Cahiers du Cinéma: l’intera redazione si è dimessa
Cahiers du Cinéma, tra le più celebri riviste cinematografiche al mondo, sta affrontando un periodo burrascoso a causa dell'ingresso di nuovi proprietari
Cahiers du Cinéma, tra le più famose riviste di critica cinematografica al mondo, sta affrontando un periodo a dir poco burrascoso. A seguito dell’acquisizione delle quote da parte di una cordata guidata da Eric Lonoir, CEO e comproprietario della società di arredo urbano Seri, l’intera redazione – composta da 15 persone – ha deciso di dimettersi. Alla base di questa scelta c’è un presunto conflitto d’interessi che la nuova proprietà andrebbe a creare danneggiando la credibilità del periodico.
A provocare specificamente la feroce reazione dei redattori è stata la presenza all’interno del gruppo di azionisti di otto produttori cinematografici. Di seguito, un estratto del comunicato ufficiale:
Il nuovo gruppo di azionisti è composto da otto produttori. Ciò pone un serio problema di conflitto di interessi per una rivista di critica come la nostra. Infatti, qualsiasi articolo che tratterà dei film di questi produttori potrà essere sospettato di compiacenza.
Oltre alla presenza di un pericolosa commistione di interessi, i redattori hanno contestato anche la nuova line editoriale imposta:
Ci è stato detto che la rivista diventerà “conviviale” e “chic”, ma i Cahiers du Cinéma non sono mai stati né uno né l’altro, contrariamente a ciò che pensano i nostri azionisti. I Cahiers sono sempre stati una rivista di critica impegnata, che non ha esitato a prendere posizioni. Il nostro articolo più importante è “Une certaine tendance du cinéma français” (1954) scritto da Francois Truffaut che criticava aspramente la borghesia di una parte del cinema francese. Rendere i Cahiers una vetrina per la promozione del cinema d’autore francese significherebbe quindi snaturare il nostro lavoro.
Si delinea, quindi, un futuro incerto per Cahiers du Cinéma. Fondata nel 1951 dai critici André Bazin, Léonide Keigel, Joseph-Marie Lo Duca e Jacques Doniol-Valcroze, la rivista è dinanzi ad uno dei momenti più difficili della sua storia.