3. Beatrix Kiddo / Black Mamba / La sposa in Kill Bill
L’immagine cinematografica del Female Power e della “Roaring Rampage Revenge” è senza dubbio Uma Thurman, protagonista assoluta dei due capitoli che compongono Kill Bill di Quentin Tarantino.
Con l'8 Marzo celebriamo il Female Power attraverso le sue 10 più grandi icone: da Catwoman a Frida Kahlo, senza dimenticare Furiosa o La Sposa di Kill Bill, per una galleria sospesa tra Pop e storie reali, dominata da coraggio e determinazione.
L’immagine cinematografica del Female Power e della “Roaring Rampage Revenge” è senza dubbio Uma Thurman, protagonista assoluta dei due capitoli che compongono Kill Bill di Quentin Tarantino.
Il personaggio nasce per celebrare i 30 anni dell’attrice feticcio di Quentin Tarantino, che per altro arriva sul set a poche settimane dalla nascita del suo secondo figlio. Leggenda vuole che nel 1994, sul set di Pulp Fiction, Uma si sia mostrata per la prima volta, per gioco, nei panni di quella “Sposa imbrattata di sangue”.
Di certo, la famigerata puntata pilota della serie mai girata da Mia Wallace, quella del Pomodorino e Papà Pomodoro, presenta già Uma Thurman come leader carismatica, a capo di una gang di letali assassine.
Quelle assassine appena accennate, corrisponderanno perfettamente alla Viper Squad di Kill Bill. Una gang di assassine e mercenarie che riassumono l’intero immaginario di Tarantino, dai Western di Sergio Leone all’Horror di Lucio Fulci, dai film della blaxploitation ai capolavori del kung-fu e della cinematografia action orientale.
E mentre Tarantino scrive una sceneggiatura che è l’epitome del Post-moderno, Uma Thurman partecipa attivamente alla creazione del personaggio, le conferisce umanità, sfumature e spessore.
Il risultato è la più grande icona femminile del cinema contemporaneo. Nella sceneggiatura Tarantino, inizialmente si riferisce a lei solo come La Sposa. Specifica a chiare lettere che ne conosceremo il nome solo quando arriverà il momento.
Tarantino ci conduce così tra flashback e fast-forward, racconta la massima umiliazione della sua eroina, riparte in un viaggio di formazione e vendetta. Quella che era Black Bamba, torna semplicemente Beatrix Kiddo, elimina tutte le ex amiche e traditrici, una dopo l’altra, fino all’incontro fatale con Bill, che è insieme il suo mentore e il suo assassino, nonché il padre di sua figlia.
Quel progetto da un’unica sceneggiatura si trasforma in corso d’opera, cresce e si dirama in 2 diversi capitoli, che prenderanno il nome di Kill Bill 1 e Kill Bill 2. E ora, a distanza di quasi 10 anni, Tarantino e Uma Thurman sembrano prometterci un terzo capitolo.
Arriverà mai il momento della definitiva, terza resa dei conti? Continuate a seguirci. Se dovessimo intravedere ancora La Sposa, sarete i primi a saperlo.
“Una femminista è qualunque donna che dica la verità sulla propria vita”. Questa è solo una tra le molteplivi verità brillantemente espresse da Virginia Wolf: scrittrice simbolo dell’emancipazione femminile.
Nel 2002 Nicole Kidman regalerà una delle sue migliori interpretazioni nei panni della scrittrice londinese, protagonista di The Hours, che la ritrae ormai alla fine della sua vita, tormentata dal dubbio, dal passato e dall’idea del suicidio.
Prima, solo la regista Sally Potter aveva osato avvicinarne il mito, mostrando finalmente il suo Orlando con la magia e le astuzie dell’arte cinematografica. Si tratta anche del primo grande successo internazionale di una giovane attrice dalla bellezza androgina: Tilda Swinton.
La sua interpretazione di Orlando, che attraversa il tempo e la Storia, mutando sesso nel corso della narrazione, faranno di Tilda Swinton l’attrice simbolo di una femminilità ambigua, moderna e provocatoria, capace di conquistare il cinema d’autore ma anche lo showbiz hollywoodiano.
Orlando, pubblicato da Virginia Woolf nel 1928, è un affresco tanto ambizioso quanto ironico, che si sviluppa nell’arco di ben 4 secoli. Protagonista e fulcro del romanzo è Orlando, giovane nobile cresciuto nei miasmi dell’antica nobiltà inglese, che tenta di sfuggire a un matrimonio combinato, e si risveglia improvvisamente donna.
Un’eroina e una mutaforme dalla modernità sconcertante, che Virginia Woolf sviluppa attraverso una moltitudine di riflessioni storiche, che si legano indissolubilmente agli spunti auto-biografici. Perché, su tutto, Orlando sia una lunga a appassionata dichiarazione d’amore alla sua amante, Vita Sackwille-West.
L’Orlando di Sally Potter e Tilda Swinton per qualcuno oggi sarà un film fuori del tempo. Ma in una Top Ten sul Female Power e l’emancipazione femminile, non possiamo che consigliarvi questo bizzarro, coraggioso esperimento cinematografico, che seppe imporsi come il Manifesto e la celebrazione della diversità.
Al primo posto della nostra Top Ten sulle più grandi icone del Female Power non poteva che esserci lei: Marjane Satrapi, che è la protagonista e insieme l’autrice di Persepolis.
Prima la graphic-nobel, poi il film d’animazione del 2007, racconteranno al mondo la realtà dell’Iran di oggi. Un ritratto che ha la tenerezza struggente, il candore di un cartone animato, ma anche la forza dirompente di una storia di vita vissuta, quella della stessa Marjane.
Marjane Satrapi ha sfidato le ire del regime iraniano, notoriamente poco incline all’emancipazione femminile. Ironia a parte, una donna che osi schierarsi come dissidente politica, questionare le leggi dello Stato, per di più all’estero, tra i nemici del fondamentalismo islamico, va incontro a serie ritorsioni.
Per questo Persepolis, candidato all’Oscar come Miglior Film Straniero, e vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes, è anzitutto un coraggioso atto politico, oltre che un irresistibile esempio di cinema di poesia.
Marjane ha 9 anni quando L’iran si ribella contro lo Scià. Insieme alla sua famiglia, vive il passaggio dall’illusione della libertà alla rivoluzione tradita, che si concretizza in un regime ben più crudele del precedente.
Marjane fuggirà all’estero, conoscerà l’Occidente e la vita da straniera a Vienna. Sperimenterà la libertà ma anche la comune tragedia di un cuore spezzato. Tenterà di costruirsi un futuro nella propria patria, a Teheran, ma si scoprirà incapace di sottostare a quelle regole, che vogliono portarle via il Rock’n’roll, il trucco e la libertà d’espressione, in cambio di una grigia esistenza da moglie devota.
Non vi riveleremo altro di questo straordinario film d’animazione, che si divide tra il bianco e nero e il colore, l’incanto della fiaba e la durezza di una realtà che, in Occidente, sembriamo ancora incapaci di comprendere.
Un film che sa essere universale, descrivendo in fondo i conflitti, il dolore e la rivincita di ogni bambina, ogni ragazza che parte alla scoperta del mondo.
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