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Sincero di Bugo e Morgan: ecco il significato della canzone
Ecco la nostra interpretazione della canzone più nota del momento
Trovati un bar che sarà la tua chiesa
Odia qualcuno per stare un po’ meglio
Odia qualcuno che sembra stia meglio
Un figlio di puttana sarà tuo fratello
Ecco la strofa migliore della canzone. Innanzitutto il bar, eletto a luogo “sacro”, riprende l’ultimo verso e costituisce il classico rifugio di perdizione per l’individuo che, realizzata la piattezza e l’inutilità della sua vita, inizia ad andare allo sbando. I due versi “Odia qualcuno per stare un po’ meglio / Odia qualcuno che sembra stia meglio” sono pura poesia, e descrivono alla perfezione la società di oggi (e specie, neanche a dirlo, quella online).
L’invidia (la stessa che nella seconda strofa non si doveva provare) per chi “sembra” stia meglio ora emerge, amara e cocente, e va sfogata. Mentre invece un figlio di puttana, proprio colui che non si dovrebbe frequentare, sarà “tuo fratello”. Da qui l’odio per il prossimo, che viene razionalizzato con le più disparate motivazioni, ma in realtà ha un’unica e sola sorgente: la crescente instabilità dell’individuo frustrato e insoddisfatto.
Ma sono solo io
Non so chi mi credevo
A questo punto il narratore è costretto a ripercorrere la “bugia” della sua vita nella propria interezza, biasimandosi ora apertamente, al posto del “mica lo sapevo” precedente, che invece allontanava ogni ammissione di colpa. Riparte il refrain, che riesuma i medesimi concetti ma se possibile con una forza maggiore. A questo punto segue il bridge, la variazione, momento nel quale vengono elencati una serie di “comandi”, regole da seguire e parametri da rispettare, sempre in bilico tra spersonalizzazione e pressione sociale.
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Abbassa la testa, lavora duro
Paga le tasse buono buono
Mangia bio, nei piatti in piombo
Vivi al paese col passaporto
Ascolta la musica dei cantautori
Fatti un tattoo, esprimi opinioni
E anche se affoghi rispondi sempre
Tutto alla grande
La concitazione di questo passaggio serve a rendere l’idea del progressivo e definitivo crollo del narratore, il quale si dibatte tra obblighi (“Paga le tasse, buono buono”), ipocrisia (“Mangia bio, nei piatti di piombo”) ricerca di qualcosa di importante (“Ascolta la musica dei cantautori”) e illusioni di libertà (“Fatti un tattoo, esprimi opinioni”). L’importante è sempre tenere la maschera, e anche se si crolla, non darlo a vedere: “Anche se affoghi rispondi sempre / Tutto alla grande”.
Però di te m’importa veramente
Aldilà di queste stupide ambizioni
Il tuo colore preferito è il verde
Saremo vecchi indubbiamente ma forse meno soli
Nella seconda variazione interviene il tema dell’amore, o forse dell’affetto, che in un modo molto classico arriva a “risvegliare” il protagonista dalle “stupide ambizioni”: non serve fare “il cantante delle canzoni inglesi” per sfuggire ad una vita mediocre e alienante, ma basta (con qualcuno a fianco), “invecchiare”, lasciarsi andare, concentrandosi sulle cose importanti e stando con i piedi per terra, senza perdersi nel filosofeggiare fine a sé stesso.
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Volevo fare il cantante
Delle canzoni inglesi
Così nessuno capiva
Che dicevo
Essere alcolizzato
Spaccare i camerini
E invece batto il cinque
Come uno scemo
Sono sincero me l’hai chiesto tu
Sono sincero me l’hai chiesto tu
Ma non ti piace più
Non ti piace più
Non ti piace
L’ultimo ritornello è una sorta di sfogo finale, di congedo, nel quale si riprende con due versi nuovi il cliché della rockstar che, libera di sfogare i propri istinti e la propria rabbia, non si limita a “battere il cinque come uno scemo”, e cioè ad andare forzatamente d’accordo con gli altri. Non c’è una fine vera e propria, ma solo la ripresa di una sorta di lamento ciclico, che non pare portare ad una realizzazione o a una decisione, ma sembra invece ritornare a sé stesso. Sta al narratore (e, naturalmente, all’ascoltatore) decidere se e come sfruttare l’insegnamento della canzone.
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