Le migliori serie tv italiane – Guida non definitiva

Una classifica provvisoria e non definitiva delle migliori serie tv italiane: da Suburra a Gomorra, da Boris a La Piovra.

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La linea verticale (2018)

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Luigi (Valerio Mastandrea) scopre di avere un tumore e viene ricoverato d’urgenza in attesa di essere operato. Durante il suo soggiorno ospedaliero, il protagonista fa la conoscenza di diversi personaggi: innanzitutto i pazienti, tra cui spicca Marcello (Giorgio Tirabassi) convinto di essere più competente dei medici; poi i dottori, che si dividono in professionisti battaglieri (Ninni Bruschetta) e in disillusi lavoratori (Antonio Catania). La linea verticale, pur essendo un ritratto satirico e cinico del nostro Paese, vuole essere l’idea di un’altra Italia possibile, per ammissione dello stesso sceneggiatore, il compianto Mattia Torre. E ancora: La linea verticale significa lo stare in piedi e aggrapparsi alla vita con tutte le forze, la malattia è vista come crisi ma anche come occasione di crescita e di riscatto.

La serie presenta molti punti in comune con Boris: stesso sceneggiatore, parte del cast e battute sferzanti. Disponibile su RaiPlay.

La Mafia uccide solo d’estate (2016-2018)

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Questa serie narra le vicende della Mafia siciliana tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80. Più precisamente, si inizia nel 1979 con l’uccisione di Boris Giuliano e di Mario Francese, uccisioni che “inaugurano” il periodo delle stragi eccellenti. Durante le due stagioni, sono molti i nomi e i volti noti ad apparire nella serie: Totò Riina, Tommaso Buscetta contrapposti a volti istituzionali come Sandro Pertini e Piersanti Mattarella. Nulla di nuovo per i nostri schermi, se non fosse che i protagonisti sono dei bambini. La narrazione si dipana così fra efferati omicidi e fra le amicizie e gli amori di questi giovani ragazzi, alternando così dramma e commedia, toni sentimentali e scanzonati con altri più tragici. Voce narrante, nonché ideatore e sceneggiatore della serie, l’ex iena Pif.

Rocco Schiavone (2016-in produzione)

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Marco Giallini è il vice questore aggiunto di polizia Rocco Schiavone. Burbero, irascibile, insofferente alle regole e quasi borderline, viene trasferito da Roma ad Aosta per motivi disciplinari e ovviamente fa difficoltà ad integrarsi con il nuovo ambiente. Schiavone comunque porta avanti il suo lavoro, indagando sui crimini che sconvolgono la piccola città del nord Italia. Ma un trasferimento non modifica il carattere di un uomo ormai indurito dagli eventi e spesso si ritrova a risolvere i gialli con metodi poco ortodossi e ai limiti della legalità.

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La terza stagione si era conclusa con la battuta di Giallini “io ho chiuso”, ma la Rai ha in programma una quarta stagione e le riprese dovrebbero iniziare nella primavera del 2020.

Nonostante gli inevitabili difetti, Rocco Schiavone beneficia della struttura solida rappresentata dai romanzi di Antonio Manzini e si eleva a ottimo prodotto televisivo grazie soprattutto a un Marco Giallini iconico e magnetico.

The Young Pope (2016) – The New Pope (2019)

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Innovativa e rivoluzionaria dal punto di vista visivo, la serie di Paolo Sorrentino si distingue per eleganza e visionarietà. Secondo alcuni, questa non è una delle migliori serie tv italiane ma la migliore serie italiana di sempre. Inizialmente The New Pope doveva essere la seconda stagione di The Young Pope, ma l’imprevedibilità del regista partenopeo ha finito per cambiare le carte in tavola e creare una serie ex novo, nonostante abbia una vocazione da sequel. Difatti rimangono comunque molti punti tangenti tra le due. La prima narra di un giovane cardinale americano, Jude Law, che viene eletto pontefice ed assume in nome di Pio XIII. Il nuovo Papa non vuole apparire in pubblico, è schivo, controverso, machiavellico e per nulla manipolabile e per tutta la stagione avrà dubbi sulla propria fede. Nel secondo capitolo il precedente Papa è in coma, al suo posto viene eletto un nuovo pontefice: Giovanni Paolo III, John Malkovich, un inglese. Il nuovo Papa sembra perfetto, ma cela fragilità e segreti.

Facciamo notare che The Young Pope è al momento l’unica serie italiana ad essere stata candidata agli Emmy ed ai Golden Globes.

La Piovra (1984-2001)

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Chiudiamo la nostra classifica delle migliori serie tv italiane con una menzione speciale. Ai più giovani, il titolo La Piovra potrebbe far venire in mente solo il mollusco marino, ma questa serie è stata per lungo tempo la serie televisiva italiana più famosa al mondo, esportata in ben 80 nazioni, nonché uno dei prodotti RAI di maggior successo. Basti dire che le 10 stagioni, andate in onda dal 1984 al 2001, per un totale di 48 episodi, possono vantare una media di 10 milioni di spettatori.

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Il cast comprendeva attori di primo piano e grandissima esperienza come Michele Placido, Remo Girone e Vittorio Mezzogiorno. La prima stagione è stata girata da Damiano Damiani, noto regista divenuto famoso negli anni sessanta con spaghetti western apprezzati anche da Quentin Tarantino.

La prima stagione offre un affresco della criminalità organizzata siciliana, mostrandone la ramificazione con i suoi molteplici tentacoli, da qui il titolo. La seguenti stagioni si snodano poi narrando le vicende di logge massoniche, apparati statali deviati e l’azione si sposta a Roma e a Milano. Di particolare interesse sono le stagioni 5, 6 e 7 che, prendendo spunto dalle vicende politiche di quegli anni e quindi narrando la fine della Prima Repubblica e di Tangentopoli, furono tra i primi prodotti fiction a insinuare che la Mafia non fosse solo quella delle stragi e del pizzo, ma un fenomeno molto più complesso che abbracciava istituzioni, potere e politica. Le pressioni politiche non si fecero attendere e per evitare la chiusura della serie, le stagioni 8 e 9 furono ambientate negli anni ’50 e ’60. La decima stagione cerca poi di mettere un punto e di non lasciare nulla in sospeso. Per chi volesse è possibile recuperare gli episodi su RaiPlay.

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