Odio l’Estate, Recensione del nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo
Aldo Giovanni e Giacomo e il regista Massimo Venier tornano insieme per Odio l'estate: vero film corale, commedia brillante ma anche dramedy agrodolce, che ritrova l'incanto delle origini. Dal 30 gennaio al cinema.
“Quando ho visto loro due all’opera l’ho capito in un attimo, mi son detto: devo lavorare con questi due qua, che sono avanti dei decenni.” Giacomo Poretti alla presentazione di Odio L’Estate
Così Giacomo Poretti ci ha raccontato la nascita del trio, l’origine di un sodalizio che è anche l’amicizia di una vita, nonché l’inizio di un nuovo capitolo nella Storia della commedia all’italiana. La conferenza stampa al Cinema Adriano di Roma, segna per altro un giorno da ricordare. Aldo Giovanni e Giacomo, insieme al regista Massimo Venier e il cast al completo, presentano infatti Odio l’estate (qui il trailer), uno dei film più attesi del 2020 che arriva al cinema dal 30 gennaio.
Il progetto di Odio l’estate (stasera alle 21.21 su Canale 5) inizia a 14 anni di distanza da Tu la conosci Claudia?, ultimo successo firmato da Aldo Giovanni e Giacomo con Massimo Venier. Ma chi aveva visto la fine di un’era, l’incanto che si spezza prima col regista, poi all’interno dello stesso trio comico, troverà invece un’opera sorprendente. Un film che riporta al cuore e la spontaneità delle origini, senza rinunciare a nuove soluzioni narrative.
Il titolo non è casuale. L’estate, infatti, illumina la storia di Aldo Giovanni e Giacomo fin dagli esordi. Professione vacanze è la prima fiction che Giovanni Storti e Cataldo Baglio realizzano con il nuovo amico, Giacomino Poretti. È l’inizio di un’avventura a tutto campo, che non conosce preclusioni e sperimenta costantemente tra cabaret, teatro off e piccolo schermo.
Nel 1992, Lampi d’estate è il primo spettacolo di quello che diventa ufficialmente un trio. Per Aldo Giovanni e Giacomo arriva poi il Tg delle vacanze di Gaspare & Zuzzurro, Su la testa! e il glorioso Circo di Paolo Rossi. E con le irresistibili evoluzioni de “I Bulgari”, l’estro comico dei nostri arriva al grande pubblico, rivelandosi subito come un fenomeno esplosivo.
Dal piccolo al grande schermo, quel successo durerà ben più di un’estate. Ma a Marzo 2019 Scappo a casa, primo film solista di Aldo Baglio, a parte anticipare il tema cardine diTolo Tolo di Checco Zalone, alimenta le voci di una separazione imminente. Per fortuna, seguirà a breve l’annuncio che azzera i rumors, per riaccendere le speranze dei fan.
Aldo Giovanni e Giacomo tornano sul set con Massimo Venier, regista d’elezione fin dai tempi di Mai Dire Gol.
Quel filmaker che, alla fine degli anni ’90, ha saputo cogliere l’unicità del loro registo comico, per tradurla in una nuova idea di commedia.
Il road movie, inteso naturalmente come viaggio di formazione, i tempi dilatati dell’estate, la scintilla di un’amicizia istantanea, istintiva come l’amore a prima vista. Questi elementi attraversano la filmografia di Aldo Giovanni e Giacomo come un filo rosso.
Si ricombinano in trame e intrecci che conservano tutti l’aura del classico, eppure cambiano nel tempo. E oggi, ritornano in forma di una dramedy fortemente contemporanea, grazie alla sceneggiatura firmata dal trio con Massimo Venier, Davide Lantieri e Michele Pellegrini.
Odio l’estate: la trama del film
Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti in Odio l’estate conservano i loro veri nomi, ma si mostrano in una veste decisamente insolita. Ovvero, nella parte di 3 perfetti estranei.
Aldo Baglio è un cantante fallito, nonché un ipocondriaco terrorizzato dal mondo, ossessionato da sempre nuovi malanni. Giovanni Storti ha ereditato l’antica bottega di famiglia, ma l’arte delle calzature e le stringhe sembra sempre più fuori dal tempo. Al polo opposto, Giacomo Poretti è Dentist of The Year, un professionista di successo, che ha sacrificato la vita privata in nome del successo e del benessere economico.
Parliamo chiaramente di 3 uomini agli antipodi, apparentemente lontanissimi tra loro. Incompatibili sembrano anche le loro famiglie, accomunate solo da un profondo stato di crisi.
Questo bizzarro coacervo d’umanità è destinato a incontrarsi e convivere in Odio l’estate: commedia agrodolce ma anche autentico film corale, strutturato sulle difficoltà di 3 fasce sociali ben distinte.
Aldo e Carmen (Maria Di Biase) non navigano nell’oro ma hanno costruito un matrimonio pieno di amore, allegria e passione. Oltre a due gemelle e il cane Brian, la famiglia comprende Salvo (Davide Calgaro), che ha sconvolto gli equilibri finendo al Tribunale dei minori.
Giovanni e Paola (Carlotta Natoli) hanno una splendida figlia (Sabrina Martina), ma in compenso, la passione tra loro latita, anzi risulta pari a zero.
Infine ci sono Giacomo e Barbara (Licia Mascino), che andranno anche in giro col Suv, ma versano decisamente in crisi, sia sul piano coniugale, sia nella comprensione del dodicenne Ludovico (Edoardo Viano).
