Gli Intoccabili (stasera su Canale 9 alle 23:30), capolavoro del 1987 di Brian De Palma, racconta la storia di un manipolo di coraggiosi poliziotti che riuscirono ad incastrare niente meno che Al Capone, il boss mafioso più famoso di sempre. Nel film vediamo il leader di questo gruppo, Eliot Ness, interpretato da Kevin Costner, divenire il vero eroe che si erge contro la minaccia criminale del boss della malavita di Chicago. Tuttavia la pellicola, nonostante sia un vero e proprio gioiello della filmografia di De Palma, è di un’inadeguatezza storica impressionante. Ness infatti non solo non fu l’eroe che ci viene mostrato, ma non è neanche colui che realmente incastrò Capone. Ecco la vera storia.
Gli Intoccabili: il film storico più inaccurato di sempre
Gli Intoccabili, film del 1980, è un autentico capolvoro di Brian De Palma. Conoscete la vera storia alla quale il film si ispira?
Gli anni ’20 negli Stati Uniti sono passati alla storia come l’epoca del proibizionismo, periodo nel quale gli alcolici furono banditi e dichiarati illegali. Di conseguenza la vendita e il contrabbando delle bevande divenne terreno fertile per l’arricchimento della malavita che, impersonata da Al Capone, divenne spaventosamente ricca alle spalle del governo. In quel periodo gli States si avvicinavano a grandi passi verso la depressione economica che sarebbe esplosa con la bolla del 1929 e il presidente in carica Herbert Hoover veniva visto dal popolo come il diretto responsabile dell’impoverimento della società. Di conseguenza il leader del mondo libero utilizzò la caccia a Capone come espediente per distrarre l’opinione pubblica dai problemi economici del paese.
Eliot Ness e la caccia a Capone
Colui che divenne il faro della lotta alla criminalità organizzata fu Eliot Ness, aitante ventottenne di Chicago che volle ad ogni costo fermare Al Capone. Per questo formò un manipolo di coraggiosi che avevano come scopo quello di seguire le tracce dell’alcol per arrivare ai depositi del boss. La caratteristica fondamentale di ognuno di loro fu quella di non essere disposti a farsi comprare da Capone, di essere incorruttibili o meglio, intoccabili. Ness stesso dichiarò come un uomo di Scarface Al gli offrì mille dollari alla settimana per smettere di inseguire il suo capo. Il poliziotto rifiutò, dichiarando alla stampa come né lui né nessuno dei suoi uomini si sarebbe mai fatto comprare dai soldi della mafia. Da qui inizia sostanzialmente la leggenda degli Intoccabili.
Eliott Ness guidò decine di retate ai magazzini della malavita, sequestrando migliaia e migliaia di litri di alcolici illegali. Tuttavia su quella strada il cerchio non si sarebbe mai stretto intorno a Capone che aveva troppi uomini, troppi mezzi e, soprattutto, troppi soldi. Qui arriva l’idea per incastrare il boss: non servono poliziotti, ma contabili. Il punto debole di Al Capone è il denaro.
I Secret Six e la svolta nella battaglia
Di conseguenza alla lotta contro Capone si aggiunsero anche persone al di fuori della polizia; dei semplici imprenditori, stufi del controllo mafioso sulle attività economiche di Chicago. Sei di loro si unirono in quelli che passarono alla storia come i Secret Six che cercarono altre vie parallele per incastrare il boss della malavita. Eliot Ness stesso disse di loro
Questi sei uomini stavano giocando con le loro vite, disarmati, per realizzare quello in cui tremila poliziotti e trecento agenti federali avevano fallito.
L’attività degli Intoccabili, le retate e la confisca degli alcolici era divenuta solamente una copertura, uno specchietto per le allodole da utilizzare contro la criminalità per dare modo a ragionieri, contabili ed agenti del fisco di trovare la via giusta per incriminare finalmente Capone. Se fossero riusciti a dimostrare che Scarface Al non pagava le tasse sui soldi provenienti da attività illecite avrebbero potuto incastrarlo per evasione fiscale. E così fu.
Frank J. WIlson, il vero eroe oscurato dagli Intoccabili
Frank Wilson era un occhialuto agente del fisco, timido e riservato. Tuttavia è solamente grazie a lui se Al Capone finì in carcere. L’uomo pensava che almeno per il gioco d’azzardo, dovesse esistere un libro mastro nel quale venivano appuntati, anche con nomi in codice, debitori e creditori. Di conseguenza ispezionò milioni e milioni di documenti che facevano riferimento ai locali collegati a Capone o anche semplici ricevute di corse dei cani, controllate anche quelle dal boss. Trovare dei veri collegamenti era difficile in quanto Capone era solito pagare quasi tutto in contanti ed utilizzare prestanome o pseudonimi. Tuttavia un solo indizio, una singola frase, dopo mesi di scrupolosa ricerca, avviarono il definitivo processo di inchiodamento del famigerato boss.
