Un insegnate, nel giorno del suo compleanno e dopo anni di esitazioni, decide di rivelare alla sua compagna di vita una scomoda verità: vuole cambiare sesso. La donna, dopo qualche attimo destabilizzante fatto di incertezze, decide di rimanere al suo fianco e di accompagnarlo in quel viaggio verso la sua reale identità. Un percorso fatto di difficoltà, pregiudizi e dove l’amore verso sé stessi e gli altri è in grado di prescindere il corpo, lo spazio e forse anche al tempo. Xavier Dolan con Laurence Anyways firma, probabilmente, il suo lavoro più eclettico, maturo ed interessante. Una vera perla da non perdere, soprattutto per gli stimatori del regista canadese.
5) Terrore nello spazio – Mario Bava (1965)
Mario Bava, nonostante gli evidenti ed invalidanti limiti economici, torna con Terrore nello spazio a plasmare nuovamente la materia filmica, evocando terrori arcaici ed inafferrabili nel genere fantascientifico. Un’opera che, per stessa ammissione di Ridley Scott, è stata fonte di ispirazione per la realizzazione del suo Alien, circa quattordici anni dopo. I trucchi artigianali, gli espedienti scenografici e i giochi di luce sono gli unici ingredienti presenti e i soli ad essere riusciti a costruire la magia, la sospensione ed l’incubo che il lavoro necessitava, consacrando nuovamente l’artista ligure nell’olimpo dei migliori.