Grimes omaggia la cultura pop giapponese nel suo nuovo video
Idoru, il nuovo video di Grimes e parte, come singolo, del concept Miss Anthropocene, è un crogiolo di riferimenti ad anime, manga, videogame e più in generale alla cultura giapponese, della quale la cantante è dichiaratamente una grande appassionata. Già dalle musiche, che sembrano a più riprese imitare lo stile j-pop, dagli abiti, dalle pose e dalla continua presenza dei fiori di pesco caratteristici, l’intenzione viene dichiarata e seguita. Il titolo della canzone fa riferimento (come anche il video stesso, in maniera diretta) al romanzo Idoru dello scrittore di fantascienza William Gibson (1996).
Un autore, Gibson, forse più noto forse per Neuromancer (1984), ma qui citato da Grimes perché la storia di Idoru è ambientata, manco a dirlo, in gran parte a Tokyo. Proseguiamo. Il primo personaggio a comparire nel video è 2B (YoRHa No.2, Type B), dal videogioco NieR: Automata. Si tratta di una androide che ha il compito di difendere il mondo dall’invasione di biomacchine di origine extra-terrestre. Più avanti nel video, diverse sequenze animate in perfetto stile nipponico richiamano poi il manga Magic Knight Rayearth, disegnato dalle CLAMP, celebre team di disegnatrici e autrici giapponesi.
Un riferimento ulteriore si può trovare negli abiti indossati da una delle ragazze animate, che richiamano quelli storici di Nadia nella serie Il mistero della pietra azzurra (Fushigi no Umi no Nadia), ideata da Hayao Miyazaki (Studio Ghibli) e diretta da Hideaki Anno (Evangelion). Non è finita: attorno ai tre minuti e mezzo di video, mentre Grimes canta in primo piano, accanto a lei compare quella che è, indubbiamente, un’immagine della luna. Vero, non è la falce di luna alla quale viene storicamente associata Sailor Moon, ma è una luna piena. Però, anche questo riferimento pare voluto.
Una serie di citazioni, queste del video di Idoru, che sembrano un po’ gettate a casaccio, tanto perché Grimes possa dare mostra della sua ampia cultura in materia. In realtà, se ci si pensa un attimo, gran parte delle opere a cui si fa riferimento si occupano di tecnologia, realtà virtuale, potere e perdita di potere. Ecco perché il video si incasella bene nella storia di Miss Anthropocene, la super-villain generata dall’umanità stessa nella sua lotta involontaria contro la natura. I contenuti stessi della canzone, nel testo (tradotto prontamente, tra l’altro, in sottotitoli giapponesi e pure in stile karaoke, altro classico nipponico), richiamano una storia d’amore dai risvolti sottilmente amari. Quella tra l’uomo e l’essere umano, tra l’uomo e la tecnologia, tra l’uomo e il suo futuro.