Duffy spiega la raccapricciante causa della sua lunga assenza dal mondo della musica
Già un po’ di anni sono passati, ma molti di voi si ricorderanno ancora, probabilmente, di Duffy. Aimee Anne Duffy, il suo nome completo, è una cantante gallese diventata arcinota per la sua hit del 2008, Mercy: un soul d’altri tempi, stile anni ’60, che all’epoca ha conquistato le classifiche di tutto il mondo. Se riascoltate la canzone, sicuramente la riconoscerete subito. Il suo primo disco, Rockferry (2008), sempre spinto dal singolo Mercy, ha avuto un grande successo.
Ma lo stesso non si può dire del secondo, Endlessly, che ha mancato di rinnovare la formula musicale dell’artista, ed è stato bocciato da critici e classifiche. In seguito la cantante ha ridotto di molto la sua attività, cessando di pubblicare singoli e dedicandosi ad una carriera attoriale che la ha portata sugli schermi dei film Patagonia (2010) e Legend (2015). Dopodiché, per diversi anni, la cantante è sparita dai riflettori.
Ieri, dopo cinque anni di assenza, Duffy si è rifatta viva su Instagram, rispondendo ai fan circa i motivi della sua mancanza prolungata dalle scene. E la storia che racconta è raccapricciante. Nel post, che potete vedere qui sopra (aprite il link), Duffy afferma di essere stata “Violentata, drogata e tenuta prigioniera per alcuni giorni”. Non dice come, né quando, questo sia successo, ma parla di quanto sia stato difficile riprendersi da una esperienza tanto traumatica: “Non volevo mostrare al mondo la tristezzanei miei occhi“.
“Mi sono detta: come posso cantare con il cuore, se è spezzato?” Alla fine, come racconta lei stessa, la cantante è riuscita a parlare della sua terribile esperienza con un giornalista, nell’estate 2019, il quale la ha spinta ad aprirsi ulteriormente e raccontare la verità. Ed eccoci qui. Nei prossimi giorni, dice Duffy, si renderà disponibile per una intervista. Nel frattempo, la cantante invita al rispetto per la privacy verso di lei e la sua famiglia, in modo da mantenere questo sfogo come “un’esperienza positiva”.