Frank paid $17,500 for Al
Bisognava ora scoprire chi avesse scritto questa nota e convincerlo a confermare che “Al” fosse realmente Capone. Wilson allora passò in rassegna di nuovo tutti i documenti in una furiosa ricerca calligrafica di corrispondenza. Alla fine, la trovò. La scrittura apparteneva a Leslie Shumway, un allibratore che lavorò per due anni ad una bisca clandestina di Capone a Cicero, Illinois. Wilson lo interrogò per ore convincendolo a testimoniare in tribunale contro il boss. Dopo aver ottenuto la collaborazione di Shumway, l’agente del fisco mise gli occhi su Fred Ries, cassiere della bisca, lo rintracciò e facendo leva sulla paura intrinseca dell’uomo riuscì a convincere anche lui a collaborare. Il processo contro Capone iniziò finalmente a prendere forma.
Per paura che i due testimoni chiave potessero venire minacciati o peggio uccisi dagli uomini del boss, venne formato il primo servizio di protezione testimoni statunitense. Shumway e Ries sparirono fino al processo e Wilson poté continuare il suo lavoro.
Il processo farsa e l’opposizione del giudice
Capone si trovava alle strette ma d’altra parte Wilson temeva che le prove che aveva messo insieme non potessero bastare per incastrare Scarface Al. Per questo convinse gli accusatori del boss di accordarsi con lui affinché si dichiarasse colpevole in cambio di una pena non superiore ai due anni e mezzo di reclusione. Nessuno però aveva fatto i conti col giudice che lavorò a quel caso, James Wilkerson, che nel pieno dei suoi poteri, decise di rifiutare il patteggiamento, facendo proseguire il processo. Capone dovette ritrattare la sua confessione e ricominciare la sua difesa commettendo però, un errore fatale. Decise infatti di licenziare il suo avvocato considerato troppo costoso per prenderne altri più economici ma, ahi lui, estremamente meno capaci.
Il processo proseguì, di nuovo presieduto dal giudice Wilkerson che, temendo una corruzione della giuria, la cambiò tutta in segreto la sera prima dell’inizio dell’evento giudiziario, scegliendone una ad hoc. Wilson presentò prove inerenti a traffici illeciti di denaro di Capone datati 1924 che nel 1931, quando si svolse il processo, avrebbero potuto esse fatti invalidare dalla difesa ricorrendo allo Statute of limitations, quella che noi chiamiamo prescrizione. Tuttavia, per sfortuna di Capone, i suoi giovani avvocati non erano a conoscenza di questo cavillo e dunque, tramite quelle prove facilmente invalidabili, Scarface Al fu condannato a 11 anni di prigione, terminando la sua carriera criminale.
Oscar Fraley e il libro Gli Intoccabili
Se le cose sono andate in questa maniera, perché l’eroe agli occhi del mondo fu Eliot Ness e la sua squadra di Intoccabili? Questo travisamento della storia si deve ad un uomo, Oscar Fraley, giornalista di inchiesta deciso a scrivere un best seller sulla storia di Capone e del suo arresto. Prese le trenta pagine di carta velina sulle quali Eliot Ness scrisse le sue memorie e le trasformò in un libro di oltre 200 pagine. In quest’opera diede poco spazio alla veridicità degli eventi lasciando spazio alla romanzata ed ideale figura dell’eroe che si oppone al male rappresentato da Al Capone.
In una lettera a Ness spiegò anche come in alcune parti avrebbe messo da parte la storia per creare degli autentici eroi. Tuttavia, alla fine la storia diede merito al vero artefice dell’arresto del boss. Difatti, Wilson fu nominato direttore dei servizi segreti americani mentre Ness, dopo una serie di sventure politiche e lavorative, finì alcolizzato e in miseria.
Fu da questo libro che Brian De Palma trasse la sceneggiatura per il suo Gli Intoccabili, senza badare troppo alla vera storia che vi abbiamo raccontato. Se a questo aggiungiamo anche alcune libertà che si prese da solo, come l’inserimento della morte di Frank Nitti — che nella realtà succedette a Capone dopo l’arresto ma che nel film viene fatto cadere da un grattacielo — ecco che la pellicola perde totalmente di significato dal punto di vista storico.
La sapevate questa storia? Intacca il vostro giudizio nei confronti de Gli Intoccabili?
04/02/2020: su Paramount Network alle 20,10
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