Una colonna portante della letteratura mondiale, soprattutto italiana: la Divina Commedia ma come non l’avete mai letta fino ad ora. Da destra verso sinistra, con nuvolette e disegni. E la firma di Go Nagai, celebre fumettista giapponese autore di opere come Devilman nonché del classico Mazinga Z.
Edito per la prima volta nel paese del Sol Levante nel 1994, la Divina Commedia di Go Nagai è come un omaggio all’opera di Dante. Infatti, da giovane, l’ideatore di Jeeg Robot lesse una versione del poema allegorico dantesco con le litografie di Gustav Doré. Ecco che dopo aver esordito nel mondo del fumetto, Nagai restituì ciò che l’opera gli lasciò in giovane età .
Dopo aver introdotto l’eros nel manga e il concetto di mecha, rivoluzionando un intero immaginario, Nagai si armò di penna e matita per dare la sua versione del poema dantesco. Il tratto è inconfondibile, così come questa particolare rilettura della Divina Commedia che, per certi aspetti, ha anche dato vita tempo prima proprio ai manga “demoniaci” di Nagai. Due su tutti, Mao Dante e Devilman.
Non è un caso, infatti, che i tre volumi non rispecchino a pieno la suddivisione classica della Divina Commedia. L’Inferno dantesco viene raccolto nei primi due volumi, mentre il Purgatorio e il Paradiso nel terzo ed ultimo volume. Anche in maniera abbastanza disomogenea rispetto le pagine a loro dedicate.
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Spogliato di ogni forma allegorica, una delle caratteristiche principali dell’opera dantesca, la Divina Commedia di Go Nagai è un prodotto figlio della percezione dell’autore, di cosa è stata per lui e per la sua formazione artistica. Troviamo dunque moltissimi disegni ispirati alle litografie di Doré così come la scelta di osservare da vicino tutti i demoni e le anime dannate.
È chiaro infatti come sia proprio la parte “oscura” dell’opera quella di maggior interesse per Nagai, che scruta anche attraverso lo stesso Dante. Il poeta fiorentino diventa infatti vero protagonista dell’opera, rispettando ogni singolo stilema pre-impostato del fumetto. Come in un anime shonen, Dante arrossisce quando vede l’angelica Beatrice, per fare un esempio concreto. E ancora, lacrime, sangue, sudore e tutti quei tratti tipici e del manga e di Nagai.
C’è un viaggio da intraprendere, verso un inquietante ignoto. Prima di addentrarsi verso la selva oscura, Nagai ci racconta di un Dante insoddisfatto della sua Firenze, di un periodo storico caratterizzato da una guerra civile.
Palese la volontà di dare risalto alla parte fantasy dell’opera, dando una perfetta consequenzialità alle immagini di un’artista come Doré, vero padre artistico di Nagai. Infatti, proprio dalla versione di Lucifero disegnato da Doré, il mangaka prese spunto per il suo Devilman. Con fine accuratezza, Nagai ripropone anche moltissime di queste litografie, come un segno di ringraziamento per l’artista francese.
Forse l’opera più intima di Nagai e allo stesso tempo la meno famosa. In Italia trovò distribuzione solamente nel 2006 per poi sparire dalla circolazione fino al 2019. La Divina Commedia di Nagai racchiude tutto l’universo e l’estetica dell’artista giapponese. Le lande desolate e infernali di Violence Jack, i demoni di Devilman e Mao Dante. E quel costante senso di alienazione e inquietudine che da sempre caratterizzano le opere di Go Nagai.
I classicisti più estremi, insieme ai puristi, potrebbero cadere come corpo morto cade, davanti alla notizia di questa particolare opera fumettistica. Non fatevi ingannare dal pregiudizio, anche perché niente e nessuno potrà sostituire l’importanza del poema dantesco. Se avete voglia di buttarvi in questa nuova avventura letteraria, potete acquistare qui la versione Omnibus della Divina Commedia di Go Nagai.
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