Il toccante duetto con una delle principali artiste femminili dell’epoca è un inno alla resistenza nel suo senso più ampio. I due artisti si rivolgono direttamente all’ascoltatore, su una base soft jazz venata di soul, per incitarlo a non cedere e a non arrendersi alle difficoltà della vita. Le performance vocali sono notevolissime, e l’atmosfera trascinante e sognante del pezzo rimane un momento unico per tutta la musica anni ’80. Dulcis in fundo, il commovente videoclip, con i due protagonisti, che sancisce la riuscita definitiva della canzone.
9. Steam (1992)
Superba canzone caricata da un soul stravagante e irresistibile, nel quale Gabriel celebra sé stesso e la voglia di vita, pura e semplice. La frenesia e l’euforia sono i sentimenti che emergono da uno dei migliori pezzi dell’album Us, mentre il video, come al solito, mette il cantante in una serie di situazioni una più strana dell’altra, spingendosi anche ad utilizzare tecniche (per l’epoca) all’avanguardia, come la computer-grafica in 3D. Questo è un po’ l’ultimo Gabriel davvero memorabile, che gioca con la musica e con le proprie capacità vocali e compositive, divertendosi e divertendo anche l’ascoltatore.
Fortissimo pezzo rock/new wave nel quale a farla da padrona è la chitarra di Robert Fripp, adeguatamente contrappuntata dallo “Chapman Stick” di Tony Levin, una specie di basso particolare tipicamente utilizzato da questo musicista. La canzone riguarda la memoria e la perdita di memoria, ed è accompagnata da un video disturbante, inventivo e di forte impatto per l’epoca, del quale lo stesso Gabriel è protagonista. Il pezzo è concitato, entusiasta ma anche ribelle e frenetico, e rende bene l’idea della commistione di influenze e di tendenze che Gabriel, molto ispirato, intende seguire in questo periodo.