E venne il giorno, tutto ciò che c’è di vero nel film di M. Night Shyamalan

Nel film E venne il giorno si parla della comunicabilità delle piante che cercano di sbarazzarsi del genere umano. Ecco cosa c'è di vero.

E venne il giorno
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Questa sera alle 23:17 su Rai 4 andrà in onda E venne il giorno, film del 2008 di carattere post apocalittico, diretto dal regista indiano M. Night Shyamalan. In questa pellicola, la trama gira intorno alla volontà delle piante di ribellarsi al genere umano, considerato oramai una minaccia, costringendo gli uomini a suicidarsi.

Durante tutto l’arco del lungometraggio, uno dei temi che ritornano frequentemente è quello della capacità intrinseca delle piante di comunicare tra loro e anche di difendersi dai predatori.

In un dialogo in particolare che avviene tra Alma, la protagonista interpretata da Zooey Deschanel e un vivaista, si fa riferimento alle tecniche difensive delle piante di tabacco.

Vivaista: Le piante hanno la capacità di individuare certe minacce, sa? Quella del tabacco ad esempio quando viene attaccata dai bruchi riesce ad emettere una sostanza che attrae le vespe che a loro volta uccidono i bruchi. Non si sa come abbia questa capacità, si sa solo che evolvono molto rapidamente.

Alma: Quale piante potrebbero fare tutto questo se la sua teoria è giusta?

Vivaista: Le piante sono in grado di comunicare tra loro. È scientificamente provato! Gli alberi possono comunicare con i cespugli, i cespugli con l’erba. Tutte comunicano!

Lo studio dell’Università della Pennsylvania

Questa caratteristica delle piante è stata riportata in uno studio riportato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences da alcuni entomologi. In particolare lo scienziato James H. Tumlinson dell’Università della Pennsylvania, parla proprio di questo processo difensivo, spiegato in E venne il giorno.

Sappiamo che quando i bruchi masticano alcune piante, come quelle di tabacco, queste producono sostanze chimiche in grado di attirare le vespe, nemici dei bruchi per natura. In agricoltura, i predatori naturali costituiscono un metodo efficace di controllo biologico degli agenti infestanti

Secondo questi studi poi, le piante attaccate dagli insetti, sarebbero in grado di comunicare con le altre piante ancora sane per segnalare il pericolo. Il “messaggio” sarebbe veicolato attraverso dei composti organici (GLV), rilasciati immediatamente dopo che le piante vengono tagliate.

I GLV sono altamente volatili e influenzano il comportamento delle piante vicine che preparano una risposta più aspra contro il prossimo attacco degli erbivori, aumentando la rapidità di produzione di composti organici e di acido jasmonico, sostanze atte a difendere la pianta attirando i predatori, che in situazioni normali verrebbero prodotti ore dopo l’attacco del bruco.

Sapevate queste cose? Se volete rivederle in E venne il giorno, fateci compagnia a mezzanotte su Rai 2.

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