Una breve guida all’arte musicale di Peter Gabriel attraverso i decenni
Peter Gabriel è sicuramente stato, specialmente ai suoi tempi d’oro, uno degli artisti più eclettici e fantasiosi della scena inglese. Reduce dall’impegno del rock progressivo e dalla rottura, non troppo felice con i Genesis, l’artista si è presto emancipato con una carriera da solista più che ragguardevole. Dai primi album sperimentali e quasi schizofrenici, si passa presto alla fase new wave. Melt (1980) e Security (1982) vedono la frequente collaborazione di Robert Fripp e Tony Levin dei King Crimson, nomi portanti della musica del periodo.
Ormai sicuro di sé e della propria statura artistica, Gabriel decide di spostarsi a metà anni ’80 verso il cosiddetto “blue-eyed soul”, genere che in quel periodo regala soddisfazioni anche al collega Phil Collins. Esce nel 1986 l’album So, il primo con un titolo vero e proprio (gli altri hanno nomi dati dai fan) nonché il suo più grande successo. Un successo dovuto anche al suo saggio interesse verso il mezzo in continuo sviluppo del videoclip, che gli consente, negli anni d’oro di MTV, di diventare uno dei volti più noti dell’emittente, e sempre comunque protagonista di video interessanti e innovativi.