Mr. Nobody è l’ultimo uomo destinato ad una morte naturale in un mondo fantascientifico e distopico in cui l’umanità, grazie al processo della telomerizzazione, è riuscita a conquistare l’immortalità. Siamo nell’anno 2092 e NemoNobody ha ben 117anni, assurgendo così a simbolo di una società ormai polverizzata dai progressi della scienza. Alla stregua di un fossile o di una rarissima reliquia, il signor Nobody viene interrogato e studiato da una serie di giornalisti e scienziati. E’ così che lo psicologo Feldheim, uno dei primi volti che ci viene presentato sullo schermo, tenta di far riemergere i nebulosi ricordi dell’anziano attraverso un processo di ipnosi regressiva.
La vita di questo misterioso uomo ha avuto inizio in una dimensione celeste, elemento che accomuna tutte le donne e gli uomini che hanno popolato la terra. Tuttavia, a differenza di chiunque altro, Mr.Nobody è in grado di ricordare quella fase precedente all’inizio della sua vita. Gli Angeli dell’oblio, così chiamati dallo stesso protagonista, hanno dimenticato di apporre il segno della dimenticanza sul labbro del piccolo Nemo, condannandolo a ricordare ogni cosa e ad avere così davanti agli occhi passato, presente e futuro per tutta la sua vita.
L’infanzia e La scelta
Successivamente al ricordo di questa prima fase ancestrale, Mr. Nobody racconta di aver scelto i propri genitori, in particolare la madre per il buon profumo e il padre per la sua conoscenza dell’effetto farfalla, qualcosa che lo ha affascinato sin dagli inizi della sua memorabile vita. In seguito ad un’infanzia abbastanza ordinaria, se così si può definire, i genitori di Nemo decidono di divorziare, decisione che avrà un effetto incalcolabile sulla vita del personaggio interpretato da Jared Leto. E’ proprio questo il momento che decreta l’unicità dell’esistenza di un comune bambino di nove anni.
Nove anni, è questa la prima fondamentale età nel corso della vita di Mr.Nobody. Dinnanzi a uno dei binari della stazione ferroviaria Chance, nome affatto casuale, Nemo è costretto a decidere se rimanere fra le braccia del padre o seguire il treno della madre. E’ indubbiamente questa la prima grande scelta di una struttura concentrica, fatta di scatole cinesi, in cui ogni scelta comporta un futuro diversa nel ciclo esistenziale del protagonista. Dinnanzi ad un incredulo giornalista del suo presente, il vecchio Mr.Nobody racconta di aver vissuto più vite, sia quelle decretate dalla scelta del padre, sia quelle determinate dalla scelta della madre.
L’adolescenza e l’amore
La seconda macrofase delle memorabili vite (a questo punto il plurale è d’obbligo) di Nemo è rappresentata dalla sua adolescenza e dai suoi quindici anni, età in cui conosce l’amore. E’ qui che il labirinto esistenziale si infittisce, generando delle intricate combinazioni condizionate dall’effetto farfalla, per il quale piccole variazioni nelle condizioni iniziali producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema, o di una vita come in questo caso. Il comune denominatore delle adolescenze vissute da Nemo è la sofferenza causata da un forte senso di solitudine, dovuto alla separazione dei propri genitori.
Il giovane quindicenne tenta di colmare questo vertiginoso vuoto grazie al migliore dei rimedi possibili, l’amore. Amore che questo giovane adolescente tenta di trovare in tre diverse ragazze: Anna, Elise e Jean rappresentate rispettivamente dal colore rosso, giallo e blu. Nella possibile vita in cui Nobody sceglie di seguire la madre, il ragazzo ha la possibilità di conoscere Anna.
In una prima versione, durante una gita al lago Nemo rifiuta bruscamente la compagnia di Anna, allontanandola e facendo sì che i due non abbiano un futuro insieme. In un’altra vita parallela, invece, Nobody decide di accogliere la compagnia della giovane ragazza, della quale si innamora follemente. E’ a questo punto che, per uno degli innumerevoli casi della vita, la madre di Nemo e il padre di Anna si conoscono e si innamorano a loro volta, mettendo sotto lo stesso tetto i due giovani amanti. Tuttavia, in seguito alla separazione dei due, il padre di Anna trova lavoro a New York e la giovane è costretta a seguirlo, creando così un lacerante strappo nel suo cuore e in quello del Mr. Nobody quindicenne. I due continueranno a cercarsi continuamente, sentendosi legati da un inossidabile fil rouge.
