Per Sempre è il graphic novel edito da Tunué nella collana Ariel, con la sceneggiatura di Assia Petricelli e disegni di Sergio Riccardi, che arriverà in libreria il 27 Febbraio.
Per Sempre, la trama
La storia di Per Sempre ruota intorno a Viola, un’adolescente che, durante un’estate in compagnia della famiglia, si interroga sempre più spesso su cosa sia l’amore, questa materia di cui tutti danno una definizione, ma che sembra sfuggevole quanto i proverbiali sogni.
Un interrogativo che si fa sempre più pressante mentre si trova in vacanza a Punta del Sole e davanti agli occhi le si affacciano vari esempi di relazione: quello dell’amica Valeria, che sembra sapere tutto sull’amore ma vive secondo le regole del fidanzato Gabriele. Oppure quello di due eccentriche signore di cui Viola diventa amica.
Ma come si può scoprire cosa sia l’amore se non lo si vive sulla propria pelle? Una consapevolezza che per Viola si fa sempre più pressante dopo aver conosciuto Ireneo.
Una storia di crescita e consapevolezza
Pur presentandosi ad un primo sguardo come una storia d’amore tra due adolescenti che si incontrano in quella che nel graphic novel viene chiamata controra, Per Sempre è soprattutto una storia che parla di crescita, di consapevolezza.
Viola si trova in quella difficile fase dell’adolescenza, quando si danza sulla soglia che divide la fanciullezza dall’età adulta, quando la ragazzina si affaccia sulla donna che diventerà.
Un periodo fatto di incertezze, di sguardi lanciati allo specchio per controllare come cambia il corpo, come cambia la nostra sensazione riguardo quei lineamenti che ci guardano dallo specchio e nei quali dobbiamo, in qualche modo, imparare di nuovo a riconoscerci.
Una sensazione di work in progress che Per Sempreriesce a rendere con precisione grazie alla scelta di dipingere una ragazza curiosa, che si pone un mucchio di domande alle quali forse non riuscirà a trovare risposte, ma che possono aiutarla a interpretare il mondo che la circonda.
Viola è una ragazza che non brilla per la bellezza o la femminilità: non risponde ai canoni che la società – e sua madre per prima – vuole per lei. Non indossa abiti leggeri e svolazzanti, non si siede “da signorina” e preferisce passare le ore più calde dell’estate in compagnia di un ragazzo che sta aggiustando una barca, piuttosto che starsene a casa o andare a fare shopping.
Viola è un’opera d’arte a sé stante, bravissima a scuola ma con il sogno segreto di proseguire la strada dell’artista. È un’osservatrice attenta che decide, per una volta, di puntare l’occhio su se stessa e sul suo microcosmo. Così impara a riconoscere i propri difetti, le proprie manchevolezze, ma anche quelle delle persone che fanno parte del suo universo.
Come l’amica che le insegna che la cosa più importante è amare se stessi e accettare il proprio corpo per quello che è. O le anziane signore che l’accolgono come una figlia e le insegnano le cose più disparate: dall’arrotolare un turbante ad avere rapporti protetti.
Pieno di sguardi e riflessioni, Per Sempre racconta la crescita di una giovane donna nel momento in cui avviene: non con la nostalgia di una donna ormai fatta, ma con l’incertezza di chi sta affrontando un viaggio della fede.
Il tratto del Work In Progress
La scelta di narrare una storia che parla di crescita e di divenire si mostra anche a livello grafico. Il tratto di Per Sempre è sottile, ma spigoloso, come se ogni viso fosse appuntito dagli interrogativi che l’adolescenza porta con sé.
Viola è spigolosa, nei lineamenti e nel tratti del corpo: perché niente è ancora definito, niente ha ancora raggiunto la sua pienezza. Persino i colori che rappresentano la protagonista sono quasi sempre primari, come se Viola fosse davvero la proverbiale tavolozza bianca su cui dipingere un’esistenza.
Al contrario, i personaggi che hanno in qualche modo imparato a conoscere se stessi, sono rappresentati da linee più morbide, curve e colori accesi, come a sottolineare una totale aderenza con se stessi.
In questo modo Per Sempre riesce a veicolare il suo messaggio di crescita non solo attraverso la narrazione, ma anche attraverso una scelta stilistica precisa che si affaccia ad ogni tavola.
Per Sempre contro la mascolinità tossica
Pur non scegliendolo come argomento principe della propria narrazione, Per Sempre apre a riflessioni tutt’altro che scontate non tanto su cosa voglia dire l’amore, ma su cosa significhi avere una relazione sana. Viola guarda alla relazione della sua amica Valeria e per un po’ si trova a sognare di trovare qualcuno “a cui appartenere”, accettando così di fatto lo stereotipo della donna come possesso.
Ma l’incontro con Ireneo la metterà di fronte a quale sia il modo giusto di vivere un rapporto: con il rispetto, con la condivisione, con l’accettazione di ciò che diversifica i componenti di una coppia e la libertà di due esseri umani che non appartengono a nessuno ma che si scelgono giorno dopo giorno. Una scommessa fatta insieme, piuttosto che un acquisto in cui qualcuno appartiene a qualcun altro.
Per Sempre, dunque, si rivolge ai propri lettori mettendoli di fronte a situazioni purtroppo ancora profondamente attuali nel mondo femminile: dove la gelosia viene vista come una forma d’amore, dove gli scatti d’ira del partner sono visti come errori commessi dalla ragazza, perché troppo superficiale, troppo libera, troppo se stessa. Tra le pagine del Graphic Novel, infatti, c’è spazio anche per una condanna allo slut shaming, a quella forma di maschilismo interiorizzato che spinge molto spesso le stesse donne a dare addosso alle altre: si riflette sulla terribile frase del “se l’è andata a cercare”, ma anche su come lo sguardo lucido di una ragazza possa far cambiare questo status quo.
Ecco quello che Per Semprefa: con il tratto spigoloso di un essere ancora in divenire, coi lineamenti confusi dalla crescita, il graphic novel guarda in faccia i suoi lettori e li invita a guardare, a vedere, a non tirarsi indietro quando si tratta di prendere posizione. E, allo stesso tempo, di godersi la vita per come la si vuole e non per come gli altri vorrebbero che la vivessimo.
A parte, Per Sempre – che si presenta come una lettura molto piacevole e molto presenta a se stessa – offre anche una riflessione sulla natura del primo amore: che dura per sempre non perché non conosce la sofferenza della fine, ma perché ha il merito di lasciare tracce indelebili nelle persone che diventiamo.
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