8 film coreani da vedere dopo Parasite

Dopo l’ascesa del film rivelazione dell’anno (Parasite, vincitore del Premio Oscar in ben quattro categorie), abbiamo deciso di proporvi una rassegna delle migliori pellicole coreane, da vedere assolutamente.

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9 febbraio 2020, al Dolby Theatre di Los Angeles si tiene la 92ª edizione dei premi Oscar e, quando Jane Fonda annuncia i vincitori della categoria Miglior film, un boato di gioia segna per sempre la storia del cinema. Vincitore del riconoscimento è, infatti, Parasite, film del regista sudcoreano Bong Joon-ho. Una pellicola, semplicemente straordinaria, che, per la prima volta, segna un cambiamento senza precedenti: la vittoria va ad un lungometraggio non in lingua inglese. Ed è così che Parasite si ascrive nella lunghissima scia delle opere che hanno segnato la storia del cinema, diventando il film rivelazione dell’anno.

Una rivelazione di cui avevamo avuto il sentore già mesi fa, quando Parasite vinse la Palma d’oro al 72º Festival di Cannes. Un premio che lo fece notare a pubblico e giuria, diventando il primo film di produzione sudcoreana ad ottenere la nomination (e la conseguente vittoria) all’ambita presentazione. Eppure, per quanto sensazionale, Parasite non è l’unica pellicola coreana a meritare l’attenzione internazionale. Già prima di questo grande successo, infatti, i registi asiatici si erano fatti notare con piccoli, grandi, capolavori, che meritano di essere conosciuti. Ed è per questo che noi della Scimmia, sulla scia della rivelazione di Parasite, abbiamo deciso di proporvi un elenco di alcuni tra i migliori film coreani da vedere assolutamente.

I film coreani da vedere assolutamente

Oldboy di Park Chan-wook

oldboy

Ovviamente, dovendo partire da un titolo, non potevamo che scegliere questo: Oldboy (2003) di Park Chan-wook. L’opera che Tarantino, il pluripremiato regista statunitense, testa a testa con Parasite agli Oscar 2020, ha definito: «il film che avrei voluto fare». Oldboy racconta la storia di Dae-su, un uomo che, senza saperne il motivo, viene rapito e imprigionato in una sorta di appartamento, che si rivela essere presto una vera e propria cella, dotata persino di anonimi carcerieri. La prigionia dell’uomo va avanti per 15 anni, durante i quali, grazie ad una televisione, viene progressivamente a conoscenza di parte della propria storia: l’omicidio della moglie, di cui è stato accusato, e la sua successiva scomparsa. Ma tutto cambia quando, improvvisamente, viene narcotizzato e liberato. Inizierà allora la sfida più grande: trovare, entro cinque giorni, il suo aguzzino e capire le ragioni del suo sequestro. Un thriller angosciante, che, grazie alla trama accattivante, è stato oggetto anche di un remake, diretto nel 2013 dal regista Spike Lee.

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I saw the devil e Two Sisters di Kim Ji-woon

film coreani
Angmareul bo-atda (I saw the devil)

Un altro thriller memorabile, ancora più agghiacciante del precedente, è I saw the devil (2010), del regista sudcoreano Kim Ji-woon. Una storia che può essere chiaramente riassunta con una semplice parola: vendetta. È  questo infatti il leitmotiv dell’intera pellicola, che racconta la disperata ricerca da parte di Kim Soo-hyeon, un agente di polizia, di Jang Kyung-chul, killer psicopatico che ha torturato e ucciso la sua fidanzata. Una storia non adatta agli animi più sensibili, ma che racconta perfettamente il dolore di un uomo e la disperazione più sconvolgente. E dato che non c’è due senza tre, anche la nostra terza proposta è una sorta di film dell’orrore, sempre firmata dal regista Kim Ji-woon. Two Sisters (2003) è l’incrocio tra una storia di fantasmi e un’indagine sulla natura di certi rapporti familiari. Una pellicola che, per il suo grande successo, ha ottenuto anch’essa un remake statunitense: The Uninvited (2009), diretto dai fratelli Guard.

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Barking Dogs Never Bite e Memories of Murder, un Bong Joon-ho ancora lontano da Parasite

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Peullandaseu-ui gae (Barking Dogs Never Bite)

Ma passiamo ora a qualcosa di un pochino più allegro: Barking Dogs Never Bite (2000), il primo film diretto da Bong Joon-ho. Questa simpatica commedia racconta la storia di un professore universitario che, in un momento di crisi personale, è particolarmente infastidito dall’abbaiare dei cani nel suo palazzo. Un fatto che, purtroppo, lo porterà a commettere accidentalmente un atto di violenza. E quando inizieranno ad indagare sulla sparizione del povero animaletto, certo le cose si complicheranno un po’. Un’opera che, come Memories of Murder (2003), segna gli esordi del regista nel mondo dello spettacolo, facendolo già notare a livello internazionale. E, giustamente, anticipano il meritato successo.