LEGGI ANCHE: Sanremo 2020 – I 10 momenti migliori
Sincero di Bugo e Morgan: ecco il significato della canzone
Ecco la nostra interpretazione della canzone più nota del momento
Rimetti in ordine tutte le cose
Lavati i denti e non provare invidia
Non lamentarti che c’è sempre un peggio
Ricorda che devi fare benzina
La seconda strofa prosegue sullo stesso tenore, unendo immagini del quotidiano (lavati i denti, fare benzina) a concetti riflessivi e astratti (l’invidia, il peggio). Questo è un espediente lirico tipico di Cristian Bugatti, che nei suoi testi spesso parte dalla descrizione di situazioni reali e apparentemente banali per trarne ragionamenti esistenziali o sfoghi filosofici.
Ma sono solo io
E mica lo sapevo
L’individuo riconosce sé stesso nei comportamenti sopra descritti e adottati, ma in qualche modo realizza per la prima volta, guardandosi come dall’esterno, chi è veramente: un insieme di gesti di routine e rispetto di regole prestabilite da altri. Come nella narrativa di Luigi Pirandello, l’individuo risale alle cause della sua esistenza, e ne constata quasi sconsolatamente la desolante regolarità e prevedibilità (“sono ‘solo’, cioè soltanto, semplicemente, io”). Ma non è disposto ad assumere la responsabilità di ciò che è la sua vita: “E mica lo sapevo”. Come se dipendesse da qualcun altro.
LEGGI ANCHE: Sanremo 2020 – Achille Lauro sconvolge il Festival cantando “nudo” [VIDEO]
Volevo fare il cantante
Delle canzoni inglesi
Così nessuno capiva
Che dicevo
Vestirmi male e andare
Sempre in crisi
E invece faccio sorrisi
Ad ogni scemo
Al ritornello corrisponde la parte del “sogno”, cioè delle ambizioni mai realizzate, con le quali si identificano felicità e libertà. La prima delle due strofe del refrain fa riferimento all’ammirazione di Bugo (o del narratore, che è la stessa cosa) per gli artisti esteri, e specialmente, va da sé, per quelli inglesi e/o americani. I versi “Così nessuno capiva / Che dicevo ” riguardano una passata, e ormai tramontata, epoca nella quale in Italia l’inglese era una lingua poco conosciuta e poco parlata, e perciò molte canzoni straniere venivano cantate e suonate ma non capite. Il che è negativo, perché comporta incomprensione. Ma, nel caso specifico, è anche positivo, perché consente a Bugo di trovare un “rifugio” musicale libero e pulito, separato dal suo mondo (che è anche la sua patria linguistica), nel quale già nessuno lo capisce.
Se non devo essere capito, tanto vale parlare in un’altra lingua, insomma. Come conferma del resto la seconda strofa del ritornello, nella quale l’individuo, ormai conscio dell’ipocrisia e della limitatezza della propria routine, vorrebbe invece essere libero di uscire dalle convenzioni (“vestirmi male”) e di dare di matto (“andare sempre in crisi”). Il “vestirsi male” potrebbe essere anche un riferimento all’abituale trasgressione nel vestiario delle rockstar più celebri e sregolate, riprendendo il riferimento alle “canzoni inglesi” di cui sopra: pensiamo a David Bowie, Elton John, Freddie Mercury.
LEGGI ANCHE: Cristian Bugatti, recensione del disco più digeribile di Bugo
Sono sincero, me l’hai chiesto tu
Ma non ti piace più
Non ti piace più
Il narratore parla forse con sé stesso allo specchio, forse con un qualcun’altro immaginario che lo ha costretto a confrontarsi con la propria immagine, chiedendogli di essere “sincero”: la sincerità, in questo caso, implica la caduta della “maschera” e l’uscita dal quotidiano; quindi, l’analisi della propria situazione. “Non ti piace più” dice Bugo, a sé stesso o agli altri: se un individuo guarda a sé con obiettività, smettendo di raccontare scuse e mostrando i lati peggiori o più anticonvenzionali di sé, per forza non risulterà più piacevole come prima; anzi, semmai tutto il contrario.
Scegli il vestito migliore per il matrimonio
Del tuo amico con gli occhi tristi
Vai in palestra a sudare la colpa
Chiedi un parere anonimo e alcolista
Si riprende l’anonima routine, ma stavolta vengono smontate le convenzioni che si celano dietro ad ogni istituzione e ad ogni attività: l’amico che si sposa ha “gli occhi tristi” perché magari in realtà non si vuole sposare affatto; in palestra non ci si va per esercizio, ma magari solo per sfogarsi; ci si fida di più del parere di un tipo qualunque incontrato forse al bar, che di chi magari ne sa qualcosa. Nell’ultimo verso, l’associazione di anonimo e alcolista richiama ovviamente l’associazione degli Alcolisti Anonimi, e fa un po’ da contrasto con quell’intenzione del “bere responsabilmente” annunciata nella prima strofa, forse ad indicare che il narratore, pur continuando la sua vita come sempre, sta cominciando a cedere.