The Irishman, l’epopea di un film che poteva non esserci

Jane Rosenthal, produttrice di The Irishman, ha raccontato a The Hollywood Reporter tutta l'epopea che c'è stata dietro alla realizzazione del film.

The Irishman
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The Irishman (Leggi la nostra recensione QUI), oltre ad essere uno dei migliori film dell’anno, candidato a ben 10 premi Oscar (Vedi la lista completa delle nomination QUI), rappresenta la quadratura del cerchio del cinema di Martin Scorsese. Come raccontato in una lunga intervista a The Hollywood Reporter da Jane Rosenthal, produttrice del film, la realizzazione di quest’opera è stata una vera epopea durata più di un decennio.

L’idea di raccontare le vicende del sicario Frank Sheeran e di farlo interpretare a Robert De Niro venne a Scorsese nel lontano 2007, quando Netflix era ancora un servizio di noleggio di DVD e la tecnologia di invecchiamento fondamentale per la realizzazione del film era ben lungi dall’essere utilizzabile.

Riunire De Niro con Scorsese è stato qualcosa che io e Bob volevamo da tempo. Ci è solo voluto un po’ più tempo di quanto pensavamo. Era dai tempi de Il colore dei soldi che non avevo la possibilità di lavorare insieme a Martin Scorsese ed è stato stupendo.

Proseguendo con l’intervista, la donna ha poi spiegato cosa possa significare lavorare insieme a due assoluti miti del cinema come Robert De Niro e Martin Scorsese.

Resterei ferma a guardarli, quei due. Quando hai Scorsese e De Niro insieme a lavoro, non puoi che lasciarli fare. Una cosa che ho imparato riguardo a entrambi nel corso degli anni è che sono sempre aperti a nuovi suggerimenti. Conoscerli individualmente è una cosa, ma quando li vedi insieme sono grandiosi, con loro uno più uno vale cinque. Sono elettrizzata dal fatto che finalmente siamo riusciti a portare a termine questo film. 

La discussione è poi proseguita centrandosi su The Irishman e sulle problematiche avute nella produzione del film. Difficoltà che a volte hanno portato anche la stessa Rosenthal a dubitare della fattibilità della realizzazione dell’opera

Fino al primo giorno di produzione, c’era sempre il pensiero che il film potesse non farsi. Credo anche che una parte essenziale del mio lavoro come produttrice sia la tenacia di portare avanti un progetto senza mai arrendersi. In questo caso, era anche Bob a volerlo e anche lui ha continuato costantemente a spingere per realizzare il film. È stata una battaglia durissima finché non è nato Netflix. Il centro della questione è proprio che nel 2007 Netflix ancora non esisteva.

La prima lettura della sceneggiatura di The Irishman

Nel 2013 c’è stato un primo incontro tra Martin Scorsese e i tre protagonisti principali del film, Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino (candidati entrambi come miglior attore non protagonista)che hanno letto per la prima volta la sceneggiatura. All’evento era presente anche la Rosenthal che ha ricordato con grande entusiasmo quel giorno

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La lettura avvenne prima che Marty facesse Silence. Avevo detto a Bob: “Dovremmo fare una lettura della sceneggiatura e registrarla”. A un certo punto ho pensato davvero che, nella peggiore delle ipotesi, quanto meno avremmo avuto quella lettura. Magari non saremmo riusciti a fare il film, ma la registrazione di quella sessione di lettura sarebbe rimasta. E quello che la rende speciale è realizzare l’immensa quantità d’ironia che contiene. Basta ascoltarla perché prenda vita.

Quando sono entrati tutti, gli attori erano seduti e Marty si sarebbe dovuto sedere tra il pubblico, ma poi ha deciso di sedersi nel mezzo del gruppo mentre leggeva. Ed è stato bello vederlo ridere e mettersi al centro di tutti. Dopo quella lettura, la produzione ha preso un nuovo slancio e abbiamo detto: “OK, dobbiamo farlo adesso. Non possiamo fermarci.” Fu in quella sede che Pablo Helman di Industrial Light & Magic disse a Marty che pensava di avere un modo per far funzionare la tecnologia della gioventù. Eravamo sulla buona strada.

I cambiamenti nel tempo e l’arrivo di Netflix

In un lasso così ampio di tempo, c’è stata la concreta possibilità che The Irishman venisse modificato in corso d’opera. Tuttavia, sempre secondo la Rosenthal, pare che Scorsese avesse avuto sempre le idee ben chiare. La donna ha anche spiegato le problematiche relative alla produzione di un film del genere anche dopo l’arrivo dei fondi di Netflix

Non penso che il film stesso sia cambiato molto. E la sceneggiatura non è cambiata granché. Ma ciò che è cambiato è stata la prospettiva di tutti. Marty parla molto della prospettiva del tempo e del luogo e di come ora guardano le cose uomini nei loro anni ’70, rispetto agli uomini nei loro anni ’60.

Dopo l’arrivo di Netflix e con l’inizio della produzione vera e propria c’erano altre problematiche da affrontare. Il film è  complicato, attraversa tante diverse decadi. Le riprese hanno richiesto tempo e moltissime location, c’erano tante pedine in gioco. Produrre un film del genere significa anche assicurarsi che tutti i membri del cast e della crew proseguissero il loro lavoro.

Cosa ha significato The Irishman per Martin Scorsese e Robert De Niro

Nel finale dell’intervista, Jane Rosenthal, dopo aver ricordato con emozione l’ultimo giorno delle riprese di The Irishman, nella quale De Niro ha girato alcune scene poste in coda all’opera sentendo di dover fare delle cose, ha provato a spiegare cosa questo film ha potuto significare per Scorsese e De Niro.

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In questo film, c’erano Martin Scorsese e Robert De Niro e tanti altri uomini che si ritrovavano dopo Mean Streets, Quei bravi ragazzi e Casinò. Per loro era la fine di un’era. Mi sono ritrovata a osservare il lavoro di Martin nell’arco della storia del cinema, e come questo particolare modo di fare film abbia influenzato il loro viaggio. Essere testimone di quest’avventura è stato profondamente emozionante, mi ha ricordato perché ho iniziato a fare questo lavoro.

Una vera e propria epopea che alla fine ci ha regalato uno dei migliori film di questo 2019 grazie alla caparbietà del regista e dei produttori.

Cosa ne pensate di The Irishman? Potrà vincere l’Oscar come miglior film?

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