Il film inizia con un incidente in motocicletta, dove un uomo perde la vita: si tratta di Thomas Edward Lawrence. I funerali si svolgono nella cattedrale di Saint Paul e la folla ad assistere è numerosa: militari, stampa, politici. Il film procede poi andando indietro nel tempo, siamo in Egitto e ritroviamo il tenente Lawrence, con l’incarico di cartografo. Gli arabi sono in conflitto con i turchi ed il tenente è molto interessato alla civiltà arabo-islamica. La sua occasione di conoscere questo popolo si propone quando viene reclutato come consulente per scopi politici. Lawrence dovrà affrontare un lungo viaggio nel deserto accompagnato da un beduino. Abbiamo davanti un kolossal degno di questo nome. Una produzione enorme che ha portato sugli schermi un film monumentale. La colonna sonora di Maurice Jarre dona solennità alla storia, che è fotografata in modo sublime da Freddie Young. Nel ruolo del protagonista c’è Peter O’Toole, in una parte fondamentale per la sua carriera che gli donò prestigio. Con Lawrence d’Arabia parliamo dell’Oscar al Miglior Film del 1963.
Il padrino di Francis Ford Coppola (1972)
New York, 1945. Vito Corleone è il padrino della famiglia Corleone, di origini siciliane, una delle più potenti famiglie mafiose della città . Tutti i maschi della famiglia collaborano nell’associazione a delinquere. In seguito al pomposo matrimonio della figlia Connie, Vito rifiuta un affare di droga con un’altra famiglia molto potente di New York, i Tartaglia. Dopo questo rifiuto scoppia una guerra sanguinaria piena di attentati. Se davvero esiste ancora qualcuno che non ha visto Il Padrino, deve sbrigarsi a colmare questa grave mancanza. Coppola porta l’Italia in America, di sicuro non sotto una luce proprio florida, come nessuno aveva fatto prima.Il Padrino infatti genererà diversi film, che non sono minimamente paragonabili, con la figura del gangster italo-americano. Il cast è sontuoso: Marlon Brando, Al Pacino, Diane Keaton, Robert Duvall, James Caan e Richard Castellano. Il film vinse tre premi Oscar, tra cui Miglior Film. Successivamente Coppola girò anche altri due capitoli della trilogia, che segue le sorti della famiglia Corleone.
Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme (1991)
Un serial killer che uccide giovani spinge un agente dell’FBI Jack Crawford a cercare l’aiuto dello psichiatra Hannibal Lecter, detenuto da 8 anni. Le accuse a carico del Dr. Lecter sono di omicidio e di aver mangiato alcune sue vittime. Purtroppo il detenuto rifiuta ogni collaborazione, Crawford manda così la recluta Clarice Starling a cercare di risolvere il caso. Tentare di arrestare il killer, soprannominato Buffalo Bill, costerà all’agente Starling più di quanto immagina. Il silenzio degli innocenti ci regala un Anthony Hopkins irripetibile nei panni di Hannibal Lecter. L’alchimia con Jodie Foster, che interpreta l’agente Starling, ha qualcosa di magico. Anche questo film ha vinto diversi premi, tra cui l’Oscar al Miglior Film 1992. Anthony Hopkins vinse inoltre l‘Oscar al Migliore Attore Protagonista per una performance di soli 16 minuti ( per scoprirne altre vi rimandiamo a questo articolo).
Schindler’s List di Steven Spielberg (1993)
Poco dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, gli ebrei polacchi sono obbligati a registrarsi ed essere schedati. Il grande afflusso di persone spinge l’imprenditore tedesco Oskar Schindler a fondare un’azienda di pentole e tegami. Ben presto, grazie alla sua abilità nelle relazioni politiche, Schindler stringe rapporti con i capi delle SS. La vita sembra destinata ad una stabilità , fin quando non giunge in città Goeth, con l’incarico di costruire un campo di concentramento, per liquidare l’eccesso di persone nel ghetto di Cracovia. Schindler assiste impotente, almeno inizialmente, alle crudeltà dei nazisti nei confronti degli ebrei. Spielberg gira in modo ambizioso, con l’aiuto di musiche solenni, ma nonostante ciò nulla toglie l’orrore dell’Olocausto e la crudeltà degli esseri umani. L’evoluzione positiva del personaggio di Schindler è resa perfettamente sullo schermo da Liam Neeson. Alcune sequenze di questo film sono rimaste impresse nel cuore degli spettatori, che riescono a donare un pizzico di speranza nonostante l’orrore più nero.
Non è un paese per vecchi di Joel e Ethan Coen (2007)
Texas, 1980. Mentre sta cacciando, Lewelyn trova una grossa somma di denaro, forse un pagamento tra bande per una partita di droga. Tra cadaveri e rottami d’auto, Lewelyn decide di appropriarsi del denaro. Rimpiangerà questa decisione per il resto dei suoi giorni. Sarà costretto a fuggire con sua moglie nella sua roulotte per scappare da un killer glaciale e spietato, Anton Chigurh. Ma lui non è il solo a voler riprendere il denaro, infatti lo sceriffo Ed, prossimo alla pensione, sta indagando sul caso. Lo sceriffo agisce più per un senso d’onore e costituisce anche la voce narrante del film.Non è un paese per vecchi è di sicuro uno dei punti più alti della carriera dei Coen. Il personaggio di Anton interpretato da Javier Bardem, è il villain più riuscito del duo. Il film è tratto dall’omonimo romanzo si Cornac McCarthy (autore anche del libro La Strada). Vincitore di 4 premi nella notte degli Oscar 2008, tra cui ovviamente quello al Miglior Film.