Regia cinematografica: 10 grandi sequenze da scoprire e studiare

Avete presente la celebre sequenza nella doccia di Psyco, che ancora ad oggi riesce a sconvolgere? In questo articolo troverete questa e altre incredibili sequenze che hanno fatto la storia del Cinema

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Regia Cinematografica: 10 grandi sequenze

Hors Satan (2011, Bruno Dumont)

Il regista Bruno Dumont crea una favola che mescola tra loro violenza e bellezza, all’interno di una cornice onirica e ampi e selvaggi paesaggi costieri del nord della Francia, dove la differenza tra bene e male si delinea tra uno stacco e l’altro, confondendosi tra passato e presente.

In questa sequenza un incendio divampa nei campi. La ragazza protagonista non può sostenerne la visione e l’uomo al suo fianco, mostrandole uno strettissimo passaggio che divide in due un lago, le promette che se lo percorrerà tutto l’incendio si spegnerà.

Quando la ragazza inizia a percorre il passaggio una ripresa panoramica ci dà l’impressione che quest’ultima riesca a camminare sull’acqua.

Old Boy (2003, Park Chan-wook)

Il film più famoso del regista sudcoreano Park Chan-wook, tratto dall’omonimo manga, racconta la vendicativa storia di Dae-su, un uomo che viene rapito ed imprigionato per 15 anni senza un motivo apparente per poi venire improvvisamente liberato senza spiegazione.

La maestria di Chan-wook si nota soprattutto nella messa in scena del film. Sono le soluzioni registiche ed i suoi virtuosismi mai banali, con primi piani e dettagli magistrali, a rendere Oldboy il film che tutti conosciamo. Il regista gioca con la macchina da presa in più punti, sapendo quando preferire il fuori campo e quando mostrarci quello che avviene.

La sequenza qui di seguito mostra una magistrale scena di lotta girata interamente in un unico piano sequenza, con una carrellata laterale e senza montaggio, come a voler simulare un combattimento di un picchiaduro, che mostra il protagonista combattere contro una moltitudine di nemici.

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Leviathan (2012, Lucien Castaing-Taylor and Véréna Paravel)

Qui è l’intero film ad essere un’esperienza visivo/sensoriale incredibile. Leviathan è un documentario iperrealistico a bordo di un peschereccio in mezzo all’oceano. I due registi, Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel, girano utilizzando telecamere GoPro impermeabili, con l’obiettivo di poter catturare prospettive mai viste. Ne risulta un ritratto affascinante, innovativo e spaventoso dell’industria di pesca commerciale contemporanea.

L’approccio al film di Castaing-Taylor deriva dalla sua ricerca di “Sensory Ethnography Lab” a Harvard, dove l’idea è quella di esplorare e promuovere combinazioni innovative di estetica e etnografia.

Il mare non è mai stato filmato in questo modo: le riprese sono bellissime, con sequenze di enorme impatto visivo e le immagini che scorrono sullo schermo sono nude e crude. Niente a che vedere con quelle propinate dalla televisione. Il lavoro sul sonoro è straordinario, ci immerge completamente nel film, dandoci la sensazione di essere a bordo del peschereccio.

Roma (2018, Alfonso Cuarón)

Alfonso Cuaròn traspone su schermo le sue memorie di bambino attraverso le dolenti vicende di Cleo, domestica in una famiglia borghese, familiare a molti e vissuta in primis dal regista.

Roma è un grande racconto che avanza lentamente per immagini sublimi, in un bianco e nero incredibile, visivamente affascinante ed evocativo. La regia di Cuarón è teatrale: passa dal piano sequenza, procede a inquadrature veloci e carrellate, a rotazioni di camera, dettagli; tutto quello che ci scorre sotto gli occhi è una meraviglia, frutto di una preparazione meticolosa.

Nel video vedrete l’ultima sequenza girata sulla spiaggia, in controluce, fra le onde crescenti e violente, che porta il film a un’intensità emotiva impossibile da replicare. Per l’intero piano sequenza finale del film è stato costruito un pontile che permettesse alla gru telescopica di rimanere sempre alla stessa altezza in relazione agli attori sulla spiaggia e a quelli dentro al mare. Il pontile purtroppo fu poi danneggiato da una tempesta che costrinse a girare la sequenza in un unico shot. Valutate da soli la riuscita della scena.

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November (2017, Rainer Sarnet)

Il regista estone Rainer Sarnet con il suo November ci trasporta in un’irreale e immota Estonia del XIX secolo, dove ci viene narrata un’inclassificabile e bellissima fiaba nera che parla di amore e di solitudine, di poveri contadini superstiziosi e di baroni, di demoni e streghe, della peste, di Cristo e del diavolo.

Nella sequenza che vedrete gli abitanti della comunità entrano nei boschi in occasione del “giorno dei morti”, dove hanno la possibilità di riunirsi con i propri cari defunti, i quali tornano per una sera a camminare nel mondo. 

La fotografia di Mart Taniel conferisce alla sequenza uno splendido bianco e nero, definito da bellissime e affascinanti composizioni le quali, grazie anche al supporto della musica, riescono a rendere la sequenza della marcia dei defunti ultraterrena e allo stesso tempo reale, risultando incredibilmente suggestiva.

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