Quando Paolo Villaggio andò in URSS e insultò la Corazzata Potemkin

In una lunga intervista del 2003, Paolo Villaggio spiegò una delle scene più celebri della storia del cinema comico italiano: La corazzata Potemkin

Fantozzi, La corazzata Potemkin, neri parenti
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Siamo nel 2003 e in Italia arriva il DVD de La Corazzata Potemkin, capolavoro di Sergej Ejzenstejn del 1926. Nel nostro paese questo film è celeberrimo poiché inserito in una delle scene comiche più famose della storia del cinema nostrano. Stiamo parlando ovviamente de Il secondo tragico Fantozzi, film nel quale il protagonista denigra davanti a tutti i suoi colleghi la pellicola che erano stati costretti a vedere tutti insieme da un superiore cinefilo.

In quel periodo dunque, Paolo Villaggio, ideatore e interprete di Fantozzi nonché noto pensatore di sinistra, venne intervistato per chiedere i motivi che lo spinsero ad inserire proprio quel film nel suo lavoro e se davvero lo ritenesse cosi brutto. La risposta del genovese fu, come da tradizione, tagliente e evocativa di un tipo di pensiero filo sovietico di quegli anni.

La Corazzata Potemkin è un film di una noia mortale. Mi ricordo che quando ero giovane, era quasi obbligatorio vederlo. Soprattutto per noi di sinistra. Subivamo l’influenza culturale dell’Unione Sovietica, e c’erano due tabù intoccabili: la Resistenza e, ancora di più, la superiorità culturale del cinema e della letteratura sovietica

Proseguendo l’intervista, Villaggio, raccontò anche della sua prima visione del film e di come ci fu un errore umano nella proiezione che scatenò le ovvie reazioni sbigottite del pubblico presente.

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La prima volta che vidi il film fu durante un cineforum a Genova. C’eravamo io, Fabrizio De André, e tanti altri. Ricordo che la scena della fucilazione sulla scalinata di Odessa venne proiettata dopo appena dieci minuti dall’inizio del film. E il responsabile del cineforum si alzo’ e dichiarò “Questo è il piu’ bel film di tutti i tempi!“. Noi del pubblico eravamo senza parole, assolutamente attoniti. A quel punto, l’addetto alla proiezione si alzò e confessò di aver proiettato il film al contrario. Prima il secondo tempo, poi il primo. Il responsabile, imbarazzatissimo, non si lascio’ prendere dal panico: “Bene, allora lo riguardiamo dall’inizio”. Fu un momento terribile.

Infine Villaggio raccontò anche di quando, andando a presentare Fantozzi in Unione Sovietica, si trovò a ribadire la sua su La Corazzata Potemkin e sul diktat sovietico imposto nella società comunista dell’epoca. Fu uno dei momenti più incredibili della sua vita.

Il film in sé non è terribile, quanto il fatto che allora non si potesse dire niente contro il diktat culturale del partito. Quando in Fantozzi dissi che la Corazzata era una “boiata pazzesca”, attaccai proprio quel mondo. Per la prima volta da sinistra si levava una voce contro la santificazione di certi miti. Uno dei momenti più emozionanti della mia vita, fu quando andai a presentare Fantozzi in Unione Sovietica. Allora si era in pieno regime Brezneviano. E quindi Staliniano. C’erano seimila persone ad ascoltarmi. E quando dissi che la corazzata era una boiata, si scatenò davvero l’entusiasmo. La gente applaudiva davvero per decine di minuti. Travolsero le sedie, gridarono il loro entusiasmo. Fu davvero commovente.

Cosa ne pensate di queste parole di Paolo Villaggio? Quanto manca quest’uomo e le suo opere al nostro Paese?

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