Il nuovo album di Dente è la tanto temuta conversione all’ItPop. Che non porta niente di male.
Dopo quattordici anni di onorata carriera nel circuito alternativo, Dente, alias Giuseppe Peveri, decide di adottare sonorità moderne. Sonorità fresche, alla moda, che vengono schiaffate sui suoi arrangiamenti tradizionalmente folk-minimali. Delle avvisaglie si erano già avute con i primi singoli pubblicati in anticipazione del disco: Anche se non voglio, Adieu, Cose dell’altro mondo. In altre parole: ecco il famigerato ItPop, sigla che per gran parte dei critici ormai identifica quanto di peggiore e “modaiolo” ci sia oggi nella musica italiana.
E forse, in gran parte, hanno ragione. Almeno se confrontiamo la suddetta scena con i nomi leggendari dei cantautori, o con i gruppi rock intoccabili come Marlene Kuntz o Verdena. Ma se ci si sforza di ascoltare le canzoni del nuovo disco di Dente, immaginandosele però spogliate di questi famigerati arrangiamenti anni ’80 (che poi, neanche fossero così inascoltabili), sotto ci si trova ancora tutta la sostanza della sua arte. Perché Dente non ha cominciato a fare musica ieri, bensì è sulla scena da quindici anni, e ha evoluto la propria ricerca musicale sempre con coerenza ed ispirazione.
Se qualcuno vuole vedere questo nuovo disco del cantautore come una “svolta commerciale”, in tutta franchezza, il problema è solo di quel qualcuno. Riascoltate la discografia di Dente, dal primo folk silenzioso e intimista e attraverso i classici dischi L’amore non è bello (2009) e Io tra di noi (2011) fino all’antologico Canzoni per metà (2016). Quest’ultimo lavoro eponimo si incasella con gli altri alla perfezione. Sì, non tutto è riuscitissimo: i testi, per esempio, non riportano magari la genialità e la spontaneità dei primi lavori.
Ma ogni eventuale mancanza è subito compensata da un livello compositivo più che valido e che si distacca chiaramente dalla (supposta) mediocrità dell’ItPop. Sarà la musica, Paura di niente, Non cambio mai: queste sono canzoni che si possono definire solo stupende, e che assieme ai singoli già pubblicati ci riconsegnano un cantate perfettamente capace di stare in equilibrio tra i suoni, raggiungere i risultati artistici sperati e comporre, senza alcun clamore, musica moderna italiana di tutto rispetto.