Le tecniche di ripresa cinematografica che tutti i cinefili dovrebbero conoscere

Quante volte vi è capitato di leggere o sentire termini tecnici come "effetto vertigo" o "piano sequenza"? Ecco una guida sulle tecniche di ripresa

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Viaggio nelle tecniche di ripresa cinematografiche

Campo-controcampo 

Si tratta di uno degli effetti visivi più usati nel cinema durante la fase di montaggio di un film e articolato in due distinte inquadrature speculari. Solitamente viene impiegato nei dialoghi e mostra il primo e il secondo soggetto, alternandoli mentre parlano o scambiano gesti e sguardi. Ad ogni botta e risposta corrisponde l’alternarsi delle inquadrature dell’uno o dell’altro.

Piano sequenza e long take

Macchina fissa, attori che entrano ed escono dalla scena, travelling funambolici dove la macchina fluttua nel vuoto: questo e molto altro è quello che chiamiamo long take. In termini tecnici, non è altro che una lunga inquadratura, una ripresa senza stacchi. Anziché dividere un dialogo in campo e controcampo, ad esempio, possiamo lasciare una telecamera fissa e lasciare parlare i personaggi per interi minuti. Il long take diventa poi un piano-sequenza quando l’inquadratura assolve anche al ruolo di scena, andando a determinare l’inizio e la fine dell’azione.

Quando la sequenza è girata in un’unica inquadratura, senza stacchi e senza un montaggio (in questo caso si può dire “interno”) si parla di piano sequenza. Questo sottolinea non solo l’importanza della singola inquadratura, ma soprattutto della sua composizione. Inoltre, va ad amplificare l’immersione dello spettatore proprio all’interno del film, del mondo creato dal regista.

L’assenza di stacchi o di salti temporali, brevi o lunghi che siano, rende il nostro sguardo continuo, soddisfacendo una sensazione di svelata intimità; ogni minimo dettaglio, ogni battuta e movimento, tutto deve avvenire nel preciso istante nel quale la videocamera si sofferma o nel momento in cui l’intera sequenza viene ripetuta.