Anche per How I Met Your Mothervale il discorso fatto per Friends: i protagonisti della serie potremmo tranquillamente essere noi stessi. La grande differenza rispetto a Friends sta nel modo di raccontare. I fatti di HIMYM sono raccontati a posteriori da Ted ai propri figli, allo scopo di raccontargli come, finalmente, incontrò la loro madre. Questo permette agli sceneggiatori di usare forme di narrazione decisamente originali per il mondo delle sitcom, come momenti immaginati o ricordati male e poi smentiti, o ancora mostrare gli avvenimenti da più punti di vista, saltando facilmente nel tempo per anticipare eventi o tornare indietro per chiarirli.
È questo che rende unica la serie e che ne ha decretato, probabilmente, il grande successo. Ancora oggi è una delle serie più trasmesse in Italia ed è stata la sitcom per un’intera generazione.
7) The IT Crowd (2006-2010)
The IT Crowd è forse una delle sitcom meno conosciute della lista, specialmente in Italia. Ma soprattutto non è Americana. Se è vero che l’America è la patria delle sitcom, qui siamo di fronte ad un prodotto (inglese) degno delle migliori serie made in USA.
La serie, ambientata nel reparto IT di una grande azienda inglese, segue le vicende di due impiegati nerd, Roy e Maurice, e del loro capo dipartimento, Jen, che non capisce nulla di computer. The IT Crowd riesce a coniugare perfettamente il format sitcom con un umorismo tipicamente british. E poi diciamocelo, Sheldon Cooper deve moltissimo al Maurice interpretato da Richard Ayoade.
M*A*S*Hè stata, per l’America, una delle serie che più ha segnato la sua epoca. Dopo l’enorme successo ottenuto dal capolavoro omonimo di Robert Altman, Larry Gelbart ne trae una serie per la televisione, riprendendone lo stile e i temi.
Come il film è ambientato durante la guerra di Corea, mostrando la vita nelle retrovie durante il conflitto, declinandola ovviamente in maniera comica. Ancora una volta la commedia risulta uno strumento eccezionale per raccontare una pagina di storia americana che ha accomunato un’intera generazione. Per farvi capire la portata del suo successo, basta vedere come, ancora oggi, la puntata finale risulti la trasmissione non sportiva più vista nella storia della TV americana.
Fiore all’occhiello di una stagione memorabile per il format americano. Le sitcom devono tutto agli anni ’70.
9) The Office (2005-2013)
Diciamolo subito: su The Office non basterebbe un articolo intero. La geniale sitcom ideata da Ricky Gervais e remake di quella britannica è uno dei punti imprescindibili di questa classifica. Il perché è presto detto: a partire dal geniale uso della forma del mockumentary ai personaggi mai banali e sempre molto umani The Office mostra una vita di ufficio come tante, resa viva da Michael Scott, capo costantemente inadatto al suo ruolo ma che cerca sempre di fare il bene dei suoi dipendenti.
Steve Carell è semplicemente perfetto, così come tutto il cast e i relativi personaggi. Negli ultimi anni la serie sta fortunatamente venendo riscoperta anche in Italia, dove aveva avuto una difficile trasmissione ed era passata in sordina. Una sitcom da cui bisogna per forza passare e che ha alzato l’asticella per ogni altro prodotto in patria.
È vero: forse Willy, il principe di Bel-Air potrebbe fare storcere il naso a qualcuno. Eppure la serie è stata una delle più amate e più seguite negli anni ’90 negli USA. Quello guidato dal volto di Will Smith è stato uno dei più grandi fenomeni di una generazione di spettatori oltreoceano. Per la prima volta una serie ha un target di pubblico estremamente giovane, di controcultura ed afroamericano.
Willy è diventato un simbolo per la cultura Hip Hop che in quegli anni viveva un momento florido, mostrando cosa sarebbe successo se un giovane del “ghetto” si fosse trasferito nel quartiere “bene” di Los Angeles. Ed è proprio questo suo aspetto “fresh“, per riprendere il titolo originale, a renderla una delle serie più originali del panorama.