Di rumore, Antonio Diodato, ne fa poco o nulla. Il suo è un altro classico pezzo Sanremese, completamente impostato sulla possanza della voce e sui climax orchestrali. Funzionerà sicuramente in radio, perché è semplice, trascinante, melodico, senza pretese. Ma a noi (a parte un singolo accordo in minore che, da qualche parte, funziona) non dice altro.
Le Vibrazioni – Dov’è [4/10]
Una grande delusione, quella delle Vibrazioni, che arriva nonostante l’intelligente e sensibile trovata della “traduzione” della canzone in tempo reale per i non udenti. Iniziativa certo lodevole, ma che non compensa la mancata riuscita di una canzone melensa, banale, piatta, senza idee, e che peraltro non fa emergere neanche per una nota le effettive capacità dei pur bravi strumentisti.
Anastasio – Rosso di rabbia [8/10]
Un altro dei pochi momenti veramente interessanti è quello di Anastasio, che pur trasformandosi a più riprese in Salmo, riesce a lasciare il segno con un potente rock/rap del tutto fuori contesto (e perciò, tanto più apprezzabile). Nel testo della canzone l’artista sembra anche difendersi dalle passate accuse di natura “politica”, e in ogni caso riesce sempre nel suo elemento.
La canzone di Elodie è stata scritta congiuntamente da Mahmood e Dardust. Non deve stupire, quindi, la sua buona riuscita. Un ritmo neo-soul che nel suo piccolo si discosta dal canone del Festival e coinvolge e valorizza le capacità vocali della cantante. Manca, tuttavia, quella originalità che purtroppo una cantante pur brava come Elodie non sembra proprio in grado di esprimere.