Sulla carta, difficilmente queste persone avrebbero finito per incontrarsi. Ancor più difficilmente, sarebbero finite nello stesso gruppo di amici. Ma il caso gioca loro un tiro beffardo. Le 3 famiglie hanno affittato la stessa villa in Puglia. Che si tratti di errore o di una vera e propria frode, tutti hanno regolarmente firmato il contratto, e nessuno è disposto a retrocedere.
Un esperto carabiniere, interpretato da Michele Placido, saprà riportare calma e buon senso. E per uscire dall’impasse, non resta che inaugurare una grande vacanza di gruppo.
Lo schema del appartiene a una storia di lungo corso, quella della commedia all’italiana.
Una storia fatta di pochi grandi innovatori e una folta schiera di epigoni. E quando si parla di Aldo Giovanni e Giacomo, la variazione sul tema da sempre risultati esplosivi.
Introducendo la conferenza stampa di Odio l’estate, vi abbiamo già accennato a come Tre uomini e una gamba (1997) Così e la vita(1998) e Chiedimi se sono felice (2000) rappresentassero una novità dirompente.
La Commedia all’italiana nasce dalla fusione atomica di Neorelismo rosa e Commedia degli equivoci. E nella visione lucida e spietata di Mario Monicelli e Ettore Scola, Alberto Sordi e Paolo Villaggio, la comicità brillante incontra l’amarezza più caustica, per raccontare l’ipocrisia e il vizio nella società italiana.
Già dagli anni ’50, la commedia in Italia s’impone come garanzia d’incassi milionari. In compenso, comincia presto a indulgere sull’eterna, stanca ripetizione degli stessi schemi. Il cinema di Aldo Giovanni e Giacomo arriva per altro all’apice di un’altra era geologica, quella del Cinepanettone.
Gli avversari combattono a colpi di mariti fedifraghi, funzioni corporali, bellezze procaci e incidenti in doccia. Difficile battere la solita gag dell’uomo che cade su cactus. Eppure, Aldo Giovanni e Giacomo con Massimo Venier sbaragliano la concorrenza, riscrivendo le regole della commedia moderna.
Il loro linguaggio comico conquista un pubblico trasversale, ma si distingue per quel tratto elegante e lieve, che conserva una grazia inconfondibile.
Se parliamo di una comicità finalmente moderna, è anche perché la commedia non rinuncia alla forma. Una tradizione consolidata consentiva una forma statica, fondamentalmente sciatta, come se la risata giustificasse di per sé lo squallore degli interni, degli errori di angolatura e montaggio.
E qui sospendiamo l’excursus storico, per tornare a Odio l’estate. Perché il nuovo film di Massimo Venier si conferma un’opera stupefacente anzitutto sul versante visivo. Ancora una volta, la regia che non si limita a esaltare il talento di Aldo Giovanni e Giacomo, ma si esprime anche attraverso l’utilizzo espressivo della una colonna sonora, la fotografia e l’editing audiovisivo.
La vera sorpresa di Odio l’estateè un plot-twist che vira drasticamente al dramma.
Stavolta, Aldo Giovanni e Giacomo ci fanno davvero piangere, nell’equilibrio perfetto tra ironia dell’assurdo e realismo struggente.
Tra modernità e tradizione, c’è spazio anche per una folgorante incursione a cura di Massimo Ranieri. Nella colonna sonora, dividerà la scena con l’inarrestabileBrunori Sas, che firma una colonna sonora decisamente sui generis. Chiudono il cerchio l’eccellente fotografia di Vittorio Omodei Zorzini, e il montaggio di Enrica Gatto, che tiene le fila di un autentico multilevel-drama.
Tra le sequenze più belle di Odio l’estate, citeremo almeno l’arrivo sulle spiagge pugliesi. Momento che rivela la natura delle coppie protagoniste, mentre il Direttore della Fotografia utilizza in forma radicale il lirismo del Bokeh: la tecnica che esaspera il contrasto tra diverse aree dell’inquadratura, i volti in primo piano e la sfocatura del fondo.
La forma del racconto corale riserva ampio margine anche a Licia Mascino, Carlotta Natoli e Maria Di Biase. Forse conoscevamo già il talento comico di queste magnifiche interpreti grazie aI delitti del barlume, Tutti pazzi per amore e gli sketch della Gialappa’s con Nuzzo e Di Biase.
Ma Aldo Giovanni e Giacomo, riservarvano come sempre intensità e spessore a tutti i personaggi femminili. Figure di mogli mai secondarie né accessorie, contrappunto costante alle nevrosi degli uomini.
Tanti si sono chiesti quale sia il segreto del successo di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Odio l’estate ci ricorda come abbiano raccontato sempre ciò che conoscevano meglio. Loro stessi, l’autenticità delle loro debolezze, e la natura di un’amicizia indissolubile.
Le affinità elettive e la comprensione dell’altro restano alla base di un cinema che non cerca necessariamente l’amarezza, né i recessi più oscuri dell’Italia contemporanea. Per qualcuno, il candore e l’autenticità che restano le fondamenta del cinema di Aldo Giovanni e Giacomo, saranno forse perfino “buoniste”. Noi vi consigliamo invece questo nuovo esemplare di buon cinema, fatto ancora di dedizione, ricerca e classe ineffabile.
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