Sto pensando di finirla qui, il libro del film Netflix di Charlie Kaufman

Charlie Kaufman ha scelto il libro di Iain Reid edito da Rizzoli per il suo ultimo lavoro, presto su Netflix

Sto pensando di finirla qui: Charlie Kaufman
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Sto Pensando di Finirla Qui è il romanzo d’esordio di Ian Reid. Edito da Rizzoli è diventato anche un film originale Netflix, diretto da Charlie Kaufman e con un cast che include Toni Collette, la Jessie Buckley di Chernobyl e Jesse Plemons.

Su Netflix la storia arriverà con il titolo originale, I’m Thinking of Ending Things. In un’intervista rilasciata a GQ, il protagonista Jesse Plemons ha avuto modo di parlare di come Kaufman abbia lavorato al progetto e ha detto: Lo ha Kaufmanizzato. Direi che ha usato solo il 15% dei dialoghi.

Un’affermazione che lascia ben sperare nella trasposizione di un thriller psicologico davvero incredibile, che arriva nel mercato italiano grazie a Rizzoli. Se la base di Iain Reid si può considerare già ottima, di certo il tocco dello stile di Charlie Kaufman, sceneggiatore di film come Il Ladro di Orchidee, Se mi lasci ti cancello e Anomalisa (di cui è anche regista), non può che far alzare le aspettative del pubblico.

sto pensando di finirla qui: Netflix e Kaufman

Sto pensando di finirla qui, la trama

Su una statale silenziosa, che attende l’ennesima burrasca di neve, Jake sta conducendo la sua fidanzata nella fattoria dove è cresciuto, affinché lei possa conoscere i suoi genitori.

Quello che Jake non sa è che la sua compagna sta pensando di farla finita, di chiudere il rapporto. Per la ragazza, allora, il viaggio diventa l’occasione di riflettere sul suo rapporto, su Jake, sulla strana atmosfera che si respira nella fattoria.

Tuttavia quella che doveva essere una serata relativamente normale, comincia a mostrarsi con delle crepe davvero inquietanti che porteranno i due protagonisti in uno scenario di puro terrore.

Prima, però, penso sia meglio che ti siedi

La tagline di Sto Pensando di Finirla Qui recita: Avrai paura senza sapere perché. Una frase che non solo si mostra veritiera, ma che soprattutto riesce a restituire immediatamente l’anima cupa di questo esordio folgorante nella letteratura di genere.

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Perché quello che Sto Pensando di Finirla Qui riesce a fare in maniera egregia e mai banale è costruire un universo diegetico in cui è la paura a farla da padrone. Il lettore si approccia a questa storia avvertendo immediatamente il serpeggiare di qualcosa di marcio, di oscuro. Qualcosa fuori posto e fuori contesto e che, proprio per questo, crea delle note stonate che vibrano sotto forma di un sentimento di tensione costruito al millimetro.

Iain Reid costruisce il suo mondo dell’orrore servendosi solo della sua capacità di raccontare: non usa mostri, scene efferate, assassini e serial-killer. Anzi. Per quasi due terzi del romanzo, la storia sembra quasi banale: due ragazzi viaggiano insieme in macchina, in direzione della casa dei genitori di lui.

Non c’è altro, in questa parte del romanzo: non ci sono soste spaventose, né incontri raccapriccianti. Solo la macchina che taglia il volto deserto di una statale che si tuffa in aperta campagna, con la neve a celare ogni cosa.

Eppure l’autore riesce comunque a raccontare, a farci entrare nella storia, a prenderci lo stomaco e a farci battere il cuore ad un ritmo accelerato. Non c’è niente di cui avere paura, ma abbiamo paura lo stesso.

Il che rende Sto Pensando di Finirla Qui un romanzo da leggere con la luce accesa, perché nelle ombre, nei non-detto e negli angoli si può nascondere qualcosa che ci toglierà il sonno.

Sto Pensando di finirla qui, o forse no

Lo stile di Iain Reid è uno stile molto asciutto, ma non per questo leggero. Ogni parola, all’interno del romanzo, sembra avere la sua importanza.

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Non c’è nulla che venga abbandonato al caso, nulla che sia fatto come un distratto esercizio di stile. E questo, naturalmente, porta il lettore ad entrare nella storia, a lasciarsi in qualche modo divorare da essa.

Tanto che, una volta conclusa la lettura, si ha davvero il desiderio e forse il bisogno di tornare all’origine, di ricominciare il viaggio tutto daccapo, per cercare di individuare tutti i dettagli che lo scrittore ha lasciato durante il suo racconto, dimostrando di avere una piena consapevolezza della struttura costruita, con degli schemi che lo avvicinano molto al regista Cronenberg più che allo scrittore Stephen King, a cui è stato accomunato.

Unica pecca di questo romanzo incredibile, motivo per cui non è stato possibile dargli un voto pieno, è il finale che risulta un po’ confuso. Non perché non sia adatto alla storia raccontata, ma perché si presenta ad una velocità forse troppo repentina e non permette proprio a tutti i tasselli di incastrarsi alla perfezione. Ma Sto Pensando di Finirla Qui resta un’opera davvero d’alto livello, soprattutto per gli amanti del genere e per coloro che vogliono arrivare preparati dinanzi alla pellicola di Charlie Kaufman.

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