Un mercatino dell’antiquariato in Polonia, quello che sembrava un semplice album fotografico. Una volta comprato, arriva la macabra scoperta, che non si discosta tanto dalle atrocità mostrate in Hunters, la serie Amazon Prime Video con Al Pacino. Quello che sembrava un comunissimo raccoglitore di foto è in realtà un album rilegato in pelle umana.
L’acquirente ha dichiarato di essersi allarmato a causa del cattivo odore che emanava l’oggetto. Dopo un’attenta valutazione, ha notato che quella che sembrava essere una semplice decorazione era in realtà un tatuaggio. Prontamente l’ha portato al polo museale del campo di sterminio di Auschwitz per un’analisi.
Dopo attente valutazioni, gli esperti hanno confermato la supposizione dell’acquirente, affermando quasi con certezza che potrebbe essere stato ricavato da uno dei prigionieri di Buchenwald. Una scoperta che definire macabra è forse riduttivo e che supera ogni confine della realtà, sfociando in campi che solo l’immaginazione aveva calcato.
Basti pensare alla terribile scena della partita a scacchi in Hunters. Proprio questa macabra sequenza fu oggetto di discussioni e polemiche, proprio perché palesemente falsa. Viene spontaneo chiedersi a questo punto se è possibile esserne così sicuri. Soprattutto aver scoperto un uso improprio della pelle umana.
Se i ricordi rimandano alla fantozziana “poltrona in pelle umana“, qui purtroppo c’è ben poco da ridere. Anche perché ritorna alla mente la storia di Ilse Koch, soprannominata “la strega di Buchenwald“. Moglie del comandate Koch, la donna faceva assassinare i detenuti che avevano tatuaggi particolari per poi usare la loro pelle come fodere per ogni oggetto casalingo. Da paralumi a libri. Paradosso vuole che nel 1943, la Gestapo arrestò la coppia a causa di molti crimini commessi.
La possibilità che questo album in pelle umana appartenga proprio ad una di queste vittima è molto alta, come affermano gli esperti del museo di Auschwitz. Una storia che mette i brividi, se ci si sofferma a pensare alle atrocità commesse dentro quei luoghi infernali. E che nemmeno la finzione potrebbe mai riuscire ad immaginare.
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