Uno dei primi grandi successi del gruppo, che risponde sia visivamente che musicalmente agli sfoghi rave più spontanei e “illegali” dell’epoca. Nel video i Prodigy (da notare Keith Flint biondo e con i capelli lunghi) ballano proprio come se si trovassero a un rave party, accompagnati dalle fortissime sonorità techno della canzone e da effetti psichedelici che la rendono, per l’epoca, assolutamente all’avanguardia.
2. Breathe (1997)
Ormai completamente indirizzati verso la scena alternative rock, nel 1997 i Prodigy si esprimono con questa traccia in uno dei loro momenti più grotteschi e nichilisti. La canzone, che vede la partecipazione del chitarrista Jim Davies, è una metafora esistenziale cupa e soffocante, nella quale elettronica e rock si uniscono a metà strada. Il video, naturalmente, surreale e inquietante, fa la sua parte.
1. Smack My Bitch Up (1997)
La canzone in assoluto più famosa dei Prodigy, sia per via dei contenuti lirici espliciti (già fin dal titolo), sia per il celeberrimo video “a luci rosse”, che all’epoca della sua uscita causa enormi controversie. Al di là del video (del quale potete vedere un breve estratto qui), Smack My Bitch Up rappresenta un po’, in maniera molto semplice, tutto ciò per cui la musica dei Prodigy è nota: trasgressione, provocazione, perdizione.