Nell’alternativa di vita in cui Nemo sceglie invece di rimanere con il padre, decide di avventurarsi e partecipare al ballo della scuola ed è qui che conosce la seconda donne della sua vita. Elise è un’adolescente tormentata, votata alla sofferenza e ad una forma di autodistruzione che ravvisa anche in Nemo, al quale decide di avvicinarsi nonostante l’amore per un certo Stefano. Il giovane decide allora di presentarsi a casa di Elise per dichiararle il suo amore. Nel primo caso, la ragazza confessa a Nobody il suo amore per Stefano, piantandolo in asso sulla porta di casa. Nel secondo, invece, Nemo prende l’iniziativa e le dichiara il suo amore, conquistandola, o almeno così sembrerebbe, e sposandola diversi anni dopo.
Altra possibilità legata all’esistenza del protagonista insieme al padre è quella in cui Nemo, rifiutato da Elise, decide di affidarsi al caso e promette a se stesso di sposare la prima ragazza con la quale sarebbe riuscito a ballare. E’ così che improvvisamente si palesa Jean, la giovane ragazza dai tratti orientali simboleggiata dal colore giallo. Jean rappresenta il trionfo della parte più volitiva di Nobody, deciso a riscattare un’adolescenza fatta di delusioni e sofferenze.
L’età adulta
La terza fase delle vite di Mr. Nobody è simboleggiata dall’approdo all’età adulta. Nella versione in cui Nemo ha conosciuto e si è innamorato di Anna durante la sua adolescenza, i due rimangono separati per un lungo lasso di tempo, fino al miracoloso giorno in cui si incontrano nuovamente per caso in una stazione e dopo aver patito una grande sofferenza, si uniscono in una scena d’amore che da l’impressione che nulla sia cambiato.
Tuttavia Anna mette Nemo difronte all’evidenza di una lunga separazione, per la quale ha bisogno di tempo per pensare ed è così che decide di lasciargli il suo numero su un bigliettino di carta. Quel numero viene incredibilmente cancellato da una goccia di pioggia, causata dalla cottura di un uovo destinato ad essere mangiato da un impiegato brasiliano, rimasto mesi prima senza lavoro a causa della delocalizzazione nel suo paese, provocata, fra gli altri, dallo stesso Nemo.
In un’altra delle numerose vite parallele, le cose sembrano andare per il verso giusto a Nemo, che riesce a sposare Anna, il vero amore della sua vita, con la quale costruisce una meravigliosa famiglia e ha dei bambini. Tuttavia, a causa di un terribile incidente, la sua auto finisce in un fiume e Nobody, non riuscendo ad evadere dall’auto sommersa per la sua fobia dell’acqua, perde la vita.
Se consideriamo la vita in cui Nemo ha conquistato il cuore di Elise, invece, ci vengono presentate due possibilità. Secondo la prima, Mr.Nobody sposa Elise, salvo poi perderla subito dopo il matrimonio, in seguito all’esplosione di un tir incanalato nel traffico, proprio davanti alla loro auto. Nemo manterrà la promessa fatta ad Elise e diversi anni dopo porterà le sue ceneri su Marte, realizzando così uno dei sogni della donna amata.
Nell’altra vita parallela, in cui i due novelli sposi non hanno mai incrociato il tir, Nobody è costretto ad una vita matrimoniale infelice. Emergono in maniera preponderante le tendenze autolesioniste di Elise, che sprofonda in uno stato di depressione, per il quale trascura completamente i propri figli, maledicendo Nemo per l’infelicità in cui la donna versa quotidianamente. E’ per questo che Elise abbandonerà Nemo, alla ricerca di Stefano, il suo vero amore perduto anni addietro.
Arriviamo così all’ultima donna delle vite parallele del nostro protagonista, Jean. Come detto in precedenza, Jean simboleggia il perfetto compimento del lato più volitivo di Nemo, che con lei riesce a realizzare ciò che aveva desiderato sin dall’età adolescenziale. Una casa enorme con una piscina, due figli maschi e una fiammante auto sportiva. Sappiamo bene però che non è oro tutto ciò che luccica.
Nobody è infelice in quest’esistenza, come fattogli notare più volte dalla moglie, che lo reputa assente, come se vivesse in una dimensione del tutto estranea a lei. Ciò che contraddistingue e diversifica questa vita rispetto alle altre è il fatto che ci sia un unico finale. Durante un viaggio d’affari Nemo viene fatto fuori, mentre sta facendo un bagno, dalle sue stesse guardie, che dopo averlo fatto fuori buttano via il suo corpo in mezzo a un bosco spoglio.
