Lo storico cantante del post-punk narrativo italiano, Max Collini, deride la deriva pop di Tommy Paradiso
Non è la prima volta che Max Collini, storica voce narrante delle storie di epica socialista degli Offlaga Disco Pax, prende in giro Thegiornalisti e il frontman della band, Tommaso Paradiso. Non è un segreto come quest’ultimo, rispetto alle origini “rock” autentiche e impegnate del gruppo romano, venga ormai visto come una sorta di simbolo della deriva più “centrista” della sinistra italiana. Infatti, Collini si rivolge direttamente agli “amici” di Italia Viva, in anticipo del suo spettacolo a Firenze, città non a caso di Matteo Renzi.
E lo fa da Cavriago, città citata nella canzone Piccola Pietroburgo degli Offlaga Disco Pax, tratta dallo storico album del trio reggiano Socialismo tascabile (Prove tecniche di trasmissione) (2005). Stando vicino a un busto di Vladimir Lenin, per aumentare il contrasto tra la concezione più classica e tradizionale della sinistra, e quella colpevolmente “cool” e “moderna” rappresentata da Paradiso, Collini ancora una volta “legge l’indie”. Questo infatti, il nome del suo spettacolo.
Con una t-shirt, già classica, con su scritto “Sono stato indie prima di te” (che ricorda un po’ curiosamente il “punk prima di te” di Enrico Ruggeri), Collini legge il testo di Non avere paura, il primo singolo da solista di Tommy Paradiso pubblicato dopo l’abbandono di Thegiornalisti, nel 2019. L’interpretazione di Collini, usualmente sentita e profonda con i testi della sua band, si fa qui più perplessa e sarcastica, leggendo le parole di Paradiso come se si trattasse del menù di un ristorante, sottolineando indirettamente la vacuità dei versi proposti.
L’associazione tra Paradiso e Italia Viva viene siglata dall’aggiunta del nome Vladimir in coda al titolo della canzone dell’ex Thegiornalista. Come a dire: “Vladimir (Lenin), non avere paura, ora la sinistra è questo”, inteso come uno scherzo amaro. Un’operazione divertente, e forse anche significativa, ma che perde un po’ senso se si pensa che Paradiso, assieme agli ex-colleghi, ha ormai fatto capire già da anni che la lirica musicale impegnata non è più il suo campo. Insomma, non per difendere Paradiso o per mettere in discussione la statura artistica di Collini, ma voler sottolineare la deriva “popolaresca” del cantante romano è un po’ come sparare sulla croce rossa.