Sanremo 2020 – I 10 momenti migliori

I 10 momenti fondamentali per chi ha perso Sanremo 2020, ma anche per chi vuole riviverlo.

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7. Lil Fiorello e l’auto-tune – “Hai fatto i compiti?”

Comunicare coi giovani. Classico monologo da cinquantenne, si dirà. Vero, forse, ma se a farlo è il sempre infallibile Rosario Fiorello, le risate sono assicurate. Che tutto il monologo sia stato interamente “improvvisato”, in attesa delle premiazioni finali, è cosa che genera dei dubbi, dato che gli argomenti sembrano essere stati perlomeno preparati e in ordine. Tuttavia, l’abilità di Fiore di riuscire a reggere venti minuti di spettacolo su improvvisazioni con l’auto-tune e ironica nostalgia dei tempi andati, è cosa innegabile.

La conferma finale di qualcosa di implicito, ma che va detto: Sanremo 2020 non sarebbe mai stato lo stesso senza Rosario Fiorello. Lo conferma Amadeus, e lo confermeranno tutti quelli che erano davanti alla televisione (o al laptop) in momenti come questo. Che il comico siciliano possa oggi, come sempre, essere il vero “collante” tra generazioni, tendenze, culture e modi di pensare diversi, colmando i vuoti con ironia e divertente spontaneità, è qualcosa che anche dopo uno sketch semplice come questo ci fa sentire sicuri e (“ancora”) vivi.

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6. Piero Pelù scippatore – “OOOOHIIIIOOOHEEEEE”

Sì, è successo anche questo. La serata è sempre quella finale, per qualche motivo vige l’euforia generale e tutti i cantanti danno il massimo. Non è da meno il sempre energico Piero Pelù, forte del suo alto posto in classifica. La sua è stavolta un’esibizione di fuoco, che lo porta ad aggirarsi per l’Ariston sempre cantando, ammiccando e trascinando il pubblico nel proprio entusiasmo. Ma non finisce lì.

All’apice della performance, e per motivi noti solo a lui, Pelù decide di appropriarsi di una borsa appartenente a un’attempata spettatrice, portandola con sé indietro sul palco e terminando la canzone da “scippatore”. Non è chiaro se si tratti di una provocazione con un qualche significato o di un semplice gesto trasgressivo nato spontaneamente. In ogni caso, non è necessario chiamare i carabinieri: è Amadeus stesso a restituire il maltolto.

5. Ghali cade dalle scale. Ma non era lui.

Quella maledetta scala. Per cinque serate, un numero infinito di ospiti (soprattutto donne, con i vestiti lunghi) se la vedono brutta a scenderla, nel tentativo di non inciampare e cadere direttamente sul palco. Diversi rischiano anche. Quando è il turno di Ghali, ospite eccellente della quarta serata, l’MC milanese sembra infine cascare nella trappola: appena entrato, il personaggio mette un piede in fallo e rotola giù per tutti gli scalini.

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Ma è tutto preparato, per fortuna, e a quanto pare da parecchio tempo. Trattasi di un colpo a effetto degno di Andy Kaufman, mirato a colpire immediatamente l’attenzione del pubblico. Cosa che Ghali, svelando in seguito la finzione e la presenza di uno stuntman, non manca certo di fare. La sua performance ha inizio nel segno della memorabilità, e causando tra l’altro un mezzo infarto a Fiorello, che dopo la caduta già stava correndo a soccorrere l’artista.