Ecco le parole dell’esorcista contro Achille Lauro
“In un momento critico per la nostra collettività è fondamentale poter contare su radici e valori granitici“. Così scrive Francesco Bamonte, che sul portale In Terris si identifica quale “capo mondiale degli esorcisti”. In realtà si tratta dell’attuale presidente dell’Associazione internazionale esorcisti. Nell’articolo che potete trovare a questo link, padre Bamonte vuole mettere in guardia fedeli e non dalla minaccia temibile di Achille Lauro. Icona blasfema, che nel suo ultimo, provocatorio video, Me Ne Frego, si rende colpevole di “Un’operazione di marketing che ridicolizza, sporca e banalizza la caratura salvifica del sacrificio“. L’esorcista specifica che Lauro “Si permette malignamente di raffigurare in un video musicale la Vergine Maria come un’invasata discinta che sembra presiedere a condotte orgiastiche in un mucchio di corpi nudi e allucinati come in una messa nera“. E prosegue: “Non si riesce a capire come possa essere spacciata per “opera d’arte” una blasfema, volgare e gratuita offesa alla religione“.
“Gesù non dialoga con il diavolo”
E conclude: “L’artista non è chi sfregia il sacro ma chi sa farlo emergere da un blocco di marmo fino a farne il proprio testamento spirituale”. Punto fondamentale: il religioso insiste nell’affermare che il problema non sta tanto nel video in sé, o nella canzone, quanto nello “scandaloso avvallo” delle istituzioni che ne consentono la circolazione. Interessante notare che nell’articolo di padre Bamonte il cantante non viene mai esplicitamente chiamato per nome. Le parole Achille e Lauro non compaiono mai, così come non compaiono Me Ne Frego, oppure Sanremo. Certo, i riferimenti dell’esorcista sono abbastanza chiari, ma è chiaro che l’uomo di chiesa cerca di tenersi il più possibile sul spirituale e sul filosofico, come la sua professione impone. In ogni caso, arte o non arte, non si può più ormai affermare che Achille Lauro non sia riuscito a entrare nella storia. Per far scomodare persino un religioso di tale livello, se il suo scopo era attirare l’attenzione (e ovviamente lo era), è di sicuro stato raggiunto.