Dagli anni ’50 dell’Elektra Records, all’acquisizione da parte di Warner, ai nostri giorni
Corre l’anno 1950 in America, e, in una stanza del dormitorio del St. John’s College, Jac Holzman ed il suo collega Paul Rickolt mettono insieme qualche risparmio per fondare un etichetta discografica, il cui nome si rifà a quello di una delle vergini greche delle Pleiadi, Elettra, ma con l’aggiunta “della K mancante dal nome di Holzman” per renderlo più accattivante, “come la Kodak“: nasce, allora, l’Elektra Records.
Stiamo parlando di un’etichetta storica, che ha portato all’apice del successo numerosi artisti e, in alcuni casi, ne ha visto anche la decadenza. L’etichetta che ha portato nelle radio i giovani gruppi della new wave della musica psichedelica americana tra il ’66 e il ’67, con i Doors di “Light My Fire” – singolo che lanciò il gruppo sui palchi più importanti di tutta la California ottenendo il primo posto della Hot 100 di Billboard e mantenendolo per tre settimane – e i Love di “Forever Changes” – album pilastro della psichedelia.
“L’Elektra, forse più di ogni altra etichetta, ha tracciato l’evoluzione della musica folk nell’era dell’elettrica“
E non solo: sempre negli anni Sessanta, l’Elektra ha dato spazio e risorse ai gruppi alla scena bohème di Detroit, gli Stooges di Iggy Pop e gli MC5 – gruppi precursori del punk sia come sonorità che come attitude – senza, però, smarrire le proprie origini folk, come dimostrano le firme sui contratti di nomi storici del cantautorato americano del calibro di Tim Buckley e Judy Collins.
Negli anni ’70, però, perde il suo primato e viene acquistata dalla Warner Communications insieme alla Atlantic (la label dei Led Zeppelin) e si espande oltreoceano, nel Commonwealth, scritturando i Queen da Londra e gli AC/DC da Sydney. Con gli anni ’80/’90, invece, l’Elektra Entertainment Group torna a puntare su nuovi orizzonti musicali ingaggiando i Metallica, i Pixies, gli Stereolab e Björk.
Nel 2018 l’Elektra viene rilanciata sotto il nome di Elektra Music Group con il quinto disco dei Twenty One Pilots, “Trench“, e, dopo solamente un anno, torna nelle classifiche grazie al singolo “Dance Monkey” di Tones and I. Oggi, l’Elektra ospita tra i suoi piani più alti Achille Lauro, divenuto direttore creativo in seguito alla genialità delle sue esibizioni al Festival di Sanremo 2020 (vedi di seguito per saperne di più). Vi lasciamo con una compilation realizzata appositamente dall’Elektra per rivire i suoi momenti più alti.