fa di fatto più accessibile una varietà e una qualità nelle idee compositive di altissima fattura. E basterebbe citare l’intro di Perry Mason per rendersene conto, senza dubbio un classico tra i brani di Ozzy Osbourne. Il ritmo globale dell’album è però molto vario, si muove con agio tra generi e metronomi restituendo un ascolto complessivo molto articolato. Un esperimento di ibridazione, o meglio di osmosi, col pop rock perfettamente riuscito, che rende Ozzmosis l’ultimo disco della stagione d’oro di Ozzy.

2) No more tears, 1991

Uno dei dischi per antonomasia del madman, No more tears forma un ideale trilogia di capolavori con Blizzard of Ozz e Diary of a madman. Dopo la parentesi con Jack E.Lee Osbourne torna alla potenza e al vigore del suo sound originale, consacrando alla gloria Zakk Wylde. Il disco non ha una sola traccia debole, non un brano fuori posto. Persino nella piega più intimista della ballata Mama, I’m coming home, Ozzy firma un capolavoro imperituro.

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Ed è davvero un ritorno a casa questo disco, a quelle sonorità materiche che stregarono tutti all’esordio dell’ex Black Sabbath. E se No rest for the wicked era la prova, con questo disco arriva davvero la conferma per Wylde, che versa dei riff roboanti e dei soli cesellati al millimetro. E allora risuona subito lo splendido fraseggio che spacca a metà una title track già magnifica, ma che con l’assolo di Wylde entra prepotentemente tra le migliori canzoni di Ozzy Osbourne.

1) Blizzard of Ozz, 1980; Diary of a madman, 1981

Un ex-aequo che è scontato per tutti, ma non poteva che essere così: il dittico di esordio di Ozzy Osbourne è marchiato a fuoco nella storia della musica. Crazy train, Mr.Crowley, Over the mountain, You can’t kill Rock And Roll e molti altri tra i brani più iconici del madman sono contenuti in questi due album. Era difficile riprendersi dall’uscita dai Black Sabbath, dall’addio a quegli amici salutati in Goodbye to Romance, ma nella musica Ozzy avrebbe trovato la via di fuga ad una progressiva e irreversibile autodistruzione.

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Diede così vita al progetto musicale forse più importante della sua vita, risorgendo dalle sue ceneri e regalandoci un paradigma artistico diventato esemplare. Gli eccessi più estremi da una parte, una musica che vive aldilà del personaggio dall’altra: il personaggio-Osbourne non è mai diventato una maschera per vendere musica. Piuttosto, l’alone leggendario dell’uomo dietro l’artista non ha fatto che amplificare la bellezza già assodata di brani meravigliosi.

Complice una sezione ritmica che pulsa come il cuore di un treno pazzo, complice l’inventiva e il talento di Rhoads, è davvero difficile eleggere una canzone tra queste due scalette incredibili. Altrettanto difficile è passarle in rassegna per enumerarne le qualità. Dai synth che introducono Mr.Crowley alle punte più psichedeliche di Suicide Solution; dalla batteria infaticabile di Over the High Mountain alle atmosfere più cupe di Believer o della complessa Diary of a Madman, siamo di fronte ad un’antologia senza sbavature. Non resta che farsi stregare nuovamente dagli incantesimi del mago di Ozz.

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