Tirate le fila di questo groviglio spazio-temporale così intricato e riassunte le sliding doors che stanno alla base del film, qual è il significato che quest’ultimo vuole trasmetterci? Mr.Nobody è un film sul significato dell’esistenza, o meglio delle possibili esistenze, e sul perché ognuna di queste vale la pena di essere vissuta fino in fondo.
In questa sorta di Truman Show inconsciamente consapevole, per via della dimenticanza degli Angeli dell’oblio, Nemo rivive tutte le proprie vite attraverso la prospettiva e l’immaginazione di quel bambino di nove anni costretto ad una scelta tremenda davanti al binario della stazione Chance. Non è un caso che gli elementi chiave più e più volte ricorrenti nelle diverse esistenze di Nobody siano associati proprio alla fase della sua infanzia.
Per capire la pregnanza di questi elementi, basti pensare alle donne, e ai colori a queste associati, delle vite di Mr.Nobody e al suo rapporto con l’acqua. Anna, Elise e Jean sono le tre bambine che Nemo vede sedute su una panchina di legno all’età di nove anni. Ognuna di loro è rappresentata da un colore ben preciso: rosso, blu e giallo. In virtù del forte simbolismo su cui il film insiste a più riprese, ciascuna delle vite di Nobody è fortemente condizionata da questi colori: il rosso dell’amore per Anna, il blu della tristezza e la cupezza d’animo di Elise e infine il giallo della reggia dorata costruita insieme a Jean.
Passiamo all’importanza dell’acqua. Sin dalla tenera età, Nemo sembra avere un rapporto molto conflittuale con essa. Profondamente spaventato, a causa del paradosso temporale che lo rende inconsciamente consapevole dei suoi possibili futuri, ma al tempo stesso meravigliosamente attratto. In ognuna delle vite vissute da Mr. Nobody, l’acqua è sempre lì accanto a lui, spettatrice e protagonista della sua esistenza. Può essere luogo di morte, o alternativamente una goccia che cancella il numero della donna della sua vita, o ancora scrosciante pioggia che sancisce la fine di un amore mai sbocciato.
La pellicola diretta da da Jaco Van Dormael è un film profondamente dualistico, ma incentrato in particolar modo su un forte rapporto dialettico: la secolare contrapposizione fra libero arbitrio e predestinazione. Impersonato dal giornalista che intervista l’ormai centenario Mr. Nobody, lo spettatore tenta di fornire una risposta a tal quesito, non riuscendo nel suo intento. Infatti le innumerevoli vite che ci vengono mostrate sono un perfetto incrocio tra le due istanze che si intrecciano armoniosamente.
Nonostante alcuni minimi particolari sembrino poter costituire dei punti chiave attraverso i quali Nemo condiziona la propria vita, rimane la profonda sensazione che questo non avvenga e che, in fin dei conti, il destino di Nobody si compia a prescindere dalle proprie scelte o da gesti fortuiti da lui stesso compiuti. Il conflitto tra libero arbitrio e predestinazione rimane così volutamente insoluto.
E’ in tal che il vecchio e non telomerizzato Mr. Nobody ci fa comprendere come la pellicola voglia essere un inno alla vita in ogni sua possibile forma e realizzazione. Un inno ad una vita piena e contraddittoria, al contrario di quella monodirezionale e costruita attraverso continue privazioni, che vediamo realizzata nel mondo distopico che tratta il protagonista come un raro fossile da studiare e analizzare in laboratorio.
Ogni cosa avrebbe potuto essere qualsiasi altra e avrebbe avuto lo stesso significato. Per fornirci la chiave di volta attraverso la quale riuscire a dare una plausibile interpretazione a quanto visto, Mr. Nobody cita niente di meno che Tennessee Williams, il quale condensa adhoc l’essenza delle vicende di Nemo. In fin dei conti Nobody non esiste in una realtà fisica, ma solo nell’immaginazione di un bambino di nove anni costretto ad una scelta impossibile, che alla fine decide di non prendere. Una non scelta come vera alternativa a quanto vissuto fino a quel momento. Ecco che adesso, sulla scia del Big Crunch, il nastro si riavvolge e tutto ricomincia da quella risata piena di vita.