Un momento musicale potenzialmente epico ma poi risultato imbarazzante
Come tutti sapranno, fu Phil Collins, allora ancora batterista e cantante dei Genesis, a sostituire il deceduto John Bonham in formazione con i Led Zeppelin in occasione del Live Aid nel 1985. Forse i conoscitori superficiali del musicista sorrideranno, ma bisogna dire che ai suoi tempi Phil Collins era davvero uno dei migliori batteristi del mondo: la scelta perciò era sembrata logica. Qualcosa, però, non funzionò durante quel concerto. L’alchimia, semplicemente, non si sviluppò. Per decenni i commentatori sono tornati sull’esibizione ipoteticamente epocale del “super-gruppo”, ripercorrendone a posteriori l’estemporanea sventura. Lo stesso ex-Genesis, oggi, dopo trentacinque anni, ritorna sull’accaduto, spiegato i motivi della mancata “magia”.
“Mi sentivo superfluo, non necessario” racconta il batterista a Classic Rock Magazine, spiegando le diverse disavventure che precedettero il concerto. La preparazione di Collins per l’esibizione consistette più che altro in pochi ascolti della musica dei Led Zeppelin, e trovandosi di fronte a Page e Plant la sua esecuzione fu immediatamente, e su più fronti, criticata. Ecco perché Collins fu costretto, senza le necessarie prove preliminari, a concordare con il co-batterista, Tony Thompson, di mantenere la performance ritmica “sul semplice”. Chissà , forse con una preparazione adeguata, e nonostante l’incrocio di caratteri molto diversi, il concerto sarebbe potuto andare diversamente.