Sailor Moon bandiera della cultura LGBT e simbolo dell’emancipazione
Sailor Moon è stato un anime fondamentale per la cultura pop degli anni '90, e la sua importanza la si vede anche dall'essere diventato un manifesto dell'emancipazione sessuale
Il 21 Febbraio 1995, ben 25 anni fa, Sailor Moonfaceva il suo debutto nella televisione italiana, finendo ben presto col diventare un vero e proprio cult per tutti coloro nati a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 che non vedevano l’ora di scoprire come sarebbero proseguite le avventure delle famose guerriere Sailor.
Nato dal manga di Naoko Takeuchi, Sailor Moon racconta la storia di Usagi (Bunny, in italiano), una pigra ed emotiva ragazza delle medie che, attraverso l’incontro con la gatta parlante Luna, scopre di essere una delle guerriere Sailor. Usagi avrà il compito non solo di trovare le altre guerriere Sailor e proteggere la terra dai demoni, ma soprattutto di rintracciare la principessa del regno lunare Silver Millennium.
Questa è la trama di partenza di Sailor Moon, da cui poi si dipaneranno le avventure delle guerriere Sailor, dei loro amici e dei loro nemici, nel corso delle altre quatto stagioni: La Luna Splende, Il Cristallo del Cuore, Il Mistero dei Sogni e Petali di Stelle per Sailor Moon.
Sailor Moon, il manifesto di una generazione
Sebbene non sia stata ancora del tutto messa a tacere la radicata credenza che anime, manga e fumetti facciano parte di un tipo di affabulazione rivolta solo ad un pubblico estremamente giovane e che, dunque, sia un tipo di narrazione privo di spessore o profondità, Sailor Moon nel corso degli anni è diventato un vero e proprio fenomeno culturale.
Più di tutto Sailor Moon ha significato molto per la generazione che è cresciuta negli anni della messa in onda dell’anime. Dalle guerriere Sailor le ragazzine hanno imparato il senso della sorellanza, dell’amicizia e della complicità, che passa molto spesso e soprattutto attraverso l’accettazione di ciò che ci rende diversi e di ciò che ci rende imperfetti. Usagi, in questo senso, è una protagonista emblematica. Pur rivestendo il ruolo della prescelta, colei che è chiamata in campo per cercare di rigettare indietro l’avanzata del male, Usagi è un’eroina in cui tutte le ragazzine potevano riconoscersi: pigra, disordinata, poco amante dello studio e goffa.
Quindi non un modello irraggiungibile, ma un’amica, qualcuno in cui rispecchiarsi. Ecco la prima grande vincita di Sailor Moon: rendere magico e regale qualcosa che era assolutamente normale. Cosa ancora più importante, Sailor Moon ha insegnato a un’intera generazione che si può fallire. Se, nella società di oggi il fallimento viene visto come una lettera scarlatta che accompagna ogni passo, Sailor Moon ha dimostrato che alle volte le cose non vanno come devono e la missione può fallire.
Sailor Moon e la comunità LGBT
Ma se c’è un ambito dove Sailor Moon non solo ha precorso i tempi, ma ha offerto una sorta di luogo sicuro a chi non si sentiva accettato nel momento, è quello dell’identità sessuale.
Sailor Moon ha normalizzato quel che, ancora oggi, è al centro di bullismo, violenza e odio. Basti pensare a Sailor Uranus e Sailor Neptune: hanno fatto il loro debutto nella terza stagione di Sailor Moon e sono state ribattezzate Heles e Milena. Sebbene in Italia il primo doppiaggio abbia cercato di camuffare una relazione che la stessa Takeuchi aveva definito apertamente omosessuale, la chimica tra le due donne è così forte che l’ambiguità della censura italiana non è riuscita a celare ciò che era ovvio: Heles e Milena si amavano.
Ciò che è più importante sottolineare è che il rapporto tra Sailor Neptune e Sailor Uranus è rappresentato come un rapporto solido, profondo e assolutamente naturale. Un amore che non ha bisogno di essere spiegato, ma che semplicemente esiste. Inoltre le due vengono rappresentante anche mentre allevano una bambina – l’identità della quale lasciamo segreta, per non correre il rischio di fare spoiler.
Non solo: il personaggio di Haruka (Heles in Italia) è gender fluid: spesso si veste con abiti maschili e lascia che gli sconosciuti la percepiscano come uomo. Nel manga, addirittura, Sailor Neptune afferma: Uranus è sia uomo che donna. Un soldato di entrambi i generi, con la forza e le personalità di ognuno dei due.
Ma la sessualità, in Sailor Moon, è un argomento che non ha confini: lo dimostra il fascino che Sailor Moon stessa subisce sia dalla sua amica Sailor Jupiter la prima volta che la conosce, sia nei confronti di Sailor Uranus, con la quale si scambierà anche un bacio nella terza stagione (sebbene questa scena sia stata ovviamente censurata dalla prima edizione dell’anime, in Italia).
In Sailor Moon e Il Mistero dei Sogni il Villain Fisheye viene presentato come un uomo, sebbene si mostri molto spesso con abiti femminili e, soprattutto, quando scende sulla terra alla ricerca degli specchi che mostrano i sogni delle vittime, cerca sempre di dare la caccia a degli uomini. È stato quindi riconosciuto come un personaggio bisessuale e genderqueer.
Questi sono tutti esempi che dimostrano il perché la storia delle guerriere è stato un anime/manga che è stato in grado di precorrere i tempi e di normalizzare ciò che dovrebbe essere normale già di natura. Per questo Sailor Moon è molto spesso citato negli studi di gender tra i media e viene percepito come un vero e proprio manifesto LGBT per tutti coloro che attraverso le guerriere Sailor hanno imparato a non temere né la propria identità né il giudizio altrui.